Mala tantrico, piccoli teschi, buddismo

Mala tantrico, piccoli teschi

Mala tantrico, piccoli teschi, buddismo

Mala tantrico, piccoli teschi

Piccoli teschi in osso di yak, 19° secolo, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Mala tantrico, piccoli teschi

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Le Dakini nel Buddhismo sono manifestazioni divine della mente illuminata e rivestono un ruolo importante nel tantrismo.
La Dakini è letteralmente, colei che vola in cielo, una “danzatrice” bisimbolica perché incarna sia l’ira che la saggezza, sia la giovinezza che la vecchiaia, quindi può essere rappresentata sia sotto forma di giovane fanciulla che di vecchia megera, incarnandone entrambe le nature, pacifica e irata. Questa energia femminile custodisce insegnamenti considerati elevati e profondi. Le Dakini sono energia, डाकिनी, che si nutre della sua stessa carne e unendosi coi Daka crea l’androgino, la perfezione, la saggezza, l’illuminazione.
I Daka, di solito rappresentati come yogi dai capelli scomposti e vestiti di pelli di animali, sono infatti il corrispettivo maschile delle Dakini.
Le Dakini indossano ghirlande di teschi che in occidente vengono stigmatizzati come rosari. Essi si compongono di teschi intagliati a mano in osso di yak, mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia Bovidae, da abili artigiani tibetani o nepalesi.
In passato i teschi venivano fatti con ossa umane utilizzate anche per la Kapala, una ciotola fatta appunto dalla calotta cranica umana, rivestita all’interno d’argento o di smalti e decorata esternamente con incisioni sulla parte superiore e attorno rivestita con dell’argento o altro materiale. I Kapala, esattamente come i teschietti del mala, vengono usati sia nel tantrismo indù che in quello buddhista. Spesso sono opere artistiche di pregevole valore e conservate nei musei antropologici, infatti, specie quelle tibetane, sono lavorate artisticamente con metalli preziosi, oro e argento e pietre dure e semidure. Nei monasteri del Tibet, i Kapala vengono usati per contenere cibo rituale, focacce e pani di pasta a forma di viso umano. Vengono poggiati su piedistalli triangolari. I Kapala attuali sono in bronzo goffrato o in osso e vengono usati nei rituali tantrici.

I mala o rosari hanno un numero di grani sempre multiplo di 9 e derivato dal 108, sacro per antonomasia. Il rosario buddista originario è costituito da 108 frammenti di distintivi teschi umani perché 108 è un numero importantissimo nel Buddismo e non solo, legato alle pratiche dello Yoga e del Dharma e alla creazione, nonché alla dimensione transeunte terrena.  I nadi, o punti energetici sono infatti 108. Per i buddisti ci sono 108 peccati e altrettanti deliri della mente o bugie. Anche nello gnosticismo l’individuo ha 108 vite per eliminare i suoi ego. E le Upanishad sono 108 ma pure le divinità indù hanno 108 nomi.
Nella tradizione Yoga si dice che se il saggio è così quieto da ottenere soltanto 108 respiri in un giorno, raggiungerà l’illuminazione. Le divinità induiste hanno 108 nomi, la danza cosmica ha 108 pose. 108 è anche il numero di energie nel chakra del cuore. Il diametro del sole è 108 volte quello della terra.
Anche nell’Islam 108 è il numero usato per riferirsi a Dio.
Nella religione Jaina 108 è la somma delle cinque categorie delle virtù.
Ho trovato due piccoli teschi di un mala in osso di yak, epoca 19° secolo. Uno, leggermente più piccolo dell’altro, ma di poco. La grandezza dei teschietti è di 4 centimetri circa. Dentro uno di essi, con l’aiuto di una lente, ho visto un pezzetto di carta scritto, probabilmente un mantra o una invocazione alle Dakini. Sopra e sotto i teschietti c’è un foro per il passaggio di un cordoncino, chiaro indizio dell’appartenenza dei due teschietti ad un mala. Il cordoncino è lo stesso per ogni mala. Dovrebbe essere formato da nove fili, per simboleggiare il Buddha Vajradhara e gli otto Bodhisattva. Il grano più grande indica la saggezza, la realizzazione della assoluta vacuità.
I mala oggi sono riprodotti in diversi materiali, ad imitazione di quelli antichi, in resina, in osso, in pietra, in legno, etc. e alimentano un mercato dell’esotico che in parte ha rovinato la spiritualità del simbolo. I teschi durante le pratiche rituali e meditative, hanno lo scopo di ricordare all’uomo la transitorietà.
Trovare un mala antico con tutti i 108 grani è estremamente difficile.
In compenso troverete milioni di repliche, specie da quando il buddismo è diventato una vera e propria moda in Occidente.

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