Francesco Francavilla, Il simbolismo

Francesco Francavilla, Il simbolismo

Francesco Francavilla, Il simbolismo

 

Francesco Francavilla, Il simbolismo

Francesco Francavilla, Il simbolismo, Ultra, 1944, credit Antiche Curiosità©

Mary Blindflowers©

Francesco Francavilla, Il simbolismo

.

Francesco Francavilla per la collana Che cos’è? Biblioteca Universale della conoscenza, edizioni Ultra, 1944, dà alle stampe un saggio divulgativo che apre la collana stessa, è infatti il volume numero uno. Si intitola Il Simbolismo e contiene 12 tavole fuori testo in bianco e nero. Si tratta di un saggio prettamente divulgativo, una lettura veloce. Lo stesso editore in quarta di copertina lo precisa:

.

Questa collezione a carattere eminentemente divulgativo, vuole offrire a un larghissimo cerchio di lettori, qualunque sia la loro preparazione culturale, un complesso di opere, agili di mole ma dense di contenuto…

.

Il libro consta di sole 68 pagine più indice e traccia un rapidissimo excursus partendo dal mondo greco fino ad arrivare all’etica di Valéry. Nonostante la rapidità con cui vengono trattati gli argomenti, si può comunque definire un libro gradevole perché infarcito di piccoli aneddoti curiosi che ci presentano come vivi i personaggi della letteratura descritti, quindi il lettore si sente coinvolto nel loro mondo. L’aneddotica parte fin dalla premessa in cui è scritto:

.

Al direttore dell’osservatorio di Parigi si presenta un giorno, nel 1840, un ciambellano delle Tuileries. Un augusto personaggio vuol visitare la specula; ha un gran desiderio di contemplare un po’ più dappresso qualche lembo di cielo. Fissati il giorno e l’ora, il principe non si fa attendere. Quale onore! Il direttore accoglie l’ospite con tutto il cerimoniale di prammatica. Un’occhiata al cielo? Il grande cannocchiale è qui: non c’è che da incastrarvi l’occhio. E proprio in quest’ora si potrà ammirare una delle più belle stelle.
– Ecco Sirio, monsignore -, dice premuroso l’astronomo.
Il principe si sofferma a contemplare; poi, ritraendosi, con fare confidenziale e con una strizzatina d’occhi, a mezzavoce:
– In confidenza, signor direttore – dice – siete sicuro che quella stella si chiami proprio Sirio?
Con questa gustosa premessa, Paul Valéry iniziava, nel 1936, la commemorazione dei cinquant’anni del Simbolismo.

.

Valéry aveva utilizzato la storia di Sirio per far capire come nel firmamento delle opere letterarie esistevano autori che si distinguevano dagli altri, “un ammasso” chiamato Simbolismo, ma un po’ come la denominazione della stella Sirio, non c’era alcuna sicurezza che quello fosse il suo vero nome.

Sempre tramite un aneddoto Francavilla descrive la solitudine di Mallarmé:

.

In una piccola casa di campagna, a Valvins, dove soleva trascorrere le vacanze, Mallarmé mostrò un giorno alla signora Rachilde e al di lei marito le saracinesche metalliche fissate alle finestre dello studio.
– Ah, mio caro Vallette… tutto andrebbe bene se non ci fossero le mosche!
– Ma in tal modo – intervenne la signora – vi private della visione netta del paesaggio!
Egli la guarda un po’ stupito, poi, posandole l’indice sulla guancia, come si fa per calmare un ragazzo troppo ardito, dice:
– Signora, bisogna convincersi che la trasposizione è la sola verità che abbia un valore! La luce non sarebbe così bella, se non fosse preceduta dalla caligine.
Ecco, attraverso la trasposizione, egli voleva attingere la verità suprema, attraverso la bruma, conquistare la luce. Morì, ignorato quasi da tutti, il 1898.

.
Maeterlinck è colto nel vivo di una disputa molto accesa con Debussy a causa di Georgette Leblanc che era stata sostituita per interpretare Mélisande. La Leblanc infatti aveva litigato precedentemente con la direzione dell’Opéra-Comique a causa della sua interpretazione troppo realistica dell’eroina di Mérimée:

.

… mi sono urtata al momento di Carmen contro esigenze verso le quali ho adottato un contegno di sprezzo. Queste cose non si perdonano. Un giorno mi fu sottoposto un dilemma: o sottomettermi o dimettermi. E mi si avvertì che un’altra era pronta a prendere il mio posto; e che stessi in guardia contro ogni decisione avventata, ché le porte dell’Opéra-Comique sarebbero poi rimaste sempre sprangate per me. Non c’era nulla da fare, scissione del contratto.

.

Maeterlinck fu molto contrariato dalla sostituzione dell’attrice e andò a minacciare Debussy col bastone poi scrisse una lettera al Figaro nella quale sosteneva che la commedia non gli apparteneva più.

La Leblanc da parte sua descrive il Maeterlinck “come l’immagine stessa del turbamento”, tanto calmo nei suoi saggi quanto turbato nella realtà, preda di una varietà di apprensioni tanto che non dormiva mai senza “alcune armi a fianco del letto, rivoltella a portata di mano, coltello corso aperto e fucile carico”.

Nel complesso quello di Francavilla, è un libro che dà qualche imput per ulteriori approfondimenti.

.

Video – The Black Star of Mu

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Il Destrutturalismo

 

Post a comment