Devo piazzare cibo in frigo

Devo piazzare cibo in frigo

Devo piazzare cibo in frigo

Devo piazzare cibo in frigo

Incenso, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Devo piazzare cibo in frigo

.

La morte ti servirà senza cappello

 

Bimbi al confine muoiono di gelo,
in barba al polacco del Vangelo.

Le dragamine procedono tranquille
nell’aria di cobalto.

Tu mettiti lo smalto,
scherza e ridi,
ti fidi della notte dei governi,
dei colletti duri e bianchi
che decidono destini.

Sono duri gli inverni a certi climi,
staccano le mani, strappano sorrisi
di sangue sulla neve,
perché uomini e donne sono leve,
pupazzi senza teli e visi in branchi da macello.
La morte ti servirà senza cappello.

.

 

Le brave persone

 

I commensali sono sei,
hanno occhi e piccoli, serie di pelosi nei,
i loro eloqui burrascosi attorcigliano tempeste virtuali,
sali, zuccheri e carni dentro calamari con osso.
Sopravvivo alle brave persone dentro un fosso iliaco,
coi polsi amari attorcigliati al senso.
Nessuna di loro terrebbe il mio cibo in frigo,
o l’incenso,
se ne avessi bisogno,
o il mio tavolo dentro un avannotto.
Meglio lo scotto di una pensione volante per folli,
o un risotto chimico fragrante d’ufo.
Li ascolto come in sogno, stufufo,
sfodero monosillabico il mio miglior senso cinico.
Hanno i colli tesi come liane,
aspetto che finiscano di torcere le bocche
strette come tane nel tartufo di seconda mano.
Altro da me, scocche di tempo perduto.
C’è come una tensione al silenzio, un richiamo
di Pluto alle nocche del cono d’ombra, così,
in mezzo al suono disarticolato, osceno, piripìpipì, pì e ripì.
Sopravvivo sempre più a stento.
Sento il richiamo primitivo al dileguo.
Nel pieno.
Semplice. Per una volta, eseguo,
mi sbrigo,
devo piazzare il cibo in frigo.

.

Corridoio d’hotel

 

Il corridoio d’hotel ha la moquette a righe,
l’ho vista, è color rame,
i profughi sono come spighe
abbandonano piatti semivuoti sulle soglie del cascame.
La cameriera raccoglie, sbuffa.
Disdegnano tutti le mac patatine,
e fanno bene,
sanno di rancido, truffa e metilene
da esorcista.
Non mangiano speck
nel loro eterno break manicomiale,
hanno gli occhi che piangono sale e spine,
gioia dell’accademista
che non ha mai avuto fame
e sotto sotto è pure un po’ razzista.

.

Video – The Black Star of Mu

Rivista Destrutturalismo

Christ was a female

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

 

 

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Ecco tre intelligentissime sintesi dell’alienazione che vive uno che si smucchia dall’omologazione del pensiero. Dietro la sequenza di metafore assonnanti e consonanti, dietro la studiata asimmetria delle rime la poetessa vuol significare che a chi governa, regge, presiede come alle masse in sudditanza dei drammi globali ovvero individuali non interessa nulla.

    Sia tu vecchio appassito, forestier sfrattato o siriano in culla,
    a papi, scemi e sovrani ti assicuro, di te non frega nulla.
    Per lor conta soltanto che tu, faccia da efebo,
    provi la terza dose del Pfizer, tuo placebo!

Post a comment