Pane, ossa di morti

Pane, ossa di morti

Pane, ossa di morti

Pane, ossa di morti

Remo Wolf, incisione originale, 10/10, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Pane, ossa di morti

.

Assediato Parigi il 1590 da Enrico IV e trovandosi quel popolo all’ultima miseria per mancanza di Vettovaglia, furono cavate da Cimiteri e Sepolcri le Ossa dei morti, e con esse, pestate e ridotte in farina, fu fatto e ricresciuto il Pane, secondoché ci informa lo storico Davila e ne fa menzione il celebre Signor di Voltaire. (Saverio Manetti, Delle specie diverse di frumento e di pane, siccome della panizzazione, Venezia presso Antonio Zatta, 1776 pp. 225-226).

 

Le ossa dei morti venivano triturate e mischiate alla scarsa farina reperibile, ottenendo un prodotto che, per ovvi motivi, non doveva essere troppo salutare:

 

riusciva la fame più mortifera e più dannosa di prima, convenendosi dalla farina e dalla bollita d’avena, passare a cibi immondi, fino al tritare l’ossa de’ morti e formarne del pane, alimento non solo schifo e abominoso, ma dannoso ancora e così pestifero che le morti dei poveri moltiplicavano fuor di misura. (Historia delle guerre civili di Francia di Henrico Caterino d’Avila, in Venezia, 1638, presso Paolo Baglioni, p. 671).

.

Il pane, cibo dei poveri, è simbolo di sacrificio e offerta a Dio sopra l’altare. Nell’Eucaristia esso è consacrato a testimoniare il corpo di Cristo. Se consumato col sale rafforza il vincolo d’amicizia. Rovesciare il sale davanti all’ospite indicava inimicizia. Dopo la distruzione delle città infatti era uso spargere il sale sulle macerie, come segno d’odio implacabile.
Il pane è rinascita. Il grano è il cibo sacro dispensatore di vita.
Il pane fatto con le ossa sanciva invece il tempo della disperazione dell’uomo, la cronologia della fame e della morte riciclata per un tentativo di vita malata.
Il grano, del resto, è sempre stato un simbolo ambivalente, legato sia alla morte che alla vita:

 

In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. (Giovanni 12,24-26).

.

Ma il cristianesimo non si è inventato nulla, dato che in Egitto Osiride, dio della fertilità e degli inferi, aveva come simbolo la spiga, e seguiva un preciso ciclo morte-rinascita. Nei testi delle piramidi:

.

Che io viva o muoia, io sono Osiride.
Io entro dentro e riappaio attraverso te,
mi decompongo in te, creo in te,
cado in te, cado sul fianco.
Gli Dei vivono in me perché io vivo e cresco nel Grano
che sostiene gli Onorati.
Io ricopro la terra.
Che io viva o io muoia, io sono Frumento,
non vengo mai distrutto.
Io sono entrato nell’Ordine,
confido nell’Ordine,
divengo Padrone dell’Ordine,
emergo dall’Ordine,
rendo distinta la mia forma.
Sono il Signore di Chennet,
sono entrato nell’Ordine
ho raggiunto i suoi limiti…

.

Il dio viene smembrato e si fa cibo per l’uomo, rinascendo. Idea questa che il cristianesimo ha rubato dal paganesimo, chiamandola eucaristia: nella notte in cui veniva tradito prese il pane, lo spezzò e disse questo è il mio corpo che è per voi (Cor. 11,24).
Il pane è il corpo e il vino il sangue.
Ma neppure l’idea del vino come sangue è originale. Basti pensare alla vendemmia e alla passione-morte di Dioniso-grappolo descritta bene da De Martino in Morte e pianto rituale.
Il cristianesimo non ha nemmeno un’idea originale, è semplicemente un copia-incolla delle religioni pagane opportunamente sincretizzate.

.

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Il Destrutturalismo

Video – The Black Star of Mu

Christ was a female

 

 

Post a comment