Tassoni, Petrarca, libertà intellettuale

Tassoni, Petrarca, libertà intellettuale

Tassoni, Petrarca, libertà intellettuale

Tassoni, Petrarca, libertà intellettuale

Tassoni, Opere minori, vol. II, Formiggini 1926, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Tassoni, Petrarca, libertà intellettuale: Degli Avvertimenti di Crescenzio Pepe

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Alessandro Tassoni era un curioso tipo di letterato che, pur essendo un cortigiano, non ha mai rinunciato ad una certa indipendenza di giudizio. Fu così che osò criticare alcuni versi di Petrarca, sostenendo la grandezza dello stesso ma contemporaneamente sottolineando come anche i grandi non siano eventi da difetti. Senza entrare in merito della critica tassoniana al Petrarca, che richiederebbe spazi e tempi molto più articolati di  un articoletto su un blog, preme sottolineare che, giuste o sbagliate che fossero le critiche del Tassoni, rivelano comunque un tipo di mentalità spregiudicata, libera e moderna, un tipo di condotta che, esulando dal nome dell’autore, valuta il solo testo.

Non appena vennero pubblicate le Considerazioni sopra le rime del Petrarca, ci fu un mezzo scandalo, grande scalpore nel mondo letterario, perché Tassoni, con il suo spirito vivace e caustico, aveva osato avanzare appunti su un autore intoccabile. Se il Marini e il Guarini lodarono Tassoni per aver avuto il coraggio di segnalare “mende” della poetica del Canzoniere, la maggior parte dei letterati condannò Tassoni e fu un gran ciarlare nelle anticamere delle corti, nelle adunanze letterarie, si mormorava, ci si scandalizzava, fino a che non venne pubblicata la confutazione di Gioseffe degli Aromatari d’Assisi che in 96 nutrite pagine sciorinò tutta la sua eloquenza per ribattere le argomentazioni del Tassoni. Questi però rispose a sua volta e diede alle stampe un volume di oltre 200 pagine a firma Crescenzio Pepe.
Qui arriviamo al punto che mi interessa. Scriveva il Tassoni:

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Primieramente adunque voi mostrate di credere che l’Avversario facesse quelle sue Considerazioni per biasimare il Petrarca nostro, il che non mi pare da dire; imperoché, se ciò fosse, non avrebbe difese, né dichiarate le sue rime, né lodate in tanti luoghi come ha; ma sempre avrebbe tenuto un medesimo stile in opporgli.
Anzi, per quello che a me ne pare, egli molto all’aperto mostra di riconoscerlo per Principe de’ Melici, per padre della lingua e dignissimo di ogni onore. E si protesta più volte che, s’egli va notando nelle sue Rime quello che non gli par da imitare, nol fa a mira di biasimarlo, né d’onorarsi de’ falli suoi; ma per mostrare a quegli, che per comporre eccellentemente sieguon le sue pedate, che s’egli, camminando per la via retta, sdrucciolò alcuna volta, o mise un pie’ nel fango, non si ha da fare come certi scolari d’Aristotile che balbettavano a bello studio, perché balbettava il maestro; e certi adulatori d’Antigono, i quali, essend’egli cieco da un occhio, portavano anch’essi una bolletta su l’occhio da quella parte, quasi non fosse difetto, ma grazia e leggiadria da imitare… Non è lo stesso il dire che uno scrittore sia autorevole e grande, e l’dire che egli sia irreprensibile e sacro… onde Seneca… il nascer uomo è nascer suggetto al fallire…

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Il Tassoni, in parole semplici, dà una lezione modernissima e sempre valida sulla stupidità della sacralità del nome, sottolineando l’importanza fondamentale di quella che oggi viene chiamata “onestà intellettuale”, capace di leggere un testo superando piaggerie e imitazioni scimmiesche di nomi che vengono considerati a priori indiscutibili.
Tassoni mette in crisi con le sue Considerazioni, l’indiscutibilità stessa della poesia, la sua sacralità. Il fatto di mettere in luce i difetti di un’opera non guasta la grandezza dell’autore, se questi è veramente grande, però disturba i vari servi di un sistema che si appunta sulla sola sconsiderata adulazione del nome.
Inutile dirvi che adoro Tassoni e detesto chi segue il fascino del solo nome.
Purtroppo la sua grande lezione è tuttora completamente ignorata perché è molto più facile l’adorazione del sacro in confezione regalo che la sua disamina critica in quest’epoca di blogger e influencer famosi per non dire assolutamente nulla.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

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Rivista Il Destrutturalismo

 

Comment (1)

  1. giancarlo rosati

    BE I GRANDI RIMANGONO GRANDI IL TASSONI HA AVUTO UN GRAN CORAGGIO MA è COSì CHE I GRANDI SI FANNO NOTARE

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