Rabelais, sogni bizzarri, disegni

Pantagruele, sogni bizzarri, disegni

Rabelais, sogni bizzarri, disegni

Pantagruele, sogni bizzarri, disegni

Disegno tratto da Rabelais, Opere, vol. VI, Edizioni Formiggini, 1925, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Rabelais, sogni bizzarri, disegni simbolici

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Tra le opere attribuite a Francesco Rabelais, Les songes drôlatiques de Pantagruel où sont contenues plusieurs figures de l’invention de maistre François Rabelais: et derniere oeuvre d’iceluy pour la récréation des bons esprits (I sogni bizzarri di Pantagruele, dove sono contenute centoventi figure inventate da Mastro Francesco Rabelais, ultima delle opere sue, a ricreazione dei buoni spiriti), contiene, come appunto recita il titolo, dei curiosi ed allegorico-simbolici disegni.
Storici e letterati hanno discusso a lungo sull’esecuzione di tale raccolta iconografica, ponendosi delle domande:

I disegni sono stati eseguiti dal Rabelais o da qualche disegnatore piuttosto esperto su indicazioni dello scrittore? Perché vennero pubblicati soltanto dopo la morte di Rabelais, ossia nel 1565? Chi è l’autore?

Nella Prefazione alle Opere, Vol. VI di Rabelais, Gildo Passini dedica qualche rigo al problema dell’attribuzione dei disegni, senza giungere a conclusioni definitive, sottolineando inoltre come lo svelamento del significato di ciascun disegno si presenti come veramente ardua impresa perché presuppone da un lato l’identificazione dei personaggi, dall’altro il significato dei simboli che li accompagnano. Alcune fisionomie somiglierebbero a personaggi noti, quindi l’identificazione sarebbe più semplice, rispetto, per esempio, alle figure senza volto. La sintassi dei rebus tuttavia si complica perché non rappresenterebbero la storia ufficiale, bensì quella ufficiosa:

Il lavorio dietro le quinte degl’interessi e dei partiti, le biografie autentiche non quelle degli apologisti ossequienti; i particolari inediti che si sussurravano all’orecchio, il gioco segreto della tale favorita che governava il re in quel tal momento, il gioco d’alcova della regina…

In poche parole caricature satirico-grottesche di esecuzione piuttosto raffinata ma di natura piuttosto inesplicabile per un lettore contemporaneo.
Le varie interpretazioni accademiche, ipotizzano senza dimostrare nulla, cercano somiglianze, tentano di eviscerare la simbologia contorta, e chi vede una donna e chi un uomo nella stessa caricatura, chi un frate, chi una regina, ma veramente nessuna ipotesi si rivela soddisfacente.
I commenti sotto le immagini dell’edizione Formiggini del 1925 che raccoglie oltre ai Songes anche varie altre opere (La Pantagruelina Pronosticazione, Almanacchi, La Sciomachia, Lettere, Epistole, Epigrammi…), danno la misura dell’enigma irrisolto e probabilmente irrisolvibile.
Per esempio, La tavola LXVII (in foto sopra), è una rana alata con una specie di imbuto sulla testa e un bastone in mano con sopra una piccola creatura:

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L’Esmangart riconosce e agevolmente mastro Gaster il quale, secondo l’epopea burlesca del Rabelais (IV, 59), «portava sempre un lungo bastone dorato una statua di legno rozzamente scolpita… che chiamavan Manduzio». Il Richard richiama la figura della tavola 42 battezzata anch’essa per Gaster e che ha con questa, se non il viso, qualche attributo grifagno e culinario.
Noi rileviamo le ali d’insetto… il becco d’uccello… l’imbuto da fornello… e rimandiamo la conclusione a un’altra volta.

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Si preferisce rinunciare alla conclusione, semplicemente perché non ci sono sufficienti dati per dare risposte sicure, data l’aleatorietà del simbolo.

La maggior parte delle immagini sono grotteschi di papi, alti prelati, regine, re, quaresimanti, azzeccagarbugli realmente esistiti, oppure personaggi del Gargantua e Pantagruele.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://en.calameo.com/books/0062373361d7556bb3ead

https://www.youtube.com/watch?v=1-5UJM3eEwY

 

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