Oscar Wilde, anticristiano e pagano

Oscar Wilde, anticristiano e pagano

Oscar Wilde, anticristiano e pagano

Oscar Wilde, anticristiano e pagano

Wilde, Il fantasma di Canterville, Il delitto di Lord Savile, Formiggini, 1927, credit Antiche Curiosità©

 

 

Mary Blindflowers©

Oscar Wilde, anticristiano e pagano

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Scrive G. Vannicola nella prefazione alla prima edizione italiana stampata da Formiggini nel 1927 de Il fantasma di Canterville e Il delitto di Lord Savile di Oscar Wilde:

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Dal Cristianesimo in qua gli uomini non si sono occupati del piacere se non per condannarlo, e gli stessi poeti, così eloquenti sul dolore, hanno trattato il piacere con un certo disdegno… il dolore ha sempre ispirato poeti, moralisti, filosofi, e fatto dire, ahimè, molte sciocchezze. La filosofia del piacere è ancora da farsi…

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Oscar Wilde ebbe a scrivere di essere vissuto sempre per il piacere, sfidando le convenzioni della sua epoca e pagando di persona e con la prigionia il fatto di voler vivere restando pagano, anticristiano ed epicureo.
Il fantasma di Canterville e il delitto di lord Savile non sono solo soltanto opere umoristiche di un dandy, ma due paradossi in cui il buon senso viene sapientemente rovesciato in una lucida follia carica di quell’umorismo sottile e penetrante che la scrittura di Wilde sapeva dare con apparente semplicità stilistica.
La paura, il senso del dovere, la superstizione che rende folli, l’uomo che non si dà pace per problemi inesistenti, i discorsi oziosi dei salotti che snocciolano frasi come sentenze perfettamente incastonate nel contesto, vengono messi impietosamente alla berlina assieme alla condizione dell’aristocratico medio dall’intelletto non luminoso. Di Lord Savile dirà infatti che non ha nemici, non essendo un genio, giacché a Wilde appariva naturale che l’uomo geniale fosse sempre destinato a offrire un qualche tipo di fastidio.
La prospettiva è rovesciata in entrambe le storie. Il fantasma anziché incutere terrore e far diventare folli le persone, come faceva un tempo, finisce col temere egli stesso gli uomini. Da beffatore diventa beffato e zimbello dei nuovi proprietari americani.
Lord Savile deve realizzare il proprio destino per un assurdo senso del dovere ma non è il destino che lo insegue o lo perseguita, bensì il contrario, è lui che è fermamente deciso a violentare il destino per fargli fare ciò che pensa gli sia stato previsto da un chiromante. Soltanto alla fine si intuisce perché il chiromante ha una reazione di orrore alla lettura della mano di Arturo Savile.
Opere scorrevoli e argute, decostruiscono la società tramite la forza della parola allusiva, mordace, della battuta geniale:

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… trascorri tutto il giorno con Miss Sibilla Merton a comprare trine e a dire sciocchezze… Io non so comprendere perché la gente si affanni tanto per sposarsi… Se non fosse quella cara lady Gansen, che m’invia i peggiori romanzi francesi che si pubblichino, io non saprei veramente come passare le giornate… I medici non servono più che a prender denari ai clienti… io detesto i medici ma adoro le medicine… I poliziotti inglesi sono davvero i nostri migliori amici. Io ho sempre constatato che, tenendo conto della loro stupidità, si può fare assolutamente tutto ciò che si vuole… Il mondo è un teatro ma le parti del dramma sono assai mal distribuite (Il delitto di Lord Savile).

… gli inglesi hanno tutto in comune con gli americani, tranne la lingua (Il fantasma di Canterville).

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Lo sguardo è sempre scettico, disincantato, le vicende intrise di una surrealtà collegata direttamente e criticamente alla realtà denudata e criticata.
I motti di spirito vengono pronunciati dai personaggi come en passant, illudendo il lettore che le boutades siano un fatto accessorio, ornamentale, quasi casuale, invece rappresentano il nucleo centrale della polemica satirico-parodica di Wilde verso la società del suo tempo e sono costruiti ad arte, ceselli di un’opera che non conosce il tarlo del disfacimento perché molti dei vizi che l’autore denuncia non si sono mai estinti. Per questo motivo le opere di Wilde sembrano scritte oggi e mantengono inalterata freschezza. Si tratta di un teatro di maschere in cui ciascuno rappresenta se stesso dentro un carillon a carica dall’alto, condito di humor nero e gradevoli colpi di scena racchiusi in trame brevi, ad effetto, come piccoli camei che producono un sorriso a fior di labbra nel lettore. L’autore dà la costante impressione di rimanere sempre serio indipendentemente dalla portata della burla e della parodia che sostiene.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=iywaBOMvYLI

 

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