Scrittore, fantasmagorie, crisalidi, personaggi

Scrittore, fantasmagorie, crisalidi, personaggi

Scrittore, fantasmagorie, crisalidi, personaggi

Scrittore, fantasmagorie, crisalidi, personaggi

L’animale solitario, credit Mary Blindflowers©

 

Anna Maria Dall’Olio©

Scrittore e uomo pubblico

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Nel XX secolo si è sperimentato moltissimo a qualsiasi livello. Alla fine degli anni ’70, tuttavia, lo spazio dell’individuo si è ristretto a quello domestico (“beehive society”). Sono venuti meno anche i tradizionali luoghi d’incontro degli scrittori (caffè, circoli, ecc.). Tuttavia, allo scrittore resta l’esigenza di incontrare i suoi pari per sviluppare e affinare le proprie facoltà narrative.
Nello spirito umano si trova un serbatoio di oralità pregno di impressioni ed emozioni accumulate che crea una pulsione che tende all’espressione. Talvolta, l’energia verbale è canalizzata dalla comunicazione interpersonale (telefonate, chat, ecc.), altrimenti riaffiora nell’attività della scrittura. Perciò, gli scrittori devono isolarsi prima dell’atto della scrittura: dopo 8-10 ore di isolamento il livello di concentrazione nella mente dello scrittore è tale che egli è veramente in grado di immergersi in profondità inconsce; quando la vita reale, che è di superficie, è troppo pressante, è impossibile scrivere. Quindi, la scrittura è un’amministrazione della pressione verbale interna.
Naturalmente, lo spunto di osservazione e di contatti è la realtà. Un altro input è dato da film, libri, frasi tratte da conversazioni. Col tempo si impara a selezionare gli input e a dedurre la motivazione di fondo di quello che si vede e si sente. Contemporaneamente, si metabolizza tutta l’esperienza con i suoi fantasmi: poi, per qualche motivo, emerge alla luce trasformata in una precisa atmosfera. Tutto si condensa in una metafora estesa (diversa da quella del linguaggio) che interessa tutta la storia di un racconto o di un romanzo, come in “Moby Dick” o “Il deserto dei Tartari”.
La scrittura è l’atto finale del processo psicologico, per cui bisogna staccarsi dalla realtà e immergersi là dove si stanno formando fantasmagorie e crisalidi di personaggi. Solo così la realtà può trasformarsi in arte.
Il rapporto che lo scrittore ha con se stesso è molto pericoloso (statisticamente il 30% si uccide). Mentre la gente comune vive in modo funzionale al mondo esterno, lo scrittore scoprirà in sé qualcosa di spaventoso. Può succedere che qualcuno apra la porta del superego per entrare nel modo dell’ego: è un viaggio senza ritorno, perché il contatto con l’inconscio è totale. Invece, la maggior parte degli scrittori si limita ad aprire una finestra sulla realtà interiore, restando in una zona protetta.
Prima degli anni ’80 il mondo era interpretato dalle grandi ideologie politiche e religiose. Care agli scrittori erano le utopie/distopie dei mondi alternativi: per esempio, Kundera parla di personaggi e realtà possibili, anche se non realistici. Era anche un periodo in cui si cercava diffusamente la motivazione profonda di ogni atto. Dagli anni ’80, invece, questa psicanalisi diffusa è praticamente scomparsa.
Mentre l’ego seleziona solo quanto serve nel quotidiano, l’inconscio registra tutto (pantomnesia, termine coniato da Charles Richet). Perciò, quando si pensa di aver concluso un testo narrativo, che invece presenta punti irrisolti, anche dopo parecchio tempo vi si torna all’improvviso, perché il cervello stabilisce connessioni là dove è necessario.
Come ha detto Barthes, il linguaggio è una potenza strutturante: è il mattone della comunicazione che si sceglie la propria forma (poesia, racconto, ecc.) e le strategie necessarie. Di conseguenza, è necessario riconsiderare il valore delle parole e riscoprire il loro valore metaforico specialmente tramite la poesia, dove il peso specifico delle parole è massimo.

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Video – The Black Star of Mu

Rivista Il Destrutturalismo

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

 

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