Albert Robida, Viaggi Straordinarissimi

Albert Robida, Viaggi Straordinarissimi

Albert Robida, Viaggi Straordinarissimi

Albert Robida, Viaggi Straordinarissimi

Albert Robida, Viaggi Straordinarissimi, Sonzogno 1910, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Viaggi Straordinarissimi di Saturnino Farandola

.

Viaggi Straordinarissimi di Saturnino Farandola nelle 5 o 6 parti del mondo ed in tutti i Paesi visitati e non visitati da Giulio Verne per G. Robida, un romanzo per ragazzi di fine Ottocento, pubblicato in Italia dalla Sonzogno con questo esatto titolo nel 1910.
La Sonzogno non ha mai badato troppo alla qualità della carta, infatti la maggior parte dei libri vintage di questa casa editrice ha fogli molto, troppo sottili che presentano meravigliosi quanto fastidiosi ingiallimenti specie ai bordi. L’edizione del 1910 dei Viaggi straordinarissimi non fa eccezione. La copertina è molto bella, telata e illustrata a colori, anche i 450 disegni presenti dentro il testo, sono apprezzabili, purtroppo la carta ha una grammatura leggerissima e bisogna pure stare attenti a maneggiarla per non procurare strappi durante la lettura. Inoltre si rileva un errore significativo, sulla copertina è scritto G. Robida, mentre dentro il testo ecco A. Robida. Ignoro le cause dell’errore.
Il nome dell’autore inizia infatti per A., Albert Robida (14 Maggio 1848 – 11 Ottobre 1926), caricaturista, illustratore e scrittore che tenta di imitare Verne senza riuscirci. Nella sua epoca era considerato una personalità di tutto rispetto e anche abbastanza nota. Oggi il suddetto deve la sua fama unicamente al libro sulle avventure di Saturnino Farandola, sic transit gloria mundi
Attualmente è uno scrittore poco conosciuto, altrettanto poco citato, ma nel 1938-1940 in Italia un disegnatore come Pier Lorenzo de Vita si interessò ad illustrare le sue storie su testi di Federico Pedrocchi e poi di Guido Mellini, per il settimanale Topolino.
Inoltre Albert era egli stesso un illustratore bravissimo e fecondissimo. Illustrò efficacemente anche molti classici della letteratura oltre che i suoi stessi romanzi.

Saturnino Farandola è un bimbo che riesce a salvarsi da un naufragio e viene adottato da una colonia di scimmie che lo trattano come se fosse un loro figlio e lo curano amorevolmente. Cresciuto, Saturnino decide di tentare la via del mare e incontra il capitano Lombrico, capitano della Bella Leocadia. Da questo momento vivrà una serie di rocambolesche avventure in varie parti del mondo.
Mentre Verne nei suoi libri intuisce perfettamente quando è necessario fare una pausa riflessiva tra un’avventura e l’altra, per dire anche qualcosa tra le righe e gestendo bene la materia della trama, evitando grovigli e iper-avventure inverosimili, Robida che tenta di parodizzarlo fin dal titolo, in quel “straordinarissimi” che sembra quasi uno sfottò, non si rivela però altrettanto esperto nel maneggiare i personaggi, che si buttano a capofitto in viaggi avventurosi in cui le complicanze della trama veleggiano troppo spesso soltanto sulla superficie.
Robida non va oltre quello che si legge e questo è il suo grande limite di narratore. Dopo un poco il lettore si stanca, ha bisogno di una pausa, il concatenamento furioso e un poco scoordinato di eventi, diventa perfino noioso, scontato, senza pathos. La meccanicità della scrittura, unita ad una freddezza di fondo, crea un desiderio di approfondimento, di un senso che vada oltre le uccisioni, le torture alle tartarughe, gli incontri galanti sotto il mare, i personaggi bellamente riciclati dai romanzi di Verne e infilati forzatamente dentro il testo.
Manca anche quella ironia che invece sarebbe stata necessaria in un romanzo che parodizza altri romanzi.
Il lettore non ha nemmeno il tempo di fare un respiro che il protagonista si trova sballottato come un pupazzo da una situazione inverosimile ad un’altra, da un’azione guerresca all’altra, senza tregua, senza scampo.
L’interiorità del personaggio non sembra preoccupare minimamente l’autore, tanto che nulla sappiamo veramente di lui, tranne i dati biografici e l’esuberante suo desiderio d’azione continua, insanabile e tediosa che sa di patologico.
Saturnino Farandola è una macchina utile alla costruzione di una trama di superficie.
Non c’è infatti senso profondo in questo romanzo. Lo stile è molto semplice, fanciullesco, poco attrattivo.
Anche lo sfondo è abbozzato, non ha ragione storico-estetica, ma soltanto un esotismo di maniera che dà al lettore quel senso infantile ed un po’ esotico di avventura, rinvenibile in tanti romanzi dallo scarso valore letterario. La bellezza delle illustrazioni dello stesso Robida, compensa tuttavia, in parte, la delusione per il testo scritto.

.

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Video – The Black Star of Mu

Rivista Il Destrutturalismo

 

 

Post a comment