Civitas esperantica, ius sermonis

Civitas esperantica, ius sermonis

Civitas esperantica, ius sermonis

Civitas esperantica, ius sermonis

Civitas esperantica, ius sermonis, credit Antiche Curiosità©

 

Anna Maria Dall’Olio©

Civitas esperantica, ius sermonis

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Strutturata come un soggetto di diritto internazionale senza territorio (allo stesso modo dell’Ordine dei Cavalieri di Malta), l’Esperanta Civito (civitas esperantica) è una collettività sovrana, democratica e federale, caratterizzata dallo ius sermonis, anziché dallo ius soli dallo ius sanguinis dallo ius fidae.
Non essendo uno Stato, la Civitas Esperantica non punta al potere politico o economico, ma cura lo sviluppo culturale ed educativo dei cittadini, con piena tolleranza delle scuole di pensiero a cui i singoli fanno riferimento. In tal modo, si rafforzano i rapporti fra gli esperantisti, consapevoli di appartenere a un gruppo linguistico diasporico senza Stato, secondo la definizione contenuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti linguistici che, proclamata a Barcellona il 6 giugno 1996, riconosce gli esperantisti come gruppo linguistico.
Le istituzioni associate al patto sono rappresentate nell’assemblea del Forum con pari diritti. I soci o gli abbonati di tali istituzioni hanno diritto di chiedere la cittadinanza e pertanto di eleggere il Senato, dove le diverse liste di singoli cittadini sono rappresentate con criterio proporzionale. Forum e Senato costituiscono il Parlamento.
Il Console, il principale candidato della lista vincente, rappresenta ufficialmente la Civitas, presiede il Parlamento e guida l’autorità esecutiva, detta Capitolo. Il Console (o il Viceconsole dell’Informazione) è responsabile dell’agenzia di rete HeKo, organo ufficiale della Civitas Esperantica.
Tale istituzione si fonda sul Patto per la Civitas Esperantica, che mira alla solidarietà tra le istituzioni associate, a risolvere eventuali controversie presso una Corte comune e a creare l’embrione della Civitas. Tale patto fu stipulato il 10 agosto 1998 nella città svizzera di La Chaux-de-Fonds (esperantizzata in Ĉaŭdefono) a cura delle istituzioni partecipanti al 1° Forum per la Civitas Esperantica. Sotto la presidenza di György Nanovfszky, il Forum fu convocato per la prima volta dall’Esperanta Koresponda Servo (Servizio corrispondenza esperantista) e dell’ERA (Esperanto-Radikala Asocio = Associazione radicale esperantista). Il 29 luglio 1999 il 2o Forum approvò la proposta della Costituzione della Comunità Esperantica nella città boema di Karlovy Vary, più nota come Karlsbad (esperantizzata in Karolovaro), in occasione del congresso SAT, sotto la presidenza di Yves Peyrault. In tale occasione si elesse la Corte.
Dopo 2 anni di discussione, il 2 giugno 201 nella città italiana di Sabbioneta (esperantizzata in Sabloneto) si promulgò la Costituzione a opera del 3° Forum, che allo stesso tempo diventò uno dei 2 rami del Parlamento della Civitas. La Evolukomisiono (Commissione di evoluzione) preparò le prime elezioni del Senato.
Per la Comunità Esperantica il 30 novembre 2006 è stata la data del primo censimento. Dallo Zamenhofa Tago (15 dicembre) 2001, ossia quando si considerarono solo parlamentari e i membri della Corte, al primo censimento hanno acquisito la cittadinanza 275 persone in tutto, di cui successivamente 4 sono decedute e uno non ha il diritto di voto. Si noti che non basta pagare una quota per fare parte della Civitas. Anzitutto, è necessario di un’istituzione associata, che garantisca per la singola petizione; inoltre, il candidato deve certificare la sua effettiva competenza linguistica. Si può chiedere la cittadinanza anche per parentela di primo grado: di ciò hanno approfittato 5 figli e 15 coniugi – in totale, solo circa il 7% ha acquisito la cittadinanza per familiarità. Non facilmente ottenibile, anche se gratuita, la cittadinanza esperantica, che si aggiunge a quella originaria, dura tutta la vita, a meno che la Corte non si esprima diversamente, secondo la legge.
Il 30 novembre 2006, dunque, hanno avuto diritto di voto 270 persone, di cui 83 donne (30,5%). In base ai continenti, 62 in Africa, 14 in America Latina, 2 in Asia, 190 in Europa (127 in Occidente, 63 negli altri Paesi), 2 in Oceania: dunque il 70,6% risiedeva in Europa. Per la maggioranza la principale lingua di educazione era di origine latina o slava; pochissimi erano stati educati in tedesco (quasi nessuno in inglese) o in una lingua asiatica.
Si potrebbe pensare che la maggioranza dei membri della Comunità Esperantica abbia ricevuto la cittadinanza tramite Heroldo de Esperanto (Araldo dell’esperanto) e Literatura Foiro (Fiera letteraria), le 2 più importanti riviste associate al Patto, del resto, con la cittadinanza gli Europei dell’Est, i Sudamericani e gli Africani pagano a tariffa ridotta. Ma non è così: solo 94 abbonati di LF e di HdE hanno richiesto la cittadinanza e solo il 35% dei membri della Comunità Esperantica sono divenuti tali grazie alle riviste.
Rispetto alle elezioni per i Senato nel 2001, la demografia della Civitas è notevolmente evoluta. Molti di quelli che allora avevano votato in seguito non hanno acquisito la cittadinanza e oggi non hanno diritto di voto: basta ricordare che allora 1 voto su 4 proveniva dalla Bulgaria (48 su 193), mentre nel dicembre 2006 in Bulgaria solo 23 persone avevano diritto di voto; o che solo 2-3 Africani nel 2001 avevano diritto di voto, mentre nel 2006 erano 62.
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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

 

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