Letteratura, materia lorda, benpensanti

Letteratura, materia lorda, benpensanti

Letteratura, materia lorda, benpensanti

Letteratura, materia lorda, benpensanti

Essential Needs, drawing from sketchbook, by Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers & Mariano Grossi©

Letteratura, materia lorda, benpensanti.

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Se la Madonna è piena di grazia, la letteratura che non è cosa sacra, a differenza di quanto pensano erroneamente in molti, è piena di cacca. 

Cacare o cagare dal latino cacare, andare di corpo, defecare, liberarsi dalla materia lorda, evacuare, sconcacare, fare la cacca, altrimenti detta pupù o popò nel linguaggio infantile, espellere le feci, sconcacare, ma anche andare a cagare, in usi imperativi, ossia levarsi di mezzo, togliersi dai piedi, andare a quel paese. Cacare qualcuno o qualcosa sta per considerare, interessarsi, etc. Cacarsi sotto, avere paura, atterrirsi, paralizzarsi, raggelarsi, sbigottirsi, sgomentarsi, terrorizzarsi, allarmarsi, intimorirsi, preoccuparsi, turbarsi, etc. Tra i derivati possiamo annoverare cacaiuola, cacarella che può essere più o meno a fischio, cacherello, cacheroso, cacata o cagata, termine espresso stricto sensu come defecata, mentre in senso lato e riferito ad oggetti non direttamente connessi con le feci, indica un deprezzamento dell’oggetto stesso: “quel film è una cagata, quel libro è una cagata, una merda, etc.”
I benpensanti made in Italy ritengono che sui social il termine “cagata” debba essere assolutamente censurato. Se qualcosa non piace, si deve dire che non “è nelle nostre corde”, stando attenti anche al rogo mediatico. Più si tace, meglio è. Strano Paese è il nostro in cui, se un nobilotto mette della merda dentro un barattolo, è un artista geniale che ha rivoluzionato il mondo dell’arte, se un illustre sconosciuto dice che un film è una cagata, viene immediatamente etichettato come gran maleducato da gente che dice di amare l’arte, la letteratura e i libri.
Ci si chiede a questo punto quali libri amino, dato che, per esempio, la letteratura greca, latina e medioevale è piena di episodi escretori in cui la materia lorda ed escrementizia viene usata come metafora per esprimere qualcos’altro e tra l’altro non sempre in modo garbato.

Questo, ad esempio, è l’esordio della commedia “Pace” di Aristofane:

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PROLOGO
In fondo all’orchestra, due case, quella di Giove a sinistra, quella di Trigeo a destra. In mezzo l’entrata d’una caverna, mascherata da grandi macigni. Un servo, davanti alla casa di Trigeo, intride dentro un tino del letame, da cui distoglie il viso con disgusto. Dalla casa esce quasi subito un altro servo.

SERVO A:
Dai, dai una pizza per lo scarafaggio,
sbrígati!
SERVO B:
Eccola, dagliela, gli prenda
un accidente a secco! E non gli capiti
di trangugiare mai pizze più ghiotte!
(Torna ad intridere)
SERVO A (Prende la pizza, entra, e torna quasi subito):
Un’altra, qui, di merda di somaro!
SERVO B:
Siamo daccapo? E dov’è andata quella
che gli hai portata or ora? Non
l’ha voluta?
SERVO A:
Macché!? Se l’è ghermita,
ne ha fatto con le zampe una pallottola,
e giù, un boccone! E intridine altre,
svelto! E compatte!
(Via di corsa)
SERVO B (Si volge al pubblico):
Datemi una mano,
in nome degli Dei, vuotabottini
se non volete ch’io muoia affogato!
SERVO A (Torna affannato):
Un’altra, un’altra d’un ricchione, dammene:
ché la vuole ben trita!
SERVO B:
Eccola qua!
(Al pubblico)
Almeno da un’accusa, oh spettatori,
sarò prosciolto! Chi vorrebbe dire
che ingoio la farina, nell’intriderla?
SERVO A:
Ahimè, dammene un’altra, e un’altra ancora,
e intridine altre!
SERVO B:
Affé d’Apollo,
io no: questa cloaca non la posso
più sopportare!
SERVO A:
Gli trascino dentro
addirittura la cloaca?
SERVO B:
E sì!
A quel paese… e appresso vacci tu!
(Il servo A prende il tino, e lo trascina dentro:
il servo B si volge al pubblico)
Chi di voialtri mi sa dire dove
potrei comprare un naso senza buchi?
Che mestieraccio preparare il pranzo
per uno scarafaggio! Non c’è di peggio!
Un cane o un porco, se non altro, quando
la fai, mandano giù tutto alla buona.
Questo è spocchioso, e fa lo schizzinoso,
invece, e non si degna di mangiare,
se non l’intrido una giornata intera
in pagnottine, prima di servirgliela:
neppur fosse una donna! Adesso guardo
se dura ancora, il pasto: socchiudiamo
l’uscio, ché non mi veda!
(Guarda dentro la casa)
Dalli! Ingozza
senza smettere mai, finché tu scoppi
senza che te n’avveda! Ah, maledetto,
come diluvia! A testa sotto, e zanne
protese: pare un lottatore! E intanto
fa con la testa e con le zampe certe
mosse in giro, così, come chi torce
canapi grossi pei barconi. – Che
bestia! Birba vorace e puzzolente!
Un castigo di Dio! Ma di qual Dio?
D’Afrodite, direi, no!

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Nel Rocci, il vocabolario greco-italiano usato da tutti gli studenti, ritroviamo il sostantivo κάκκη che significa “escremento”. Il relativo verbo κακκάω rimanda a χέζω, riaccostabile al sanscrito hadati e anche al nome greco χόδανος che indica il culo. Ma Aristofane ne parla non solo nella suddetta commedia, al verso 162 (ἀπὸ μὲν κάκκης τὴν ῥῖν’ἀπέχων, “muovi diritto al palazzo di Zeus, torcendo il naso dalla merda!”), ma anche in “Vespe” 941 (τοῦτον δέ γ’οἶμ’έγὼ χεσεῖσθαι τήμερον, “credo che costui oggi andrà a cagare”),“Acarnesi 1170 (τῇ χειρὶ πέλεθον ἀρτίως κεχεσμένον, “prenda in mano uno stronzo cacato di fresco”), “Tesmoforiazuse” 570 (τὸν σησαμοῦντα (πλακοῦντα) χέσειν ποιήσω, “Ti faccio cacare la focaccia di sesamo che hai mangiato”) e “Cavalieri” 1057 (ἀλλ’οὐκ ἂν μαχέσαιτο· χέσαιτο γάρ, εἰ μαχέσαιτο, “Ma non riuscirebbe a combattere: si cacherebbe addosso, se combattesse”) ovviamente in contesti con linguaggio slang tipici degli ambiti teatrali comici.

In latino, il corrispondente caco, as, avi, atum, are è usato da Orazio nelle “Satire”, per esempio in I,8, 38 (“Mentior at siquid, merdis caput inquinet albis / corvorum, atque in me veniat mictum atque cacatum / Iulius et fragilis Pediatia furque Voranus”, “Ma se dico menzogne, che io sia insozzato sulla testa dalle merde bianche dei corvi e Giulio, il frocio Pediazia e quel ladro di Vorano mi vengano addosso a pisciare e cacare”), nonché da Catullo nel Carme 23 del libro I ai versi 19-20: “quod culus tibi purior salillo est / nec toto decies cacas in anno”, “Poiché non cachi dieci volte in tutto un anno, il tuo culo è più pulito di un cristallo”) e lo stesso chiama “carta merdosa” nel carme 36 l’arte del pedante Volusio:

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Annales Volusi, cacata carta,
votum solvite pro mea puella.
Nam sanctae Veneri Cupidinque
vovit, si sibi restitutus essem
dessemque truces vibrare iambos,
electissima pessimi poetae
scripta tardipedi deo daturam
infelicibus ustulanda lignis.
Et hoc pessima se puella vidit
iocose lepide vovere divis.
Nunc o caeruleo creata ponto,
quae sanctum Idalium Uriosque apertos
quaeque Ancona Cnidumque harundinosam
colis quaeque Amanthunta quaeque Golgos
quaeque Durrachium Hadriae tabernum,
acceptum face redditumque votum,
si non illepidum neque invenustum est.
At vos interea venite in ignem,
pleni ruris et infacetiarum
annales Volusi, cacata carta.

Annali di Volusio, fogli di carta immerdata,
sciogliete il voto fatto dalla mia ragazza;
infatti ha promesso in voto alla santa Venere e ad Amore,
se io le fossi stato restituito
e avessi smesso di vibrare contro di lei i miei terribili giambi,
che avrebbe gettato su fiamme di legna da indurire a fuoco,
in onore del dio zoppicante, versi
sceltissimi del peggiore fra tutti i poeti.
La peggiore fra tutte le ragazze ha deciso
in modo scherzoso e divertente di sciogliere questo voto agli dei.
Ora, o tu creata dal mare celeste,
che abiti il santo Idalio e l’ampio golfo di Urii
e Ancona e Cnido, assiepata di canne,
e Amatunte e Golgi
e Durazzo, bordello del mare Adriatico,
considera accettato il voto ed esaudito,
se non è privo di spirito e indegno della grazia d’amore.
E ora a voi, venite sul fuoco,
pieni di rusticità e grossolanità,
Annali di Volusio, fogli di carta immerdata.

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Marziale nell’epigramma 83 sfotte il vegetariano Febo che fa “la cacca dura” e infatti è costretto a mangiare la verdura. Sfotte anche tal Ligurino che leggeva i suoi versi “perfino a chi caga”, (Mart., III, 44, 10-11):

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Et stanti legis et legis sedenti
currenti legis et legis cacanti

Reciti le tue poesie a chi sta in piedi, a chi sta seduto,
a chi sta correndo, a chi sta cacando.

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Che dire di quel Turgibus, padre dell’eroe Audigier, che dopo aver cagato “ficca i diti nella merda e poi li ciuccia”? E quando muore la sua anima esce dal deretano e il corpo viene seppellito sotto una massa di escrementi di mosche. L’Audigier si compone di 517 decasillabi assonanzati distribuiti in 44 lasse percorse in lungo e in largo dalla materia escrementizia e della defecatio amorosa:

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Rainberge fu issue de sa maison,
qui n’avoit a cel ore point de baron.
Vers le vassal s’en torne a estupon
si li a tot monstré et cul et con.
«Venez avant – fait ele – filz a baron,
acroupez vos lez moi et si chion.
Ge mengai ersoir prunes a grant foison
si me saillent du cul li noeillon,
ne ge n’ai aporté point de torchon:
vos avez bele cote de vermeillon,
forbissiez m’en le cul a cel giron,
ou autrement n’aurez de m’amor don».
«Dame, – dist li vassaus – nos le feon;
ja por tant de service ne la perdron».
Lors li forbist le cul tout environ;
Adonc s’entrefïancent a croupeton.

(V. 45-60)

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Che dire poi di Andreuccio da Perugia nella seconda giornata del Decamerone, che cade letteralmente nel liquame? «[…] e di tanto l’amò Idio, che niuno male si fece nella caduta quantunque alquanto cadesse da alto, ma tutto nella bruttura, della quale il luogo era pieno, s’imbrattò».
Vogliamo parlare di quel genialissimo e scandaloso Rabelais che istruiva i suoi lettori, pantagruelisti, sul modo di fare la cacca?
Teofilo Folengo nel suo Baldus si scusava coi lettori: “perdonami lettore, se adesso la musa puzzerà”.
E la monaca stitica di Honoré de Balzac nei Contes Drolatiques, ve la ricordate?
Ebbene, rassegnatevi, schicchignosi, schizzinosetti, beneducati così pinti e lindi da sembrare finti e dipinti, la letteratura non è piena di sola grazia ma anche di tanta merda, negare questo dato di fatto, significa semplicemente non conoscerla affatto.

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https://www.youtube.com/watch?v=1-5UJM3eEwY

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://en.calameo.com/books/0062373361d7556bb3ead

 

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