Balzac, misogino, filogino, historie

Balzac, misogino, filogino, historie

Balzac, misogino, filogino, historie

Balzac, misogino, filogino, historie

Balzac, Les Contes Drolatiques, Formiggini, 1925, credit Antiche Curiosità©

 

 

Mary Blindflowers©

Balzac, Les Contes Drolatiques.

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Les Contes Drolatiques o Le Sollazzevoli Historie, di Honoré de Balzac, ascrivibili alla tradizione dei fabliaux medioevali, sono poco conosciute in Italia e considerate ingiustamente anche da certa critica d’oltralpe, “un’opera limitata”, una sorta di esercitazione letteraria carica di neologismi e bizzarrie, scritta al solo scopo di prepararsi ad un lavoro più ampio e meno limitato. In Les Cent Contes drolatiques di Honoré de Balzac: une écriture des limites, C. Delville, testuale:

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Balzac joue aussi avec les limites de l’Histoire. Il prétend faire oeuvre d’historien en multipliant les déclarations d’authenticité mais la chronologie est lâche et les anachronismes nombreux. La limite est également objet même du récit puisque la géographie politique tient une grande place dans certaines intrigues : il y est souvent question de fief, de terres à gagner ou de limites à transgresser, de rapports féodaux, de guerres et de territoires, etc.

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Numerosi dunque sarebbero gli anacronismi e le inesattezze cronologiche. Il problema è che se Balzac vuole riprendere la tradizionale forma narrativa boccaccesca e rabelaisiana, sfasamenti temporali e inverosimiglianze, non possono costituire un limite perché erano elementi costitutivi della letteratura medioevale e rinascimentale. Non è la precisione cronologica che l’autore cerca ma riferimenti tra le righe, trattando la materia bassa, quella dei bisogni corporali, degli appetiti sensibili, degli scherzi buffoneschi e pesanti, per mettere alla berlina preti, monache, cortigiani e personaggi del suo tempo, attraverso un linguaggio simbolico.
Trattare la materia crassa senza scadere nel ridicolo è invero molto complicato, ne fanno fede le tante concessioni pseudo-letterarie odierne alle gratuite quanto scontate scurrilità, spesso fini a se stesse e prive di quei caratteri di creativa elaborazione che invece comunque Balzac, riesce a mettere in piedi, nonostante si riallacci a modelli precedenti. L’autore non raggiunge la genialità di Rabelais, però riesce a presentare un’opera abbastanza convincente che con tutta la commistione di arcaismi, latinismi, invenzioni neologistiche, termini vernacolari e popolari di uso quotidiano misti a vocaboli tecnici e militari, oscilla, esattamente come Boccaccio, tra misoginia e filoginia. Più che un’opera preparatoria, sembra un’opera satirico-denigratoria dei caratteri corrotti del suo tempo.
Quindi anche l’accusa di aver messo sulla scena solamente scene di violenza contro le donne, viene a cadere di fronte alla considerazione che egli, esattamente come il Certaldese, usa la scrittura per mostrare al lettore la mentalità della sua epoca oscillante tra amore e odio verso le donne. Parlare di un Balzac o di un Boccaccio misogini, ha davvero poco senso ai fini di una seria critica letteraria perché l’opera letteraria non è soltanto l’autore, ma la mentalità di un’epoca intera e ne riflette inevitabilmente le contraddizioni.
Numerose donne ne I Contes Drolatiques subiscono violenza oppure dimostrano di essere più intelligenti del marito. Per esempio nella metanovella I tre avvocati in erba, si racconta la storia di di una donna perfetta e maltrattata, moglie di:

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Un ufficiale giudiziario chiamato Topino, un uomo impastato di veleno che ringhiava sempre contro tutti, con una faccia livida di odio, così maligno da non saper dire una parola di consolazione a quei poveri disgraziati che conduceva ad impiccare, e così pedante da trovar pidocchi su una testa pelata, e difetti a messere Domineddio. A questo cancro di uomo proprio va a capitare, la più devota e buona moglie che si possa pensare, dolce come il velluto, la quale per rendere piacevole la vita a siffatto marito, metteva tutta quella cura che le altre donne mettono nel fare i corni. Macché! Se lei, poverina, avesse anche avuto la bacchetta magica per far nascere l’oro, lui non sarebbe stato contento lo stesso, e giù botte, così, per gusto di bastonare…

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Il marito non fa che lamentarsi inutilmente e per dimostrare ai genitori di lei che i suoi lamentii sono fondati, incarica la moglie di servire la tavola. Tutto è allestito in modo pulito e impeccabile, quando “una gallina dall’alto del pergolato” lascia cadere “nel bel mezzo della tovaglia una variopinta squacquerata”.
La donna interdetta, si affretta a coprire la lordura con un bel piatto di frutta. Poi quando viene il marito:

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-Ecco la tavola ben apparecchiata, le vivande ben calde, I piatti ben tersi, il vin ben fresco, il pane croccante, la saliera ricolma. Che cercate? Che vi manca? Che volete di più?-
-Della merda voglio io – rispose lui tutto feroce.
-Ebbene, signor mio- ella rispose sollevando il piatto delle frutta- se così è, voi pur siete servito.
A tale vista il marito allibì, e pensò: “mia moglie ha il diavolo dalla sua”.(Traduzione di Alfredo Panzini in Onorato di Balzac, Les Contes Drolatiques, seconda decina, Formiggini 1925).

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In questa novella in cui il cattivo è l’uomo e non la donna, è manifesta la mentalità ottocentesco-borghese espressa dalle parole del marito che associa la donna al diavolo e alle faccende domestiche. La donna era garante dell’ordine della casa e dell’educazione dei figli, era “l’angelo del focolare”. Il personaggio di Balzac rovescia infatti questo assioma nella dimensione del rimbrotto. L’immagine della donna capace soltanto di gestire la casa era quella contro cui iniziarono a combattere i vari femminismi in opposizione al modello dominante proposto dalla borghesia.

L’ostracismo a cui sono stati sottoposti Les Contes balzachiani, è anch’esso frutto di una mentalità retrograda che valuta di un’opera letteraria in cui c’è davvero tutto, soltanto il lato più apparente e scontato, il linguaggio colorito, le frequenti allusioni agli sfoghi intestinali, senza valutare lo scavo sull’archeologia del potere che essa contiene e che ne attesta il reale valore.

 

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https://en.calameo.com/books/0062373361d7556bb3ead

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=1-5UJM3eEwY

 

 

 

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