Bartolini, Antinoo, Sandro Penna

Bartolini, Antinoo, Sandro Penna

Bartolini, Antinoo, Sandro Penna

Bartolini, Antinoo, Sandro Penna

Bartolini, Antinoo, 1955, rara edizione in soli 500 esemplari, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

 

Bartolini, Antinoo, l’efebo dal naso a becco di civetta, La Capannina Edizioni Porfiri, 1955, stampato in sole 500 copie numerate.
Si tratta di un libro che oggi verrebbe sicuramente giudicato politicamente scorretto, nell’epoca ipocrita della cancel culture e dello stare sempre in apnea per paura di dire qualcosa di troppo.
Bartolini in Antinoo si esprime a ruota libera e esplicita senza mezzi termini, il suo punto di vista su critica letteraria, vizi dei poeti e degli artisti, ignoranza di certi antiquari, ma soprattutto pederastia, dando uno spaccato vivo e reale della sua epoca. Così esordisce, evitando i nomi, sostituendoli con lettere dell’alfabeto o con nomi fittizi:

.

Squillò il telefono, era Marcio, il gentile Antinoo; il poeta invertito; l’efebo dal naso a becco di civetta; il pederasta incontenibile. Secondo lui anche il massimo poeta contemporaneo sarebbe un invertito. Ma anche il pittore x; anche il piccolo y (e tant’altri e che, forse, qui di seguito mi verrà fatto di rammentare)…

.

Descrive la mollezza di un poeta che abita al Largo x e che gli apre la porta in mutandine da bagno scusandosi perché stava dormicchiando: dormicchiavo dopo d’aver composto una poesiola ermetica; mi era venuto sonno. Si sofferma sugli orribili quadri del poeta, il suo falso Bonnard.
Da ogni riga traspare una feroce volontà di ironico sarcasmo che probabilmente faceva parte della natura di Bartolini.

Sui critici ha le idee molto chiare:

.

I critici d’arte non son capaci neppure di intendere, nonché d’ascoltare. Sono, per lo più, dei cafoncelli venuti dalla stercaia provinciale. Inurbatisi, in Roma, con una raccomandazione per il direttore d’un giornale; cafoncelli possessori, al massimo, d’un diploma magistrale carpito chissà come. Capiscono ben poco, giacché sono impastati di erta zolla provinciale. E perché non sono capaci di fare altro, in Roma vengono adibiti, da certi direttori, a fare i critici d’arte oppure i critici letterari: partendo dal generale concetto che per fare della critica d’arte basti possedere orecchie solidamente piantate ai lati del cervello: e stare ad ascoltare ciò che dicono, di se stessi, i fatui e i furbi artistoidi. Critici che, talvolta, quando si pongono ad ascoltarmi, segnano, nel taccuino, le frasi toccanti, charmanti, che mi sentono di bocca. Altrettante frasi le traggono dalla lettura delle riviste straniere; per lo più francesi, d’avanguardia. Poi, quando costoro si mettono a scrivere, le applicano a vanvera, ai casi dei loro criticati (tra le altre cose, ecco perché è aberrante, in Italia, la critica d’arte, nonché quella letteraria: l’una e l’altra rappresentano uno sputatoio di sentenze male applicate, e soprattutto, male apprese).

.

Ma chi è il personaggio a cui si ispira Bartolini? Quel Marcio descritto come suo opposto e che gli provoca disgusto? Quel Marcio a cui consiglia di non esplicitare le proprie inclinazioni per evitare di essere ostracizzato dalla critica?

.

Marcio è l’opposto di me: ama gli uomini, ed in ispecie i fanciullini: e dice che sono belli e migliori delle donne. Dice che le donne hanno un didietro largo, pieno, molle e rotondo: mentre i suoi ragazzi l’hanno (e fa coi gesti il segno del volume) schiacciato ai fianchi, quadrato e duro. Tu fai male, (gli parla direttamente) a raccontare ciò che vai raccontando. Sino tanto che lo narri a me sta bene. Io ascolto cose che non sapevo; e taccio. Ma non tutti fanno come me. Tu non consideri che ti pregiudichi, spargendo ai quattro venti il tuo vizio. Tu non lo sai; tu non te ne accorgi; ma il tuo vizio è abominevole. Se tu non vinci i premi letterari, li perdi in quanto i giudici proverebbero vergogna nel premiare te. Inoltre, ed affinché tu lo sappia, i letterati si giovano delle confidenze che uno fa ad essi, per colpirlo dal lato del debole. Ed anch’io, un bel giorno, potrei colpire tali letterati. Intanto è perciò che a te non danno, oppure ti tolgono, le collaborazioni nei giornali… Voi pederasti contribuite ad una più rapida degenerazione dell’uomo e dell’umanità.

.

Man mano che Marcio parla, Bartolini stesso dice di vergognarsi di andare a passeggio insieme a lui perché in fin dei conti si sta parlando di un pedofilo. L’autore è esplicito, mostra un chiaro disgusto per l’innocenza violata:

.

M’interessò, sapere, da lui, ciò che facevano i certuni ragazzi dagli otto ai diciassette anni. Di costoro mi narrò cose che non tanto ripugnano alla mia intelligenza quanto alla mia coscienza e ai miei gusti; e perciò non le voglio neppure descrivere… Io stavo, dentro di me, studiando, il mezzo, il modo, di levarmelo finalmente di torno… La sua compagnia incominciava ad apparirmi odiosa… Marcio giunse a raccontarmi che i fanciullini odorano di muschio e di zibetto, come i canguri. Ma ormai mi faceva schifo e io non gli davo più ascolto… Diceva d’amare nei bambini, la santa innocenza. E che abbracciandoli e baciandoli intendeva abbracciare e baciare l’universo… Il senso dell’innocenza non va profanato giacché la innocenza profanata nel bambino, renderà costui, fatto adulto, un letterato senza coscienza; e, peggio ancora, un uomo che si sottoporrà a tutte le vessazioni dei governi.

.

Secondo gli esperti di Bartolini, (Mugnaini) Marcio altri non era che Sandro Penna.

.

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Video – The Black Star of Mu

Rivista Il Destrutturalismo

 

Post a comment