Ignazio Silone, Il segreto di Luca

Ignazio Silone, Il segreto di Luca

Ignazio Silone, Il segreto di Luca

Ignazio Silone, Il segreto di Luca

Ignazio Silone, Il segreto di Luca, 1965, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Ignazio Silone, Il segreto di Luca

.

Luca Sabatini, condannato all’ergastolo per un delitto mai commesso, esce di prigione grazie alla confessione di un moribondo che ammette prima di morire di essere stato lui a commettere il delitto di cui è stato accusato Luca. Questi, dunque, torna al suo Paese, Cisterna dei Marsi, dove tutti conoscono la sua storia. Inizia così un romanzo dalla scrittura semplice ma densa e ricca di significati, un’opera che non si limita ad esporre una trama, ma è un documento di viva denuncia dell’ipocrisia provinciale che non risparmia nessuno, meno che mai il clero, i maggiorenti del Paese o la stupidità popolare. Si tratta de Il segreto di Luca, di Ignazio Silone.
I personaggi ruotano tutti attorno a Luca e al suo amico Andrea Cipriani, l’unico in grado di capire a fondo la psicologia di Luca, l’unico a difendere la sacralità della sua innocenza e il suo segreto, ossia il motivo per cui Luca al processo non ha voluto difendersi. Andrea interroga, scava, decide di scoprire tale segreto, a costo di inimicarsi gli abitanti del Paese che da lui, data l’importante posizione politica che occupa, si aspettano favori e raccomandazioni e invece ottengono soltanto la sua genuina curiosità.
Il Paese organizza una festa in occasione dell’arrivo di Andrea. Il sindaco, la cui idea di libertà consiste “nella libera fornicazione”, suggerisce addirittura un motto convenzionale e ridicolo da dire durante la cerimonia: “Cisterna saluta il più illustre dei suoi figli”.
Il nuovo parroco, Don Franco, è interessato soltanto a far vedere ad Andrea dei documenti per l’ottenimento di finanziamenti utili alla costruzione di un inutile monumento ai caduti, “un fascicolo zeppo di carte con su scritto: progetti”.
Quando l’assessore fa notare al parroco che un terzo della popolazione vive in grotte e baracche, il prete replica che “i popoli civili si riconoscono dalla priorità che essi attribuiscono al culto dei morti” attraverso un monumento allegorico a generici caduti con la Gloria che bacia il Sacrificio.
Il dialogo a questo punto diventa surreale. Il segretario comunale obietta che non si può mettere un monumento così scandaloso davanti a una Chiesa parrocchiale perché per rappresentare la Gloria, lo scultore sarebbe costretto a creare una donna nell’atto di baciare un uomo, e tale bacio avrebbe una durata illimitata: “Ti rendi conto? In qualsiasi ora del giorno e della notte, sotto il sole, sotto la neve, senza un solo istante di riposo, quella donna sarà intenta a baciare un uomo. Un bell’esempio, in verità, per le bambine della tua scuola di catechismo”.

Così il parroco, rosso in viso, propone delle varianti meno scandalose: “potrebbe accarezzare con gesto materno la testa del Sacrificio, oppure, che so io, semplicemente sorridergli…”.

Questo episodio del romanzo di Silone mi ricorda un poco la statua della Spigolatrice di Sapri attorno a cui sono stati fatti molti discorsi inutili ed oziosi, è sessista, è offensiva, è uno scandalo, discorsi bigotti che ricordano quelli del prete di Silone con gli assessori comunali. In pochi però hanno capito che quel brutto bronzo che non ha niente di creativamente innovativo (è questo l’unico vero scandalo, dato che l’arte non ha mai alcun dovere morale), è costato 26.000 euro (almeno secondo i bene informati), soldi che magari avrebbero potuto essere impiegati meglio. Insomma tutti quei soldi per consentire ai passanti di farsi un selfie con la mano sul lato b della statua e a 4 politicanti di mettersi in mostra come pavoni con la mano sul cuore e l’aria finto-commossa, forse sono troppi.

Siccome la letteratura spesso è più appagante della vita vera, il don Franco di Silone, è rimasto a bocca asciutta, perché Andrea Cipriani, a differenza dei politici nostrani, non si è nemmeno presentato alla cerimonia in suo onore. Da vero rivoluzionario, non era minimamente interessato a farsi notare e a farsi pregare per concedere finanziamenti a manca e a destra, in una logica davvero tutta italiana.
Vale sempre la pena di leggere Silone. Fa capire meglio anche il presente. Come eravamo e come non siamo affatto cambiati.

.

Video – The Black Star of Mu

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Il Destrutturalismo

Christ was a female

 

 

Comment (1)

  1. giancarlo

    Le solite buffonate Italiane e il clero che ci inculca da neonati la religione con il battesimo e via via crescendo… non si preoccupava di uno che era condannato innocente…

Post a comment