Cinquecento, Ricette, alchimia, belletti

Cinquecento, Ricette, alchimia, belletti

Cinquecento, Ricette, alchimia, belletti

Cinquecento, Ricette, alchimia, belletti

Del compendio dei secreti razionali dell’Eccellente medico e cirugico M. Leonardo Fioravanti Bolognese, libri cinque, in Venezia presso Vincenzo Valgrisi, 1564 credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Leonardo Fioravanti, Cinquecento, Ricette, alchimia, belletti.

.

Nel 1564 Leonardo Fioravanti, medico e alchimista, grande sperimentatore, un poco santo, un poco simpaticamente imbroglione, pubblicava a Venezia, Del compendio de’ secreti rationali diviso in cinque libri.
Il primo libro libro tratta dei segreti della medicina; il secondo di quelli della chirurgia e di come si pratica quest’arte; il terzo dell’alchimia e dei suoi segreti; il quarto della materia dei belletti usati dalle donne; il quinto dei segreti di diverse arti: agricoltura, modo di fare vernici, conciare la colla di pesce, modo di fare colle, di frollare le carni, e altre curiosità, etc.
Fioravanti era di base un empirista, uno che sperimentava in prima persona e dava grande importanza all’esperienza diretta, in netta contrapposizione con i medici del suo tempo, nutriti più di teoria che di pratica.
Stante il valore attribuito ai dati empirici, Fioravanti non concepiva la separazione dei saperi e a suo parere un medico e chirurgo doveva saper fare un po’ di tutto: conoscere le erbe, le pietre, i metalli, saper calcinare, distillare, usare forni e lambicchi, creare rimedi per malattie ma anche per altri scopi pratici. Il chirurgo ideale doveva conoscere perfino l’agricoltura, per comprendere le cose naturali e il disegno per rimediare alle fratture, la falegnameria per fare i supporti necessari ad aggiustar le ossa, e l’arte del fabbro per saper fare i ferri usati in medicina. Scriveva infatti:

.

La cirurgia è un’arte manuale, con la quale i Cirugici curano ferite, ulcere e aposteme. Et questa fu trovata da Pastori e esperimentatori delle cose naturali; e non si fa arte nel mondo, nella quale non sia necessario di sapere più cose, quanto in questa: percioche egliè necessario di intendere l’Agricoltura, per haver cognitione delle cose naturali, che nella Cirugia si convengono. È necessario ancora di intendere il dissegno, per saper tornare l’ossa rotte al suo proprio luogo, e saper unire le ferite che stieno bene. E ancor necessario intendere l’arte del falegname, per saper fare le casse da sostentarvi ossi rotti, come braccia, gambe, dita e altri membri. Bisogna intender l’arte fabrile, per saper fare i ferri al suo proposito; e bisogna intender l’arte dell’aromatario, per saper fare gli uguenti. Et ultimamente è necessario di saper l’arte dell’alchimia, per saper distillare tutte le sorti di acque e di ogli appartenenti alla Cirugia, e altre infinite arti sarieno necessarie di sapere, volendo essere perfetto Cirugico…

.
Grande viaggiatore, Leonardo amava raccogliere dati e non disdegnava i rimedi e le ricette contadine e casalinghe a suo dire di comprovata efficacia.
I cinque libri del compendio sono leggibilissimi anche oggi. Lo stile è accattivante ma anche specificamente descrittivo e preciso quando si impegna, per esempio, nella descrizione dei forni alchemici e di tutti gli strumenti che occorrono per le varie operazioni di trasmutazione e distillazione.
Le ricette proposte fanno oggi sorridere, in parte per l’uso di sostanze anche tossiche, in parte per le ingenuità, come quando suggerisce alle donne impossibilitate a trovare sostanze adatte a far unguenti e belletti, di prendere dell’ortica e di sfregarsela per benino sulla faccia allo scopo di farsi le guance belle rosse e avere un incarnato più salutare, perché si sa, sostiene, che le donne sono disposte a sopportare grandi sofferenze pur di apparire più belle; oppure quando afferma di riuscire a fare la pietra filosofale e ne dà pure una ricetta. Dopo aver descritto diversi modi per preparare cosmetici per la pelle del viso, afferma con sicurezza che il modo infallibile per far sembrare bellissime anche le donne più brutte, sia la ricchezza perché la povertà dà troppi pensieri che rendono il viso mesto e addolorato, dunque brutto:

.

Quello che fa più bella una donna di tutte l’altre cose è l’esser ricca e avere pochi pensieri, e stare allegra: perciocché la povertà, i pensieri e il cordoglio son tre cose, che farebbono invecchiare una persona di quindici anni, e tutti i belletti del mondo non sarieno sufficienti a farla parere bella, perciochè come il cuore è afflitto; la faccia piange e gli occhi stanno mesti e adolorati, si che non vi è altro per fare parere una donna brutta, bella, che il darle marito ricco che le voglia bene…

.

Nonostante questa sua affermazione sul valore cosmetico della ricchezza, Fioravanti scrive nel suo libro che il suo scopo nel praticare l’alchimia non è mai stato quello di arricchirsi o di fabbricare l’oro, bensì produrre sostanze utili per la medicina, la cosmesi e l’uso quotidiano. Non mancano nemmeno le ricette di cucina e la fabbricazione di olii che si usano ancora oggi, per esempio, olio di cannella, olio di mandorle dolci, etc.

Invece di studiare Fioravanti dalle sintesi dei cattedratici, correte direttamente al testo. Leggere i testi originali senza filtri accademici è possibile, basta volerlo fare ed è anche molto divertente.

.

Video – The Black Star of Mu

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Il Destrutturalismo

 

Post a comment