Utopia di Cuccagna, antiparadiso

Utopia di Cuccagna, antiparadiso

Utopia di Cuccagna, antiparadiso

Utopia di Cuccagna, antiparadiso

Pinocchio, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

L’utopia di Cuccagna, antiparadiso

 

-Vado ad abitare in un paese che è il più bel paese di questo mondo, una vera cuccagna!…
-E come si chiama?
-Si chiama «il Paese dei balocchi.» Perché non vieni anche tu?
-Io? No davvero!
– Hai torto, Pinocchio! Credilo a me, se non vieni te ne pentirai. Dove vuoi trovare un paese più sano per noialtri ragazzi? Lì non vi sono scuole: lì non vi sono maestri: lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai. Il giovedì non si fa scuola: e ogni settimana è composta di sei giovedì e di una domenica. Figurati che le vacanze dell’autunno cominciano col primo di gennaio e finiscono coll’ultimo di dicembre. Ecco un paese come piace veramente a me! Ecco come dovrebbero essere tutti i paesi civili!…
-Ma come si passano le giornate nel «Paese dei balocchi?»
– Si passano baloccandosi e divertendosi dalla mattina alla sera. La sera poi si va a letto e la mattina dopo si ricomincia da capo…

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Così Collodi in Pinocchio, descrive il Paese dei Balocchi. Ma non è stato Collodi a inventare la cuccagna. Esisteva già infatti, un antico racconto francese dedicato a Cuccagna, pubblicato da Väänänen, Le fabliau de Cocagne, XIII secolo. Nel fabliau si narra della visita ad un Paese straordinario dove sono bandite le guerre ma si mangia e si beve senza lavorare, dato che l’attività più in voga a Cuccagna è proprio dormire. Più si dorme più si guadagna. Per questo motivo gli abitanti sono sempre allegri. Cuccagna è il rovesciamento dell’Eden veterotestamentario, una sorta di Paradiso terrestre da cui sono però banditi i doveri. L’idea religiosa viene abilmente manipolata a specchio per creare un gioco oppositivo che apre il varco al pensiero sul mondo perfetto. Mentre in Paradiso sono tutti morti, a Cocagne sono tutti vivi e godono appieno della loro condizione di abitanti di un Paese che rovescia la realtà ordinaria del mondo. Il motivo di cuccagna pervade una parte considerevole della letteratura mondiale. Bachtin individua facilmente motivi “cuccagneschi” nell’opera di Rabelais oltre che nella letteratura medioevale:

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Esisteva anche un ciclo molto popolare di leggende legate al paese utopico della ghiottoneria e dell’ozio (ad esempio il fabliau Pays de cocagne). In numerosi documenti della letteratura medioevale troviamo tracce di siffatte leggende… Nel romanzo Guillon de Bordeaux è descritto un paese dove il pane cresce in abbondanza e non appartiene a nessuno. In un’altra opera intitolata Voyage et navigation de Panurge, disciple de Pantagruel, en des isles incogneues et merveilleuses (1537), è descritto un paese utopico dove le montagne sono di burro e farina, i fiumi di latte, piccole paste calde nascono come i funghi, direttamente dalla terra ecc. Anche in Rabelais, negli episodi del soggiorno di Alcofribas nella bocca di Pantagruele (il motivo della salvezza a pagamento) e in quello della guerra delle Salsicce, ritroviamo un’influenza di questo tipo di leggende. (Bachtin, L’opera di Rabelais nella cultura popolare).

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La Navigatio sancti Brendani, opera in cui una compagnia di monaci approda in un’isola dove riesce a sfamarsi e rifocillarsi e bere un’acqua che fa dormire per tre giorni, per poi andar via nel timore di cader nell’ozio, viene anch’essa associata dalla critica al Paese di Cuccagna. Questo però non viene nemmeno nominato. Qualsiasi approdo in isole inebrianti potrebbe prestare il fianco ad interpretazioni cuccagnesche e si potrebbe veder dappertutto una cuccagna proprio perché : “Il pays e l’isola inebriante” risponderebbero “agli stessi principi” (A. Baldan, L’utopia di Cuccagna). Tuttavia, per evitare facili generalizzazioni, occorre dire che ogni testo va analizzato a sé, ma che il principio della cuccagna, non sempre viene usato dalla letteratura a scopi moralizzatori come ne La Navigatio sancti Brendani dove anche l’ozio è percepito come peccato contro Dio. La cuccagna in senso lato come concetto di Paese dove si ozia e si mangia senza lavorare, è stata utilizzata infatti anche dalla letteratura satirica e dalla parodia tendente al basso e priva di intenti didascalici. La Bengodi di Boccaccio, è una cuccagna del tutto mondana, utile per veicolare una beffa e l’antiparadiso consiste proprio nella sua natura non reale:

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Maso rispose che le più si trovavano in Berlinzone, terra de’ baschi, in una contrada che si chiamava Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce e avevavisi un’oca a denaio e un papero giunta; e eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevano che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n’aveva; e ivi presso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciola d’acqua (Decameron VIII, 3).

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