Accorci il naso a Pinocchio!

Accorci il naso a Pinocchio!

Accorci il naso a Pinocchio!

Accorci il naso a Pinocchio!

Pinocchio e la fata, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

 

Accorci il naso a Pinocchio!

Mary Blindflowers©

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La violenza che devia le menti dall’oggetto-articolo in sé suscettibile di analisi e critica, verso il soggetto, in una personalizzazione colpevolizzante e totalmente squalificante, tesa all’unico scopo di eliminare un sassolino dalla scarpa, come un fastidio causato non dall’esistenza reale del soggetto bensì dall’oggetto che si espone, ossia l’articolo, è l’atteggiamento comune del mediocre, quello allineato che, pur di far valere una sterile parvenza di ragione schierata e niente affatto trasversale, abortita sul nascere e sopraffatta dal ragionamento logico, si abbandona, dopo essersi magari qualificato ed aver sciorinato titoli e condizione, all’insulto o alla minaccia fino all’espressione “io non le permetto”, con il verbo scritto tutto in maiuscoletto ovviamente per sottolineare la propria forza d’urto, il tutto condito poi da un “si vergogni” finale, a sostegno zoppo di un livore claudicante e cieco.
Ci si dovrebbe vergognare delle proprie idee? E perché mai? E da quando per esprimerle in una società democratica occorre il permesso scritto di un illustre sconosciuto che si titola da solo o di qualsiasi altro?
Il furore dell’insulso livore si concentra soprattutto sulle donne. Le società profondamente maschiliste , come per esempio quella italiana, pretendono che la donna “stia al suo posto”, ossia “non si permetta” di esprimere idee con cui il qualificato maschio del momento potrebbe non essere d’accordo. Le battute sessiste si sprecano quando ad articolare frasi e concetti in un articolo che non tutti gradiscono, è una donna.
Se l’articolista è donna la violenza raddoppia e la critica non si appunta su quello che ha scritto, ossia sul contenuto e sulla sostanza dell’articolo, l’oggetto di cui dicevo prima, ma sulla scrivente: “scusi, ma che lavoro fa lei?” “perché non va ad accorciare il naso a Pinocchio”, “se non le piacciono le statue occidentali, vada in Oriente o in Arabia Saudita e lì rimanga e non torni mai più!”. Sono alcune delle battute di reazione in due gruppi fb ad un articolo intitolato Sic transit gloria mundi e pubblicato su questo blog.
Discutere a questi livelli diventa davvero difficile se non completamente inutile.
Altri parlano di “oscurantismo” come se l’ammissione di aver costruito statue e intitolato strade, teatri, luoghi di ritrovo, a personaggi molto discutibili, non fosse un atto di consapevolezza, ma un atteggiamento contrario al progresso, all’evoluzione sociale, alla cultura.
Quindi la scelta che è stata fatta per esempio in Inghilterra, di cambiare il nome ad alcuni teatri perché intestati a dei colonialisti che forse non meritavano tanta gloria e attenzione, sarebbe una scelta oscurantista. Ah, non lo sapevo. Avere consapevolezza delle ombre della storia, significa essere retrogradi. Davvero interessante come teoria, peccato che ogni ricostruzione nasca da una decostruzione del reale. Chi non ha il coraggio di valutare criticamente il passato, sostenendo che i giudizi postumi non servano a nulla, non può affrontare il presente se non con un carico di dogmi e di pesi litici che condizionano fortemente il futuro. Sarebbe come camminare con dei sassi dentro lo zaino e pretendere di arrivare lontano freschi e riposati.
Forse il vero oscurantismo è dato da una scuola in cui un insegnante sussiegoso e fintamente compunto con la testina sotto un uomo crocifisso, posizionata fisicamente più in alto rispetto agli alunni, quasi a volerli dominare e spaventare, dice loro con grande convinzione che il monumento è sacro; che il libro è un oggetto venerabile; che l’insegnante è ineffabile e ha sempre ragione; che lo studente deve mandare a memoria tutto quello che gli viene detto; che il parlamento è un santuario; che la cultura è rispetto incondizionato della tradizione; che tutti gli scrittori famosi sono grandi uomini; che i giornali dicono solo e soltanto la verità; che il cielo è sempre invariabilmente blu e che gli eroi sono tutti giovani e belli. Gli alunni ovviamente devono pure credere a tutte queste fanfaluche e a questi sbertucciati pio pio, perché vengono pronunciati con molta affettata decisione, col tono autoritario di chi sa veramente tutto e ha scoperto l’acqua calda in tempi in cui non ci si lavava nemmeno il capo, e questi stessi alunni indottrinati al culto del silenzio antidubbioso e credulo fino alla cecità fideistica più completa, saranno gli adulti mediocri di domani, i depensanti che andranno in estasi di fronte alle statue dei colonialisti considerandoli grandi uomini soltanto perché qualcuno ha eretto loro una statua a perenne memoria. Quegli alunni saranno gli stessi che accetteranno passivamente come buono e geniale tutto ciò che il sistema dice loro che sia buono e geniale e non si preoccuperanno minimamente di indagare da soli, per capire se veramente tutta questa pretesa e sciorinata bontà, tutto questo esaltato genio universale, non sia frutto di un calcolo, di un’abominazione, di una politica perversa. Quegli alunni saranno gli adulti che domani diranno a chiunque voglia andare oltre ciò che normalmente si vede, che è un idiota, soltanto perché non rispetta la tradizione, non rispetta il mito e il rito fittizio di una fama costruita da interessi che spesso non hanno nulla a che fare né con la cultura né con il genio, né con l’arte. Quegli alunni saranno quelli costretti a scegliere la protezione di uno schieramento politico e ripeteranno a pappagallo i dogmi di quello schieramento, per far parte di qualcosa, per fare carriera, insomma per esserci in qualche modo, nel mondo. Coloreranno ogni discorso con il colore della casacca politica che indossano e ne reciteranno il credo come mantra in cui credere ciecamente, irrazionalmente, perché il senso di ogni loro discorso sarà dato da un principio di autorità e condivisione che abortisce ogni libero pensiero, e diranno a chi non fa parte di nessuno schieramento, che è un perdente, un fallito, un poveraccio, e se è una donna le diranno che non si deve permettere il lusso di pensare, un lusso che molti, troppi, ancora pensano nell’italietta dei partiti, sia riservato solo agli uomini specie se di partito.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=gmwwrfzFDNs

 

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