I fratelli di Gesù

I fratelli di Gesù

I fratelli di Gesù

I fratelli di Gesù

Aurelio Bianchi-Giovini, Critica degli Evangeli, vol. I, 1862, Credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

I fratelli di Gesù, Iacopo, Jose, Simone, Giuda

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Nella Critica degli Evangeli, precisamente nel Vol. I, cap. VI, “Verginità di Maria”, Aurelio Bianchi-Giovini sostiene, e a ragione, che il Buddismo è molto più antico del Cristianesimo. Secondo una leggenda buddista, il Budda, volendo redimere il mondo e indirizzare gli uomini sul sentiero della salute, “nella quinta età del mondo, s’incarnò nel seno della vergine Lamoghiuprul, discendente di una stirpe illustre di re e fidanzata a un altro re di nome di nome Sezan”. La vergine suddetta venne fecondata da Kiacin, il Dio della luce che la mise incinta mediante il potere luminoso dei suoi raggi.

Che dire poi dell’antica religione persiana e del mito di Sosiose, generato da una vergine, liberatore e purificatore del mondo.

I Cabalisti insegnavano di una vergine fecondata dallo spirito del Giovane delle Facce, prima manifestazione di Dio. I cabalisti siriani semi-cristiani avevano nei loro racconti una vergine chiamata in siriaco Bar-Bel, Figlia di Dio, “emanata dal Padre Incognito o Dio occulto nella sua esistenza”. In lei si era incorporato un Eone, che nascendo da dal suo corpo divenne il Messia o Cristo.

In sintesi, i Cristiani non si sono inventati proprio nulla.

La leggenda della fecondazione di Maria da parte dell’angelo e il dogma della sua verginità, non era affatto una storia originale. Anche Mitra, Oro, Adone erano tutti nati da vergini.

Il parto virginale per opera di un dio, non era estraneo neppure all’antichità greca:

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 Aristone, padre di Platone fu da una celeste voce ammonito di non toccare la sua sposa finché non concepisse da Apollo e partorisse un figlio. La qual tradizione sembra che fosse quasi contemporanea perché ne parlano Speusippo discepolo di Platone, discepolo e figlio di sua sorella Potona, e Clearco, e dicono che fosse l’opinione corrente in Atene. Se crediamo all’autore delle Ricognizioni attribuite a San Clemente, che scriveva prima di Origene, Simone Samaritano si vantava nato da Rachele ancora vergine e prima che avesse commercio con suo marito Antonio. Filostrato spacciò lo stesso di Apollo Tianeo, ed Asclepiade di Mendes narra, che Atia madre di Augusto fu ingravidata da Apollo sotto la forma di un drago. Simili racconti che sarebbero assurdi ai dì nostri, erano credibilissimi in una età piena di misticismo e quando l’immaginazione si compiaceva di trovare il meraviglioso negli accidenti ancor più semplici della natura (Bianchi-Giovini).

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Il mito della verginità di Maria, viene smentito dall’esistenza dei fratelli di Gesù di cui si parla negli Atti degli Apostoli, in Marco e Matteo. Ci sono noti pure i nomi: Jacopo, Jose, Simone e Giuda.

Come sarebbe nata dunque la verginità di Maria?

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Il primo documento di questo mistero, a cui si possa assegnare una data istorica, si trova nella Epistola che sant’Ignazio vescovo di Antiochia scrisse agli Efesi l’anno 107, intanto che veniva condotto a Roma per essere dato alle fiere; il quale dice che restarono ignoti al principe di questo mondo (al demonio), la verginità di Maria, il di lei parto e la morte del Signore: tre misteri che Dio volle consumare in silenzio; e che egli, Ignazio, rivelava queste cose perché molti cristiani de’ suoi tempi non le credevano. Pare pertanto che la Chiesa di Antiochia sia stata la prima ad insegnare cotali dogmi, e che nel 107 fossero ancora poco diffusi. San Gerolamo dichiara anch’egli che Maria si era risposata a Giuseppe per un occulto consiglio della divina sapienza, la quale volle impedire al demonio di aver notizia dell’incarnazione del Salvatore; e san Giovanni Crisostomo sembra voler dire che il mistero della verginità di Maria non fu rivelato al pubblico alfine di rimuovere le male sospizioni. Ad ogni modo quei dottori confessano che la verginità di Maria non fu conosciuta dai contemporanei (Bianchi-Giovini).

In effetti se andate a guardarvi Matteo XIII, 55:

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Forse non è costui il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria? E i suoi fratelli non sono Jacopo e Iose e Simone e Giuda? Non conosciamo forse tutte le sue sorelle?

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E Marco, VI, 3:

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Non è questi il falegname, il figlio di Maria, e il fratello di Giacomo e di Iose, di Giuda e di Simone? Le sue sorelle non stanno qui da noi?

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Più che di risposte, la religione ha bisogno di domande.

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Comment (1)

  1. giancarlo rosati

    molto interessante grazie buona giornata

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