Pedante, ballon gonflé, soufflé

Pedante, ballon gonflé, soufflé

Pedante, ballon gonflé, soufflé

Pedante, ballon gonflé, soufflé

Ovino, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Pedante, ballon gonflé, soufflé

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Vuote concessioni alla sofisticazione linguistica che virano prepotentemente verso l’incomprensibilità, si manifestano in tanta poesia e letteratura contemporanea che, optando per un nulla infiorettato, scivola nell’arzigogolo pedantesco, nell’ottusa supponenza di un “Limosino” di rabelaisiana memoria, soggetto che contraffacendo la lingua francese, fingeva d’esser “Parigino” attraverso la stucchevole pedanteria di un linguaggio che complicava ostentatamente e ridicolmente il semplice:

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“Ah tu vieni dunque da Parigi, disse Pantagruele; e come occupate il tempo voialtri signori studenti della detta Parigi?”
“Transitiamo la Sequana, – rispose lo studente-, dal diluculo al crepuscolo, deambuliamo pei trivii e quaadrivii dell’urbe spruzzeggiando la verbocinazione laziale, e quali verosimili amorabondi… imperocché non anco illucesce una minuscola baluginazione di luce, che libentissimamente io demigro in alcuno dei tanti ben costrutti monasteri e là, irroratomi di bella acqua lustrale, rosicchio qualche boccone di missica precauzione dei nostri sacrificuli. E subbiascicando le mie precule orarie, detergo e astergo l’anima dai notturni inquinamenti. Riverenzia ho per gli Olimpicoli, latriale venerazione al supremo Astripotente. Diligo e riamo i prossimi miei, absolvo i precetti decalogici, e secondo le facultate mie, la latitudine di un’unguicola non me ne diparto. Ben è veriforme che, non supergurgitando Mammona nei loculi miei, sono alcun poco raro e lento nel superogare elemosine agli egeni, l’obolo, di porta in porta queritanti”.
“Merda!”, rispose Pantagruele, “che mai vuol dire questo matto? Egli ci fabbrica, a quanto pare, qualche diabolico linguaggio e vuole immagarci come un incantatore”.
Signore, disse uno de’ suoi, senza dubbio questo zerbinotto, vuol imitare la lingua dei Parigini, ma in realtà non fa che scorticare il latino e sdegnando l’uso del parlar comune s’immagina di pindareggiare e d’esser chi sa qual prelibato oratore…” (F. Rabelais, Gargantua e Pantagruele, vol. II, Formiggini, 1925).

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Tipico dei pedanti “complicosi” o “complicanti”, è cercare di rendere incomprensibile un discorso che potrebbe essere reso in poche dirette parole.
Poi c’è il pedante “consiglioso” o “consigliere” che confonde cavigliere e conigliere e fa di tutto un bel paniere, quello la cui caratteristica principale è l’elargizione di consigli di lettura gratis a chi non conosce e che generalmente non è d’accordo con lui su qualcosa.
Questo tipo di pedante ritiene di essere il depositario unico di un’assoluta unica e incontrovertibile verità, quindi parte sempre dal suo punto di vista e pensa che se qualcuno non è d’accordo con lui in tutto, deve avere qualcosa che non va, potrebbe essere un malato mentale, per esempio, o un semplice ignorante che non ha mai aperto un libro in vita sua. Così dopo aver consigliato al suo interlocutore un bravo psichiatra che però con lui non ha funzionato, punta il dito indice ed esclama a gran voce: “leggere, leggere, leggere!” esattamente come ha fatto lui, che sa tutto sulla vita, sulla morte e sui miracoli miracolosi del mondo mendoso e si è spremuto le piccole e grandi e medie meningi e meningette su montagne di opere scritte da altrettante montagne di autori acclamati a cui non è possibile non battere le mani fino a scorticarsele.
Il nostro “eroe” da definizione e deiezione, inizia così a snocciolarvi con molta convinzione e saccente superiorità tendente al dispregio, una serie di letture che dovrebbero farvi diventare da totali e completi ignoranti, non dice savi, per carità, ci mancherebbe, ma perlomeno meno sciocchi. Non pretende il grand’uomo, che assomigliate a lui che è un genio genioso genialissimo sulla terra solo sua, ma che quantomeno arriviate a dargli sempre ragione, questo sì, per forza.
Ovviamente a questa sottospecie vermosa e verminulenta di Sottuttoio sotto naftalina e olio stantio, non viene mai il minimo dubbio che l’interlocutore a cui dà i consigli per uno shopping culturale degno degli annali di un “Limosino”, potrebbe aver già letto gli autori che consiglia e forse anche qualcun altro in più. Il dubbio non fa parte della religione del pedante.
In genere il consiglioso consigliere è anche un citazionista ossessivo, in pratica non riesce a dire mezza frase di senso compiuto senza citare autori noti e famosi, per rafforzare ciò che dice nel momento stesso in cui lo pronuncia a gola spiegata, dato che ha bisogno di un principio di autorità più o meno universalmente accettato, per rapportarsi al mondo, svincolandosi con frasi fatte da altri, magari in altri contesti e con significati completamente diversi, da ogni giudizio personale e demandando ai “famosi” decretati tali dall’alto, la responsabilità morale e letteraria di ciascun suo pio pio pio nel campo minato delle belle lettere e dell’arte in genere. Per il pedante dell’io e solo io, e per il pigolio barboso-bisbiglioso dei suoi seguaci, l’importante è non esporsi mai in pubblico, sparlare abbondantemente in privato, e creare sofismi adatti a tutte le stagioni, classicheggiando banalismi carichi di retorica che sparsi qua e là attirino simpatie e consensi au ballon gonflé.
Ma sapete che fine fanno i soufflés?

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://en.calameo.com/books/0062373361d7556bb3ead

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Cambiare opinione è arduo per tutti, la vanità ostacola la revisione. Lo diceva Nietzsche, ma meglio non fornire la guida a chi di presunti sciocchi vuol esser guida. Chi di citazion ferisce di citazion perisce!

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