De Chardin, Il Gesuita proibito

De Chardin, Il Gesuita proibito

De Chardin, Il Gesuita proibito

De Chardin, Il Gesuita proibito

Vigorelli, Teilhard De Chardin, Il Gesuita proibito, credit Antiche Curiosità©

 

 

De Chardin, Il Gesuita proibito

Mary Blindflowers©

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Giancarlo Vigorelli, Il gesuita proibito, vita e opere di P. Teilhard de Chardin, prima edizione febbraio 1963, il Saggiatore. Scriveva falsamente La Civiltà Cattolica in relazione a questo libro:
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Uno dei libri che produssero a suo tempo un certo scalpore è quello di Giancarlo Vigorelli, Il gesuita proibito: esso tuttavia non rende un buon servizio alla causa del padre T.d.C. perché già il titoo serve a confondere le idee (l’autorità ecclesiastica non ha mai proibito le opere di T.d. C. anche se ha messo in guardia i lettori dai possibili errori o dalle visioni ipotetiche non sufficientemente provate); inoltre non si preoccupa di guidare saggiamente il lettore nei meandri non sempre facili degli scritti in questione, ma mette solo in luce giornalisticamente quello che può fare più impressione. È anche da notare il fatto che i testi di T.d.C. qui riportati superano il limite delle citazioni lecite e fanno diventare il libro un’antologia, purtroppo anche questa frutto di una scelta non sempre illuminante (La civiltà Cattolica, 6 gennaio 1968, anno 119, quaderno 2821, p. 562).
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Mai giudizio si è rivelato più falso ed ipocrita. Prima di tutto perché P. Teilhard de Chardin non solo venne censurato a più riprese dalla Chiesa di Roma e costretto ad una sorta di esilio, ma addirittura fu estromesso dall’insegnamento a causa delle sue idee evoluzioniste, della sua vicinanza ad alcuni punti fondamentali della filosofia marxista (per poi arrivare a conclusioni differenti) e per la sua neo-teologia giudicata alla stregua di una sorta di eresia. Inoltre il libro di Vigorelli è ben lontano dall’essere una semplice antologia raccogliticcia di frammenti. Si tratta di un saggio rigoroso, scritto bene, lontano da quello scandalo di stampo prettamente giornalistico che l’ipocrita area vetero-cattolica, chiusa ad ogni razionalità, sorda a qualsiasi evidenza scientifica, avrebbe voluto attribuirgli.
Vigorelli dà alla luce un libro che si legge benissimo anche oggi, in cui le citazioni dirette dai testi di Teilhard servono a far comprendere lo scandalo che questo gesuita ha suscitato nei suoi contemporanei e che probabilmente suscita ancora, tanto da incorrere continuamente nella censura cattolica che addirittura lo ha perseguitato perfino dopo morto. Scriveva infatti G. Bosio:
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Sarebbe stato desiderabile che le controversie fossero definitivamente sepolte con la sua morte. Invece alcuni ammiratori del p. Teilhard de Chardin le hanno volute incautamente risollevare pubblicando un libro, Le phénomène humain (Paris, Editions de Seuil) da lui scritto sostanzialmente a Pechino nel 1938-1940, ma non mai voluto dare alle stampe… Essi hanno reso un cattivo servizio anche alla sua memoria… (Dal n. 2532 dell’organo dei gesuiti italiani, La Civiltà Cattolica 17 dicembre 1955).

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Teilhard de Chardin disturbava anche post-mortem e la colpa di Vigorelli è stata quella di averlo scritto ed evidenziato. L’ipocrisia di Bosio si spinge fino a dire che fu lo stesso padre Teilhard a non voler pubblicare la sua opera, cosa non vera. Non la pubblicò semplicemente perché la Chiesa non diede l’imprimatur, censurandola impietosamente.
Ma perché il pensiero di Chardin suscitava tanto scandalo?
Semplicemente perché Chardin da uomo di scienza e ricercatore, negava la creazione ex limo sostenuta nella Bibbia, quell’Adamo e quell’Eva generati dal fango, quindi scalzava con l’evoluzionismo le interpretazioni letterali delle sacre Scritture e la cosiddetta “verità” biblica, sostituendovi un rigore scientifico che ovviamente non negava dio, l’Omega, ma non poteva nemmeno rinnegare il progresso della scoperta. Inoltre quel mondo materiale che il cattolicesimo integrale, chiuso nel peso specifico del peccato originale, vedeva come male assoluto, veniva da Teilhard concepito come sostanza unita allo spirito, base fondamentale dell’energia cosmica, addirittura sainte matière:

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La matière ce sera donc, pour nous, l’ensemble de choses, des énergies, des créatures qui nous environnent, dans la mesure où celles-ci se présentent à nous comme palpables, sensible, naturelles… La matière, d’une part, c’est le fardeau… la douleur, la péché… Mais la matière, en même temps, c’est l’allégresse physique, le contact exaltant, l’effort virilissant, la joie de grandir. Par la matière, nous sommes alimentés, soulevés, reliés au reste, envahis par la vie…

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Teilhard poneva il mondo su una scala di valori troppo alta per i gusti fanatici dell’autorità ecclesiastica.

Vigorelli evita di formulare giudizi, percorre la vita di Teilhard passo passo attraverso testimonianze e citazioni che sono perfettamente funzionali allo scopo della costruzione di un saggio obiettivo.
Ovviamente però emerge comunque il viso censorio e arrogante di una chiesa anacronistica e fuori dal tempo, l’ipocrisia papale e gesuita ossessionata dal Male e dall’antiscientifica fissità creazionista.
Del resto ancora oggi la Chiesa non vorrebbe farci credere alla favola di Adamo ed Eva e all’idea che dobbiamo tutti soffrire perché siamo dei poveri peccatori creati dal fango, eredità diretta di quell’Adamo che ci ha tutti contaminati e che ci rende colpevoli fin dalla nascita?

Teilhard credeva nella felicità e nel progresso, nell’evoluzione, nella scienza e nell’uomo. Davvero troppo scandaloso per la Chiesa dei trogloditi che oppone ancora oggi all’evoluzionismo gli stessi argomenti degli anni Sessanta.

Lo stesso Benedetto XVI si è pronunciato sull’evoluzionismo. Vi ha fatto cenno la prima volta già nell’omelia della messa inaugurale del suo pontificato, il 24 aprile 2005:

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Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario.

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E il Gesuita Giuseppe de Rosa:

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Deve essere chiara la distinzione tra il fatto dell’evoluzione e la teoria, o meglio, le teorie che cercano di spiegarlo. Mentre il fatto può ritenersi sufficientemente certo, le teorie che cercano di spiegarlo devono passare al vaglio della verifica sperimentale per poter divenire teorie di valore scientifico. Finora questo non è avvenuto. Per tale motivo, sul problema dell’evoluzione non è stata detta l’ultima parola sul piano scientifico. Molto lavoro resta ancora da fare per giungere alla piena comprensione dei meccanismi del processo evolutivo.

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L’aspetto più divertente di questo dibattito è che una Chiesa che basa i suoi fondamenti su dogmi indimostrabili e assurdi, pretende dagli altri la dimostrazione, sostenendo che la sua verità non avrebbe bisogno della ragione e censurando chiunque la pensi diversamente. Il fatto è che la Chiesa deve difendere le scempiaggini scritte nella Bibbia che sono la base del suo potere temporale nel mondo. L’evoluzionismo, negando il creazionismo diretto, mette direttamente in crisi le assurdità che ti insegnano fin dalla più tenera età al catechismo.

Teilhard ha cercato di conciliare evoluzionismo e fede in Dio, ma a quanto pare è ben lontano dall’esserci riuscito.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=xwtdhWltSIg

 

 

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