Teilhard, stregato dalla guerra

Teilhard, stregato dalla guerra

Teilhard, stregato dalla guerra

Teilhard, stregato dalla guerra

Teilhard, Lettere di viaggio, I edizione 1962, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Teilhard, stregato dalla guerra

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Lettere di viaggio di Pierre Teilhard de Chardin, pubblicato in prima edizione italiana da Feltrinelli nel novembre 1962 con traduzioni dal francese di Michele Rago e Vincenzo Dominici. Premessa di Claude Aragonnès scritta il 10 aprile 1956 che parla di “documento di valore eccezionale”, poi i dati biografici di Teilhard, scritti sempre da Aragonnès, conditi da un poco di esaltazione apologetica e retorica a buon mercato:

 

Dell’esploratore Pierre Teilhard possedeva il fiuto e l’iniziativa che lo mettevano sulla strada delle grandi scoperte e l’animo intrepido congiunti all’ardore e all’ostinazione proprio del ricercatore alla caccia dei segreti della terra… Vi era in lui una straordinaria affabilità. Era una parte del suo fascino. La facilità di avvicinarlo, la naturalezza e la franchezza dei suoi modi, il tono personale delle sue osservazioni, un leggero umorismo che scoraggiava la banalità ma favoriva ogni forma di sincerità gli conquistarono, in tutte le strade del mondo, un numero incredibile di amici…

 

Dopo questa sviolinata, ecco le lettere. Noiose, descrittive, dominate da un’unica idea fissa: ricondurre tutto a Dio , descrivendo minutamente particolari del tutto insignificanti:

 

ci troviamo accampati in un’antica valle, oggi asciutta e interamente coperta di erbe. A una decina di chilometri a sud, una catena arrotondata, liscia e anch’essa erbosa che domani varcheremo, ci divide dal paese dove cominceremo a trovare i coloni cinesi e i campi coltivati; ed anche un certo numero di commestibili (riso, uova…), di cui manchiamo da qualche giorno, perché i nostri domestici cinesi hanno fatto male le provviste. Il tempo, ch’è rimasto freddo fino al 20 giugno, si è messo al caldo, pur mantenendosi violento: uragani e burrasche quasi ogni giorno. Licent non si stanca di inventare nuovi dispositivi per rafforzare la tenda. Ci sono voluti quattro giorni per attraversare le dune (30 giugno 1924).

 

 

L’edizione Feltrinelli pubblica le lettere a partire dal 1923. Le lettere più interessanti di Teilhard, quelle che per esempio, parlano della guerra, qui non ci sono. Le lettere dal fronte sono omesse, presenti invece nel volume Genesi di un pensiero. Lettere dal fronte 1914-1919, edito sempre da Feltrinelli nel 1966.
Nelle lettere dal fronte, Teilhard mostra la sua esaltazione condita del cattolicesimo della sofferenza in cui egli intuisce bellezza. La guerra che per qualsiasi essere umano degno di questo nome, è terribile, per lui faceva parte del disegno di dio e la vita nel fronte era “una ascesa che nonostante tutto si ama… e poi si rimpiange”. In Ecrits du temps de la guerre, Seuil, Paris 1976, Teilhard dichiara di essere stato stregato dal fronte: “Le front m’ensorcelle”. Per lui la guerra era una tappa necessaria nell’evoluzione umana: “la guerra… porta il mondo umano verso i suoi nuovi destini”.
La religione cattolica esalta il dolore, la guerra è dolore, quindi Teilhard associa le sofferenze di Cristo e l’immagine del crocifisso, alla carneficina del fronte, arrivando alla più totale esaltazione masochistica in cui la guerra è futuro:

 

Solo questa immagine – il Crocefisso – può esprimere quel che di orrore, di bellezza, di speranza, di profondo mistero si trova in un simile scatenamento di lotta e di dolori. Mi sono sentito tutto compreso dell’onore di trovarmi in uno dei due o tre punti in cui l’intera vita dell’Universo affluisce e rifluisce, punti dolorosi dove si sta elaborando un grande futuro…
mi sento un disutile, un ozioso, preferirei cento volte lanciar bombe o servire una mitragliatrice, piuttosto di sentirmi superfluo così… credo di rendermi conto che in quell’altra attività sarei più prete…” (Genesi di un pensiero, p. 102, 158).

 

Non siamo alla marinettiana fascista guerra come igiene del mondo, ma, insomma, poco ci manca. L’esaltazione parossistica e anti-epicurea del dolore da parte del cattolicesimo, induce all’amore della violenza ella confusione tra bellezza e orrore.

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Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Credevo fosse rimasto scioccato solo mio padre che amava il Duce nonostante la depressione psichica che gli aveva lasciato la guerra…

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