Giudizio avventato, osservatore sensibile

Giudizio avventato, osservatore sensibile

Giudizio avventato, osservatore sensibile

Giudizio avventato, osservatore sensibile

Osservatore sensibile, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Giudizio avventato, osservatore sensibile

(La traduzione italiana dell’estratto della poesia di William Wordsworth è di Mariano Grossi©)

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Un post dedicato ad una chiesa medioevale che di Medioevo ha ben poco, il pavimento infatti è del Novecento e consta di maioliche con orribili fiorellini colorati che non hanno nulla a che fare con l’epoca né di Dante né di Boccaccio, nonostante alcuni commentatori siano convinti, non si sa bene perché, del contrario. Uno dei partecipanti alla discussione, A, molto piccato, redarguisce il punto di vista critico di un osservatore, B, che sostiene la modernità e la bruttezza di quel pavimento. Quando non piace si tace, non si esprime un parere contrario in libertà, bisogna autocensurarsi. Come reazione l’osservatore dice che il pavimento somiglia a quello di una macelleria. A va su tutte le furie. Insomma in sintesi, siccome il pavimento sta dentro una chiesa, deve piacere per forza a tutti, è un obbligo!
Allora mi sono domandata, quanta presunta bellezza ogni giorno ci fanno piacere per forza? Ci dicono che un pavimento, un libro, un’opera d’arte, etc. sono belli e noi a ripetere che sono belli perché qualcuno lo ha scritto da qualche parte e questo qualcuno deve essere uno che conta e non uno due e tre, ma conta perché ha un ruolo preciso e un nome, insomma, importante o noto.
La goccia che ha fatto traboccare il latte sulle maioliche di A, è la risposta di B: ci sono macellerie che hanno un pavimento migliore di quello. A soggiace a questo punto a una crisi isterica e ingiustificata che lo ha portato al famoso banno social.
Al di là del fatto contingente, occorre una riflessione.
Pensateci bene, se quel pavimento lo avessimo visto dentro una macelleria antica, la critica di B a quel pavimento avrebbe suscitato la stessa reazione?
Probabilmente no.
A meno che non ci sia qualcuno che dica all’uomo medio A che la suindicata macelleria è per esempio situata in un edificio del 1600, che il pavimento è della stessa epoca, quanti si renderebbero conto della bellezza delle maioliche dentro una macelleria?
Pochissimi.
Oltretutto A esclude a priori che le maioliche di una macelleria possano essere più belle di quelle di una chiesa.
Perché?
Perché esistono molti fruitori di bellezza a comando e pochi osservatori sensibili. Si giudica sulla base di un ordine imposto, di un pregiudizio, non della visione profonda e reale del mondo.
Il concetto di osservazione sensibile è perfettamente espresso nella poesia ‘Point Rash-Judgement’ di William Wordsworth in cui il poeta passeggia con due suoi amici ammirando le bellezze della natura. Ad un certo punto incontrano un uomo vestito da contadino che pesca e pensano che sia un pigro che invece di andare a lavorare nei campi, si mette a oziare nel giorno di paga. Poi si avvicinano meglio e notano che l’uomo è malato, ha un viso sofferente ed emaciato e nelle condizioni in cui sta probabilmente non riuscirebbe a sostenere la fatica di andare a lavorare nei campi, per questo cerca di pescare qualcosa per sostentarsi. Il primo giudizio dei tre osservatori, è superficiale, in sintesi un pregiudizio, mentre il secondo nasce da osservazione sensibile e profonda:

 

 

Attraverso un sottile velo di brillante foschia, vedemmo
Davanti a noi, su una punta di terra sporgente,
L’alta e diritta figura di un uomo 50
Vestito da contadino, che stava lì da solo
Pescando lungo il margine del lago.
A quel punto noi vi dirigemmo i nostri passi; né passò molto tempo

Prima che facessimo rapidi commenti alla vista
Che vedemmo, all’unisono e con la stessa voce 55
noi tutti gridammo che egli doveva sicuramente essere
Uno sfaccendato che perciò poteva perdere una giornata
Del raccolto autunnale, quando l’ingaggio dei braccianti
È ampio e si può immagazzinare qualcosa in più
Con cui poter festeggiare d’inverno. 60

Così parlando di quel contadino ci avvicinammo
Al posto dove con la sua canna e il suo filo

Se ne stava in piedi tutto solo; per cui egli girò la testa

Per salutarci – e noi vedemmo un uomo sfatto
Dalla malattia, magro e scarno, con le guance incavate 65
E gli arti logori, le gambe talmente secche e magre
Che per quanto mi riguardava presi a guardarle

Dimentico del corpo che esse sostenevano.
Troppo debole per lavorare nei campi di raccolto,

L’uomo stava utilizzando la sua migliore attitudine per guadagnare 70
Un magro salario dall’insensibile lago morto
Che non conosceva nulla delle sue necessità. Non vi dirò
quali pensieri immediatamente furono i nostri, né come

La felice indolenza di quel dolce mattino,
Con tutte le sue amabili immagini fu cambiata 75
.
In seria meditazione ed auto-biasimo.

Né mancammo di vedere in noi stessi
Che bisogno ci fosse da riservare in parole
.
E mitigare tutti i nostri pensieri con la carità.
Perciò, non desiderando dimenticare quel giorno, 80
il mio amico, io stesso e lei che allora ricevemmo
Il medesimo ammonimento, abbiamo chiamato quel luogo
Con un nome commemorativo, invero sgraziato,
Quasi come veniva dato da un marinaio a una baia
O promontorio di una costa appena scoperta 85
E il nome che esso porta è PUNTA “GIUDIZIO AVVENTATO”.

 

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Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Mia nonna mi insegnava in dialetto barese: “Apprime de smutrà a nu crestiane d’à da gnotte nu tummele de sale!”. Prima di capire tutto di una persona devi inghiottire una tonnellata di sale! E invece si va avanti di fretta, preconcetti e superficialità. Del resto Pirandello ce lo ha spiegato con dovizia di particolari!

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