Modelli italiani anni Cinquanta

Modelli italiani anni cinquanta

Modelli italiani anni Cinquanta

Modelli italiani anni cinquanta

Large Vintage Murano Glass Clown, 1950, credit Antiche Curiosità©

 

Anna Maria Dall’Olio©

Modelli italiani anni Cinquanta

.

Negli anni ’50 è numeroso il pubblico che va al cinema: gli uomini sono il 29%, le donne il 21%; in ogni caso, prevalgono i giovani.
Come pure i rotocalchi, il cinema presenta un ideale femminile preciso: grazie all’amore romantico la donna seduttiva muta la condizione sociale. L’abbigliamento proposto è casto (dipende da una legge voluta dalla DC) e la dissolvenza risolve le scene di seduzione.
Il 1949, anno di “Riso amaro” di Giuseppe De Santis, segna il passaggio da un’epoca rurale a quella moderna, a cui aspirano gli Italiani usciti dalla guerra.
Fin dalla prima scena emerge la massa, secondo un’etica di tipo populista, coalizzata contro il padrone. Le mondariso, infatti, lavorano per sposarsi o aiutare la famiglia. Silvana (Silvana Mangano), invece, è l’unica a farlo per sé, anche se la monda non le dà ricchezza: è un tratto di diversità come il suo corpo opulento, che contrasta con quello con la fame di allora. Walter (Vittorio Gassman) è un protettore e un truffatore: è il maschio aggressivo che sfrutta le donne. Si tratta di ruoli (uomo-donna) pressoché inalterati rispetto all’epoca fascista: la donna si lega a un maschio padrone. Nel film Francesca (Doris Dowling), la servetta sedotta e ora complice, cerca di liberarsi di Walter, mentre Silvana, inizialmente libera, finisce per cadere: dal momento della seduzione farà tutto ciò che Walter vuole. Per accettare un legame di dipendenza dal maschio, anche attratta dalla collana falsa rubata, Silvana tradisce la solidarietà delle donne. Alla fine, scoperti gli inganni, dopo aver ucciso Walter, Silvana si suicida davanti a tutti per espiare, rientrando in un mondo di valori contadini, dove il singolo esiste solo all’interno di una collettività compatta: chi trasgredisce, è destinato a soffrire e poi a essere eliminato. Infatti, le mondine che hanno rischiato, per colpa di Silvana, di perdere il riso possono riscattarsi, ma il prezzo da pagare è il sacrificio di Silvana. La collana ha un valore simbolico: dà identità a chi la possiede (Silvana vorrebbe essere ricca, ma non lo è); è l’Italia che ha perso i valori tradizionali e li ritrova nel possesso e nel consumo di oggetti. Si può dire lo stesso per il continuo spostamento paesaggio rurale – corpi magri e casti a quello trasgressivo della Mangano.
Nel 1951 inizia alla radio il “Festival di Sanremo” con la vittoria di “Grazie dei fior” di Nilla Pizzi, che propone il modello passivo di una donna che accetta di non essere contraccambiata. In “Vola colomba” del 1952 emergono un’Italia ancora rurale e un certo attaccamento al lavoro: l’amore è lontano e contrastato e la donna attende di ricongiungersi all’uomo. Si ripropone, quindi, ancora l’idea di una famiglia felice perché

unita. Anche “Papaveri e papere” (1952) evidenzia con le solite immagini rurali una donna che accetta la propria inferiorità.
Accanto a questo modello passivo si colloca quello tradizionale della “mamma”: “Tutte le mamme” (1954), “Tu’ vuo’ fa’ l’americano” (1956), “Mamma” (1958), ecc..
Tali valori coesistono col dibattitto intorno al costume. Dopo ben 10 anni (1948-1958) passa la legge Merlin, che abolisce le case di appuntamenti. La proposta di legge sul divorzio si fa faticosamente strada anche nell’opinione pubblica. Vi è anche il progetto di legge di Bianca Bianchi che intende obbligare a riconoscere i figli avuti fuori dal matrimonio. Un’altra proposta di legge del 1953 propone l’abolizione di un articolo del Codice Rocco (1930), che proibisce la pubblicità dei contraccettivi. Tale proposta è sostenuta dall’AIED (1953), fondata a Milano da Luigi de Marchi, che propone una natalità “volontaria e consapevole” in un’Italia da uniformare alla norma europea. Nonostante la preoccupazione di controllare le nascite, si tende infatti a non usare contraccettivi per motivi religiosi, come pure a delegare all’uomo tutta la sfera affettivo-sessuale. Comunque, l’ammissione di Pio XII relativamente al metodo Ogino-Knaus fa scaturire un dibattito in merito agli altri.
A partire dal 1956, infatti, non si contano le pubblicazioni sui vari problemi delle donne e della contraccezione. Le donne cominciano a rispondere a interviste (lavori di Anna Garofalo e Gabriella Parca): le ragazze sono combattute tra i modelli proposti dal cinema e dai giornali e i comportamenti previsti dalla morale corrente. Manca, in effetti, un modello convincente di riferimento.
Nel 1957 il film “I sogni nel cassetto” di Renato Castellani con la superba protagonista Lea Massari propone un’identità femminile nuova: un corpo mutante, quasi androgino. Lucia studia e vuole laurearsi, cerca la libertà spirituale; vive a Pavia, scelta come sede universitaria perché lontana dal paese natio. Dedita ai suoi interessi, Lucia sa quello che vuole; il rapporto con gli altri è quasi paritario. A Pavia incontra uno studente, Mario (Enrico Pagani), di cui si innamora.
I due giovani inseguono i loro sogni – passare la vita insieme a dispetto delle convenzioni – combattuti tra desiderio di libertà e aspirazioni piccolo borghesi delle famiglie d’origine. Una sorta di ribellione, giocosa e ingenua, che, moderata dal tono garbato della commedia, non diventa mai un drammatico scontro frontale, ma la cui rappresentazione (proprio per questo motivo) evidenzia questioni importanti della società italiana degli anni Cinquanta in cambiamento, ormai prossima all’ubriacatura del boom economico. Emergono pulsioni e tendenze, pronte a esplodere nel decennio successivo, di attori sociali o nuovi o alla ricerca di un’inedita idea di sé (i giovani e le donne). Il confine tra ribellione e accettazione degli schemi già radicati è nella vicenda narrata confuso, proprio come, del resto, lo era appunto nella società italiana in quegli anni di trasformazione.

.

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://en.calameo.com/books/0062373361d7556bb3ead

 

Post a comment