Sospensione del giudizio, ἐποχή

Sospensione del giudizio, ἐποχή

Sospensione del giudizio, ἐποχή

Sospensione del giudizio, ἐποχή

Sospensioni, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers & Mariano Grossi©

Sospensione del giudizio, ἐποχή

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Di seguito il testo originale del passo di Sesto Empirico Ph., I, 19-35, dove si racconta l’episodio del cavallo dipinto dal pittore Apelle:

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ὅπερ οὖν περὶ Ἀπελλοῦ τοῦ ζωγράφου λέγεται, τοῦτο ὑπῆρξε τῷ σκεπτικῷ.
φασὶ γὰρ ὅτι ἐκεῖνος ἵππον γράφων καὶ τὸν ἀφρὸν τοῦ
ἵππου μιμήσασθαι τῇ γραφῇ βουληθεὶς οὕτως ἀπετύγχανεν
ὡς ἀπειπεῖν καὶ τὴν σπογγιὰν εἰς ἣν ἀπέμασσε τὰ ἀπὸ
τοῦ γραφείου χρώματα προσρῖψαι τῇ εἰκόνι· τὴν δὲ προσαψαμένην
ἵππου ἀφροῦ ποιῆσαι μίμημα. καὶ οἱ σκεπτικοὶ
οὖν ἤλπιζον μὲν τὴν ἀταραξίαν ἀναλήψεσθαι διὰ τοῦ τὴν
ἀνωμαλίαν τῶν φαινομένων τε καὶ νοουμένων ἐπικρῖναι,
μὴ δυνηθέντες δὲ ποιῆσαι τοῦτο ἐπέσχον· ἐπισχοῦσι δὲ
αὐτοῖς οἷον τυχικῶς ἡ ἀταραξία παρηκολούθησεν ὡς σκιὰ σώματι.

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Di seguito la traduzione:

Quel che pertanto si dice a proposito del pittore Apelle, ugualmente fu per gli scettici. Infatti dicono che egli, dipingendo un cavallo e avendo voluto imitare con il dipinto la bava del cavallo, fallì a tal punto da rinunciarvi e scagliare sul disegno la spugna dove asciugava i colori del pennello: cosicché la spugna, attaccandosi, fornì l’imitazione della bava del cavallo. Anche gli scettici dunque speravano di raggiungere l’imperturbabilità mediante la distinzione dell’anomalia delle cose che si manifestano e delle cose che si pensano, ma, non potendolo fare, vi soprassedettero; e l’imperturbabilità casualmente tenne dietro loro che avevano soprasseduto come l’ombra tiene dietro al corpo.

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Soprassedere, non dare un giudizio sulle manifestazioni, diventa necessario quando non si hanno elementi sufficienti e prove certe per poter formulare una verità che possa essere accettabile o plausibile. Tra il pensato ed il manifestato c’è una differenza che il pensiero non riesce a colmare perché il manifestato può assumere risvolti imprevisti come l’imitazione della bava di cavallo ottenuta per caso dal pittore Apelle e scaturita da un moto spontaneo. Quando la realtà molteplice sfugge al nostro controllo, quando non è possibile valutare un pro o un contro sulla base di indizi a nostra disposizione o gli indizi sono così contraddittori da cozzar tra loro e confondere la mente, quando c’è una iper-informazione disinformante per cui si hanno tanti elementi, ma nessuno di questi riesce ad indirizzarci sulla giusta strada di una verità stabile, ebbene, in questi casi, sarebbe molto utile praticare la sospensione del giudizio, quella che i greci chiamavano “ἐποχή”, epoché, appunto sospensione. In un’epoca in cui tutti sembrano avere idee chiare e distinte su tutto senza capire niente, la sospensione del giudizio potrebbe essere il balsamo curativo contro l’assolutizzazione, le prese di posizione litiche e cristallizzate, generate da pochi e insufficienti dati esperienziali a cui si è sottoposti fin dall’infanzia e che i media riciclano per convincerci, per farci schierare, aderire a degli stereotipi e a delle etichette: destra, sinistra, vax, no-vax, conformisti, anti-conformisti, etc., in modo da farci aderire a dei gruppi, a degli schieramenti precisi che eliminano ogni pensiero trasversale. La sospensione del giudizio è una pratica intelligente che consente di esercitare il pensiero e di sfuggire agli stereotipi e alle gabbie in cui il sistema vuole imprigionarci.
E non è solo Sesto Empirico a dilungarsi sulla cautela nei giudizi affrettati; Epitteto criticò certe situazioni emergenti dal teatro classico, prendendone le distanze con una frase stroncante come questa: ἴδε πῶς τραγῳδία γίνεται, ὅταν εἰς µωροὺς ἀνθρώπους πράγµατα ‹τὰ› τυγχάνοντ᾽ ἐµπέσῃ. Così ha origine la tragedia: quando eventi comuni capitano a persone stupide, fa emergere un dato semanticissimo circa il giudizio degli uomini: non ciò che accade di per sé, ma il giudizio da noi elaboratovi ne decreta il valore riferito alla nostra medesima esperienza. Conseguentemente chi ha facoltà di vero discernimento dovrebbe separare le sue opinioni, parto della sua mente, da ciò che non può possedere pienamente, i fatti che gli accadono intorno di cui non ha necessariamente competenza specifica e che richiedono sovente lenta ed approfondita analisi: ταράσσει τοὺς ἀνθρώπους οὐ τὰ πράγματα, ἀλλὰ τὰ περὶ τῶν πραγμάτων δόγματα “Non i fatti turbano gli uomini, ma i giudizi sui fatti” (Epitteto, Manuale, 1, 5).

Così, se non sono un medico e non ho specifiche e approfondite conoscenze neppure di medicina di base, figuriamoci di virologia, come posso essere vax o no-vax, quando perfino i medici stessi sono divisi? Come posso incitare gli altri a fare o non fare il vaccino, quando nemmeno io so nulla? Tuttologi a buon mercato e perlopiù famosi fanno da testimonial pro-vaccino, i media danno risonanza a casi di morte post-vaccino, poi ci sono le percentuali, modificabili, manipolabili, a seconda degli interessi di ciascuno, poi c’è il popolo social che sa sempre tutto e fa campagne pro o contro, con una sicurezza travolgente, parlando di certezze inopinabili, facendo della sensazione individuale e individualizzante nonché spesso fallace, legge universale che dovrebbe andar bene per tutti, e da qui slogan, incitamenti a fare o non fare il vaccino, post autodeliranti che mescolano due nozioni di medicina estrapolate da giornali di quinta categoria con notizione altisonanti pubblicate sui media, in una confusione totale che si aggiunge ad altra confusione, miscelata ad altre pseudo-certezze in un carosello che dovrebbe aiutare l’utente medio non a carpire dati oggettivi, ma a diventare protagonista di una corte dei miracoli in cui tutti sanno tutto, salvo il fatto di non sapere realmente nulla.

Perché non sospendere il giudizio? Il dubbio aiuta a vedere il mondo con più lucidità, ma viene spesso trascurato a favore di certezze mai certe.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

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Rivista Il Destrutturalismo

 

 

 

Comment (1)

  1. giancarlo rosati

    QUELLO CHE HAI SCRITTO è REALE, CERTEZZE NON CI SONO, QUINDI SCEGLIAMO CON LA NOSTRA TESTA. BUONA SERATA

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