Manzoni, “segnacolo in vessillo”

Manzoni, "segnacolo in vessillo"

Manzoni, “segnacolo in vessillo”

Manzoni, "segnacolo in vessillo"

Allineamento, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Manzoni, “segnacolo in vessillo”

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Un articolo del Borgese dedicato al Manzoni nel Corriere della Sera, 23 novembre 1952 si intitolava: Perché i Promessi Sposi non sono popolari nel mondo? L’articolo nasceva perché Manzoni, come sottolinea anche Antonio Russo, “restava confinato alla gloria ambigua delle antologie scolastiche, delle edizioni critiche e delle commemorazioni ufficiali, né si è avuta tra i cattolici italiani alcuna seria esperienza che si possa dire anche lontanamente ispirata a quella del Manzoni. Eliot, com’è noto, ha avvertito il richiamo delle esperienze liriche più disparate, dalle Upanishad, dal Pervigilium Veneris e da Dante sino a Laforgue e ad Ezra Pound; ma ha del tutto ignorato Manzoni”.
Tuttavia, siccome il successo di un’opera letteraria dipende in massima parte dalla politica, nonostante esista ancora oggi gente che lo neghi decisamente in malafede e contro ogni evidenza storica, è dal 1947 che la fama del Manzoni si è notevolmente accresciuta in seguito al successo dei partiti cattolici d’Europa nel dopoguerra e al marketing che ha elevato le jeune homme excessivement devot, come diceva Stendhal, le catholique naïf et vertueux (Goethe), l’uomo la cui vista era offuscata dall’eterno catechismo qui est toujours devant lui (Sismondi), al rango di grande letterato italiano, rendendolo di nuovo popolare attraverso una serie di iniziative che hanno contribuito moltissimo alla sua fama postuma:

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Il nome del Manzoni è diventato così “segnacolo in vessillo”. Cominciò la rivista Politecnico , nel 1945, a fargli una specie di processo come reazionario; poi i Patti Lateranensi vennero inglobati nella Costituzione italiana e un simile processo non sembrò più opportuno; infine i partiti cattolici trionfarono a notevole maggioranza nell’Europa Occidentale e la situazione si capovolse addirittura. Editori, terze pagine dei giornali, commemoratori ufficiali e grandi e piccoli impresari delle lettere vennero colti all’improvviso dalla febbre manzoniana… Per esempio, nel 1947 la bibliografia manzoniana ha subito un rialzo vertiginoso ed è in continuo aumento. Questa febbre si è impadronita perfino delle agenzie turistiche e delle società di enigmistica, una delle quali si chiama addirittura la Sfinge Manzoniana e bandisce un palio annuale che si intitola a Lecco e i luoghi manzoniani. Il palio è già giunto al suo ottavo anno. Quanto ai riflessi turistici del culto del Manzoni, apprendo dai giornali… (Il Quotidiano, Roma. 9 Settembre, 1955) che Lecco attende per il 18 settembre 1955 schiere numerose di ospiti che vengono a ritrovare sulle rive del Lario, assieme ai luoghi incantevoli e a visi che mettono allegria, la rievocazione storica dei Promessi sposi… Il romanzo sarà infatti rievocato, prosegue il giornale, nei suoi episodi più significativi e conosciuti con carri e gruppi, cui parteciperanno oltre 500 comparse, a piedi e a cavallo, nei costumi dell’epoca. In forma di corteo i personaggi manzoniani sfileranno lentamente per le vie centrali di Lecco; una voce, attraverso gli altoparlanti, collegherà di mano in mano gli episodi che rivivranno sui carri mentre a loro volta i gruppi a terra saranno quasi anelli di congiunzione tra gli stessi… Ai concorsi banditi dall’Ente Manifestazioni di Lecco si sono presentati quest’anno 150 artisti delle arti figurative con 530 opere, 50 scrittori e giornalisti e 150 lavori sono stati inviati per il concorso fotografico. Tutte queste opere sono – si assicura- “di contenuto prettamente manzoniano e lecchese” (Russi).

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Nonostante il marketing attorno alla sua figura, però Manzoni che ha avuto successo fin da subito nella sua stessa epoca, è sempre ancora percepito come autore scolastico.
Russi sostiene che ciò avviene a causa del pregiudizio sulla sua morale cattolica, in realtà non si tratta di un pregiudizio ma di un fatto. Manzoni è pesante, non perché sia di difficile lettura ma perché le descrizioni sono troppo lunghe, Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, stanca anche il lettore più paziente, inoltre fa costantemente la morale al lettore, pretende di insegnargli a vivere secondo i precetti di un cattolicesimo stantio e bacchettone in cui perfino Lucia è Mondella, monda, pura e silente, secondo l’ideale cattolico che tanto piace alle scuole italiane dove Manzoni trova fertile terreno per stancare gli studenti quanto basta, giusto salvando quel Don Abbondio così magistralmente tratteggiato, descrizione che il lettore sconta col sentirsi continuamente bacchettato dall’autore, come se l’arte dovesse avere compiti morali che di fatto non ha.

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