
Il Dialogo sull’acqua, credit Mary Blindflowers©
Mary Blindflowers & Giuseppe Ioppolo©
Il Dialogo sull’acqua
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Ura: L’acqua non ha forma perché prende sempre la forma del contenitore. Vedere “La forma dell’acqua”…
Sute: Ura, tu sbagli, se l’acqua prende la forma del contenitore ha una forma comunque e dovunque sia. L’acqua ha la forma del contenitore; il contenitore ha una forma; l’acqua ha una forma.
Ura: È il contenitore ad avere la “forma” e l’acqua prende la forma di qualsivoglia contenitore perché non ha una forma propria.
Sute: L’acqua ha una forma sempre perché anche quando non sta dentro un contenitore e casca ha sempre una forma che cambia ma mutando resta forma. Non può esistere nulla nel mondo fisico che non abbia una forma, altrimenti scivoliamo nella metafisica e l’acqua non è metafisica, anche quando è santa, è tonda se il contenitore è tondo e se la levi da qual contenitore perde la rotondità per assumere altre forme a cui non può rinunciare, ma non può stare senza forma quindi l’acqua ha una forma non fissa, mutevole, ma ha sempre inevitabilmente una forma che diventa propria nel momento transeunte in cui la assume e non solo, ma pure può avere un insieme di forme che stanno separatamente insieme. Se la spruzzi in aria le vedi, alcune allungate, altre più tonde. L’acqua è un surplus di forme, non ne ha solo una ma milioni visibili all’occhio e due scientificamente parlando, dualismo dell’acqua.
Ura: Io insisto invece che l’acqua è un po’ lo Zelig della politica nella fisica. Entrambi non hanno forma propria ed assumono sempre la forma del “contenitore” più forte. Ma assumere la forma del contenitore più forte significa non avere una forma propria. Per il ghiaccio la questione è diversa trattandosi di uno stato fisico diverso dove l’acqua è andata incontro ad un processo di cristallizzazione, trasformando i suoi legami fisici deboli in legami fisici forti. Il ghiaccio può essere rimodellato e conservare la nuova forma presa fintantoché si trova allo stato di ghiaccio.
Sute: L’acqua ha più forme proprie perché nel momento preciso in cui le assume le fa proprie, esattamente come i poeti e gli scrittori di partito, e il contenitore non conta perché quando la levi dal contenitore non è che sparisce, semplicemente cambia forma, va dentro un altro partito, come certi politici nostrani, ha sempre una forma che le diventa propria. Quindi l’acqua ha la forma sua propria che è quella di acqua. Tutto quello che vedi ha una forma, se non ce l’ha praticamente non lo vedi. Dio lo vedi? No, quindi non ha una forma, esiste? Boh. L’acqua la vedi? Sì, che forma ha? Diverse. Quindi ha forme. Non esiste nulla che tu possa vedere che non abbia una forma.
Ura: Credo sia troppo semplicistico affidare il concetto dell’esistenza alla forma ed alla possibilità di questa di essere vista. C’è tutta una realtà fisica, chimica, microbiologica che i nostri occhi non vedono ma della quale sentono gli effetti. Le forze fisiche, i legami chimici, virus e batteri non appartengono al mondo del visibile, eppure non si può negare la loro esistenza. La forza di gravità non la vediamo come una forma definita… ne constatiamo e sperimentiamo ogni giorno gli effetti. I legami chimici, al di là delle formule libresche, li vediamo e sperimentiamo come effetti della “trasformazione” della materia. Dei virus, prima che la loro esistenza fosse dimostrata con la microscopia elettronica, non se ne vedeva la forma. Eppure i virus esistono ed hanno una forma. I tanto di moda coronavirus sono così indicati perché nei preparati osservati alla microscopia elettronica assumono la forma a corona.
Anche dei sogni si potrebbe negare l’esistenza. Li vediamo i sogni? Sì… ma in un particolare stato fisico dell’addormentamento… E pare non abbiano consistenza: sono impalpabili e la loro forma è quella data dal ricordo e dal racconto che ne viene fatto da chi li sperimenta e vive. La loro visione è estremamente soggettiva. Se è vero che tutti sperimentiamo il sogno, è altresi vero che nessuno mai ha sperimentato lo stesso sogno di un altro anche se il loro procedere è una costruzione di simboli in parte decodificabili.
Sute: Stai superando l’antropocentrismo, “lo vedo, dunque esiste”, è ovviamente concetto relativo, riferito solo alla nostra supponenza di uomini e donne a cui tutto rapportiamo. Battezziamo i virus e gli uragani con un nome che richiama il conosciuto e il visto, e i sogni li vediamo, anche gli effetti della forza di gravità li vediamo, quindi per noi esistono. Prima di essere scoperti i pianeti esistevano lo stesso, ma per noi non c’erano. In prospettiva contro-antropocentrica e destrutturalista, l’esistenza non è invece condizionata dal nostro sguardo perché la nostra insignificanza cosmica è abissale ed eterna, non può mutare in alcun modo l’essenza dell’universo, non può mutare nulla…
(Continua su Destrutturalismo N. 1).
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti