Alda Merini, poeti, religione

Alda Merini, poeti, religione

Alda Merini, poeti, religione

Alda Merini, poeti, religione

Foglie sole, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Alda Merini, poeti, religione

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Alda Merini aveva idee chiare su libri e religione:

 

A tutti i giovani raccomando:
aprite i libri con religione,
non guardateli superficialmente,
perché in essi è racchiuso
il coraggio dei nostri padri.
E richiudeteli con dignità
quando dovete occuparvi di altre cose.
Ma soprattutto amate i poeti.
Essi hanno vangato per voi la terra
per tanti anni, non per costruivi tombe,
o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi
come su dei grandi tappeti
e volare oltre questa triste realtà quotidiana.
Io sono certa che nulla più soffocherà la mia rima,
il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni nella gola
come una trappola da sacrificio,
è quindi venuto il momento di cantare una esequie al passato

 

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Penso tutto il contrario.

L’arte non ha nulla di sacro, non ha doveri morali, non ha super-ego da rispettare, i libri non si aprono con religione ma con spirito critico e vanno aperti e chiusi senza religione, anche criticati e demoliti se sono scritti male o innocui.
Le idee meriniane sui libri e sull’arte sono vetuste, ottocentesche.
I poeti sono spesso carogne, piccoli meschini arrivisti nel 90 per cento dei casi. I salotti letterari sono club esclusivi, intrisi di piaggeria e politica. Una nazione non si fa grande con le parole dei padri che erano uomini soggetti all’errore, esattamente come noi, ma con la democrazia che non esiste e in questo senso nessuna nazione è grande perché nessuna nazione è veramente meritocratica e democratica.
L’idea del posizionamento del poeta sopra un altarino ai piedi del quale stendere fiori ed ex-voto, è francamente ridicola oltre che falsa. Lo era già nell’Ottocento quando il metro e la misura dell’arte erano rappresentate da esclusivi e noiosi circoli per pochi i cui esponenti erano ben lontani dal “vangare la terra” con sacrificio, ma sapevano esplorare perfettamente i dritti e facili sentieri dell’ipocrisia che conducono al successo. Oggi idem.
Oltretutto la poesia della Merini, che poi è una prosa, presuppone una certa contestabile autoreferenza di stampo falsamente masochista quando sostiene: potete camminare su di noi… quel noi presuppone già che si è laureata poetessa, tant’è che immediatamente dopo parla della sua rima che per anni ha tenuto chiusa nella gola come un sacrificio e che ora esplode nel canto.
C’è un’insana indulgenza al patetismo, una visione del mondo letterario che è edulcorata al massimo e non corrisponde di certo alla realtà.
I poeti non hanno alcuna saggezza, spesso sono soltanto dei coglioni, e molti di loro venderebbero la madre per un trafiletto su un giornale che conta, inoltre sono egocentrici e parlano continuamente di se stessi, facendo venire le madonne alla madonne. Questa l’unica loro vera religione.
Anche la Merini parla di se stessa alla fine del componimento, non ha resistito! Non solo propina consigli alla gioventù, bruciandole letteralmente i neuroni con l’idea dell’arte come un prodotto sacro, intriso di cristiana moralità, ma si improvvisa tappeto volante come nelle favole, in grado di trasportare il lettore verso un mondo lontano dalla realtà quotidiana.
Anche l’idea che la poesia sia distante anni luce dal concreto, è falsa.
Che la poesia descriva solo voli d’uccelli e mutamenti interiori, attiene al dictat di una innocuità che piace tanto al mainstream ma che di fatto relega la poesia in un mondo di soli sognatori, come se i versi non dovessero mai denunciare nulla ma solo celebrare bellezza, sacrificio e dolore. Limitativo.

Non subisco la fascinazione della Merini, né di quanti sostengono il principio degli altarini da tributare ad arte ed artisti.
Insomma mettiamo i piedi in terra, guardiamoci attorno. L’arte è un business esclusivista della classe medio-alta che finge di negare continuamente se stessa e di criticarsi senza di fatto modificare nulla in fatto di meritocrazia. Vince sempre il vile denaro. La religione che già fa tanti danni per conto suo, per una volta non c’entra! Gli altarini celebrano sempre falsi dei. Abbatterli sarebbe cosa buona, cosa giusta.

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