I DIECI ANNI DI UNA ASSOCIAZIONE
di Marco Fiori©
.
Quando nel febbraio 2009 venne sciolta l’A.I.E.R, l’Associazione Incisori Emiliano-Romagnoli fondata da Giuseppe Zunica nel 1997 e da lui diretta fino a dicembre 2007, gli artisti associati manifestarono l’intenzione di voler restare uniti in un nuovo sodalizio e, quale presidente in carica dal 2008, mi invitarono ad attivarmi in tale direzione. Dall’assemblea che decretò lo scioglimento della vecchia associazione venne eletta una commissione incaricata di redigere un nuovo statuto, poi approvato nell’assemblea generale del 28 aprile 2009 dove, ufficialmente, nacque l’ALI – Associazione Liberi Incisori.
Il nome, apparentemente strano, fu suggerito da Francesco Giuliari con la raccomandazione che l’acronimo “ALI” fosse scritto senza puntini di separazione perché così – disse – “evoca un volo libero, senza confini, e vi porterà fortuna”. Per il logo, ispirato all’acronimo, tutti gli incisori furono invitati a realizzare una proposta da sottoporre, in forma anonima, ad una giuria esterna: all’unanimità venne scelto il disegno realizzato e proposto da Luigi Zecchi. A Luciano De Vita era dedicata la vecchia associazione e, confortati dal convinto entusiasmo della vedova dell’artista, venne dedicato a De Vita anche il nascente sodalizio.
Da tempo era previsto che la sede venisse ufficializzata presso il mio studio, a costo zero, già predisposto con cassettiera per le stampe, libreria e quant’altro potesse servire. Nel comunicato stampa, pressoché ignorato, che seguì la nascita della nuova associazione si leggeva:
Si è recentemente costituita a Bologna l’ “ALI – Associazione Liberi Incisori”. A questa associazione hanno aderito tutti gli artisti incisori e la maggioranza dei soci affiliati già inscritti all’A.I.E.R., scioltasi a febbraio 2009 (…)
L’ALI, come si rileva dai primi capitoli dello statuto, svolge la propria attività nel settore della tutela, promozione e valorizzazione dell’incisione originale. Si propone di promuovere ed organizzare incontri, mostre, corsi, conferenze, convegni nonché l’edizione di incisioni originali, riservate ai soci, e la pubblicazione di documenti, annuari e cataloghi aperti alle migliori collaborazioni di artisti, critici e letterati (…)
I soci, distribuiti su tutto il territorio nazionale, sono distinti in “Incisori” e “Sostenitori”.
Un programma apparentemente ambizioso che propone l’ALI fin dal suo esordio come una associazione culturale vicina a un pubblico di amatori di stampe d’arte o, semplicemente, a persone incuriosite dal linguaggio della grafica originale.
L’ALI ad un mese esatto dalla sua formazione si presentò al pubblico nel modo più elegante e concreto che si potesse prevedere: articoli nelle cronache locali, interesse verso gli artisti associati, contatti con nuove persone ed enti pubblici e privati. I mesi che seguirono furono densi di impegni, di mostre e di inviti: dal Museo delle Mura di Borgotaro al Palazzo Comunale di Bertinoro, al Centro per la Grafica d’Arte di Formello per continuare, l’anno dopo, con due inviti collettivi in Francia: a Chaumont per una doppia mostra con incisori francesi e a Chamalieres per la triennale d’incisione.
La mostra a Bertinoro che seguì di pochi mesi l’esordio dell’ALI presso la Soprintendenza Archivistica fu la prima ad essere accompagnata da un catalogo. Pensammo quindi di realizzare una corposa pubblicazione dedicata alla mostra d’esordio di pochi mesi prima presso la Soprintendenza. Fu il secondo “catalogo” dell’ALI o, meglio, la seconda pubblicazione e il numero progressivo di edizione da allora è stampato sul dorso di copertina di ogni volumetto.
La pubblicazione che seguì, la numero tre, la definimmo con il termine “annuario”. Si presentava come una piccola antologia di scritti inediti sulle stampe d’arte e a tutti gli incisori erano rivolte tre domande:
Come è avvenuta, nel suo caso, la scoperta dell’incisione originale?
Quando e come si è sentito coinvolto come operatore grafico?
Quali iniziative si potrebbero assumere, in Italia, per far conoscere e divulgare la grafica d’artista e, in particolare, l’incisione originale?
Era un timido tentativo di coinvolgere gli artisti nel ruolo, per alcuni inedito, di “operatori culturali”, invitandoli ad esprimersi non solo attraverso la creazione di immagini ma anche, liberamente, attraverso proposte, idee e parole. Il volume tematico del 2011 venne impostato sull’idea dell’autoritratto, un tema che mi aveva sempre affascinato, ricco di spunti e di possibili inventive. Proponemmo l’argomento agli incisori col titolo “Autorappresentazioni”, forse più idoneo al risultato che volevamo ottenere, e chiedemmo di accompagnare ogni opera con un commento scritto, poche righe o una pagina intera a scelta libera di ogni incisore. Come previsto le reazioni furono varie e molto diverse fra chi trovava la cosa entusiasmante e chi, invece, pensava che fosse banale sia l’argomento proposto sia il fatto che un artista dovesse scrivere riguardo ai suoi lavori. Il gradimento di quella pubblicazione, la numero otto delle edizioni ALI, ci venne manifestato oltre che dai soci sostenitori anche da diversi critici e storici dell’arte, e così decidemmo che tutti gli annuari successivi avrebbero coinvolto gli incisori dell’ALI in modo analogo. Pensammo inoltre di arricchire i contenuti con testi letterari: racconti, poesie e saggi critici appositamente scritti sul tema indicato da qualificati autori vicini al mondo dell’arte e della cultura. Con questa impostazione sono nati tutti gli “annuari” successivi, costruiti su argomenti proposti con largo anticipo che ci sembravano adatti ad attrarre l’attenzione di un pubblico variegato e curioso, non necessariamente esperto di grafica d’arte. Abbiamo individuato di volta in volta alcuni autori per la realizzazione dei testi che abbiamo definito “collaboratori letterari”, comprendenti critici e storici dell’arte, docenti accademici e universitari, ricercatori, giornalisti, editori, galleristi, collezionisti, artisti, scrittori e poeti; una vasta platea di oltre cento firme che nelle ventisette pubblicazioni dei primi dieci anni ha contribuito a dare interesse e continuità alle proposte dell’associazione.
Tutte le opere realizzate per essere raccolte in cataloghi e annuari sono state oggetto di mostre ospitate in spazi di assoluto rilievo, luoghi istituzionali come musei, pinacoteche e biblioteche (1), in aggiunta a quelli che hanno ospitato e affiancato l’associazione in iniziative culturali di valore sociale ed educativo. Ricordiamo fra queste l’impegno e la fattiva collaborazione con i dirigenti del Consorzio della Bonifica Burana sul progetto che portò gli incisori ad occuparsi del bene più grande e prezioso della natura, l’acqua, che si tradusse nella realizzazione di quasi settanta incisioni esposte in numerose sedi, nell’arco di alcuni anni, e raccolte insieme a scritti esplicativi nella pubblicazione numero undici “Scritture d’acqua”.
Si rivelò molto concreta anche l’immediata disponibilità del sodalizio ad affiancare la Soprintendenza Archivistica dell’Emilia Romagna e l’A.N.A.I, l’Associazione Nazionale Archivistica Italiana, nel progetto che avrebbe preso il nome di “Terra tremuit”, una vasta mostra di incisioni finalizzata alla raccolta fondi per il restauro di archivi e documenti danneggiati dal sisma emiliano del 2012. L’iniziativa coinvolse anche alcuni artisti non associati con risultati di vendita superiori alle aspettative. Il catalogo stampato a maggio 2013 è stato il numero tredici dell’elenco generale.
Un’altra occasione di particolare interesse venne offerta dalla ricorrenza del IX Centenario della morte di Matilde di Canossa (1115 – 2015) che vide coinvolti tutti gli incisori dell’ALI nella realizzazione di circa sessanta opere ispirate ai luoghi, alla vita e alla storia della grande contessa. Il catalogo, pubblicazione numero diciannove, fu diviso in cinque capitoli e arricchito di scritti, note e documentazioni storiche e letterarie. Partner e promotore dell’iniziativa fu il Lions Club Bologna San Luca al quale vennero donate tutte le opere esposte in una particolare mostra all’interno del complesso monumentale della Basilica di San Luca. Un secondo esemplare di tutte le opere realizzate è esposto in permanenza nelle sale del castello Matildico di Rossena (RE) visitato ogni anno da migliaia di persone.
Le pubblicazioni dell’associazione, tutte indirizzate a tematiche precise, hanno nei cataloghi e negli annuari due “linee editoriali” ben distinte ed entrambe finalizzate alla realizzazione di elaborati e all’organizzazione della loro esposizione. Valutammo nuovamente che come finalità di una associazione culturale questo non fosse sufficiente. Ci piaceva l’idea di realizzare alcune pubblicazioni slegate dagli elaborati dei soci incisori, che affrontassero argomenti specialistici sulla grafica d’arte trattati con il linguaggio degli appassionati. Nacquero così i Quaderni dell’ALI. L’occasione per partire ci venne data da un corposo saggio sull’incisione “non tossica” realizzato da una socia calcografa che avrebbe dovuto essere pubblicato nell’annuario “Chi non si maschera?” a giugno 2014. Decidemmo di farne una pubblicazione autonoma e nacque così il “Quaderno dell’ALI n°1 – L’incisione blu”, pubblicazione numero sedici. Al primo Quaderno ne sono seguiti fino ad oggi altri quattro su argomenti di vario spessore e con collaboratori di grande prestigio fra i quali Andrea Emiliani, al quale abbiamo dedicato il Quaderno n° 5 interamente impostato su Luciano De Vita. Credo che questa pubblicazione, uscita dopo “L’Arte nell’Anarchia”, “Collezionare grafica d’arte” e “Andrea Emiliani: scritti sull’incisione e altro”, sia stata come impegno organizzativo fra le cose più importanti edite dall’ALI. Il volume, arricchito da una complessa ricerca archivistica, fa luce per la prima volta sul dramma vissuto dall’artista negli anni dell’adolescenza lacerata dalla guerra, che ha generato la visione cupa e drammatica espressa nelle incisioni giovanili documentate nel Quaderno e in una mostra presso la Biblioteca di San Giorgio in Poggiale, a Bologna, in collaborazione con Genus Bononiae. Musei nella Città.
Si è pensato che i Quaderni, pur inserendosi nelle pubblicazioni generali con un numero progressivo, dovessero essere individuati con una numerazione ed una visibilità autonoma e così, oltre ad aggiungere il numero specifico accanto al titolo, si è aggiunta in copertina una fascia di colore, ogni volta diverso. L’idea di considerare queste edizioni nei piani e nei programmi del sodalizio piacque in modo particolare ai soci sostenitori che individuavano in questi strumenti il lato più utile e concreto di una associazione culturale come la nostra.
La “promozione e valorizzazione dell’incisione originale”, citata nello statuto, non è intesa come la promozione delle opere e della visibilità dei singoli artisti; per questo sarebbe più adatta una forma di associazione di tipo sindacale o di finalità commerciali come tante che, dall’Ottocento in poi, si sono formate in tutta Europa. Crediamo che gli artisti, a prescindere dalla notorietà personale, debbano brillare di luce propria e contribuire al comune progetto di aumentare la conoscenza e l’interesse per la grafica originale. In un recente passato qualcuno ha paragonato gli incisori ai pesci di un piccolo acquario dove potendone aumentare la quantità d’acqua ne avrebbero tratto tutti un sicuro giovamento. Questo è quanto cerchiamo di perseguire.
Da tempo in Consiglio Direttivo ci siamo dati la regola, non statutaria, di contenere il numero degli incisori iscritti entro i limiti che ne consentono una curata gestione; abbiamo perciò valutato di non superare il numero di cinquanta artisti associati. Le periodiche defezioni, principalmente dovute all’età e a volte, verosimilmente, alla scarsa convinzione verso gli obiettivi perseguiti, penso siano inevitabili in ogni forma di sodalizio; nel tempo questo provoca un lento ricambio e nei limiti del possibile vorremmo che fosse anche un ricambio generazionale. Se è vero che gli incisori più maturi ambiscono a poter essere ricordati fra qualche decennio come “maestri”, sarà indispensabile che in futuro vi siano ancora bravi incisori in attività e pertanto ci è sembrato giusto considerare, a parità di impegno e riconosciuta capacità, di orientare la preferenza alle richieste degli incisori più giovani o comunque meno anziani, rischiando l’incomprensione con alcuni bravissimi e noti artisti e piccole delusioni da parte di artisti emergenti. Diciamo che fa parte del gioco; una delle direttive che ci siamo imposti è di non perdere tempo in sterili polemiche e di convogliare tutte le energie in proposte positive e fatti concreti.
È comunque motivo di soddisfazione valutare i rapporti di amicizia e reciproca stima che come presidente dell’ALI intrattengo da tanti anni anche con artisti non associati. Mi sembra un positivo segnale di comprensione e di apprezzamento per la coerenza delle nostre azioni.
Constatare che negli anni i soci sostenitori sono aumentati fin quasi a raggiungere il numero degli incisori ci fa ritenere di essere andati nella giusta direzione. Gli artisti del sodalizio possono contare su un “pubblico fedele”, un po’ come gli attori di prosa che nei vari teatri hanno la sicurezza che le prime file di poltrone sono sempre occupate dagli abbonati. Questi amici sono i più “attenti” osservatori delle opere degli artisti associati. Tutte le pubblicazioni, annuari, cataloghi e quaderni, vengono distribuite gratuitamente in centinaia di copie ad enti pubblici e privati in ogni zona d’Italia e ai soci sostenitori sono destinate le copie di testa con inserita un’incisione appositamente realizzata per loro oltre, naturalmente, ad una cartella annuale di grande formato edita in esclusiva e non in commercio.
Un amico di Ivrea, specialista informatico, ha creato da diversi anni per l’ALI il sito web www.alincisori.it tenendolo sempre aggiornato delle attività dell’associazione (cosa che non riusciamo a fare con la pagina di Facebook). Dal sito è possibile attingere ogni informazione riguardo alle edizioni ancora disponibili, che possono essere richieste gratuitamente, e come contattare il sodalizio per ogni tipo di richiesta e curiosità. L’impegno del nostro web master, così come tutto il tempo e le attività dedicate all’Associazione da artisti, soci e collaboratori, è a titolo gratuito. Le quote sociali rimaste invariate dalla nascita del sodalizio (analoghe per i soci sostenitori al costo di un paio di caffè alla settimana), sono le uniche entrate che ci consentono di affrontare i costi di gestione e di tutte le iniziative intraprese.
La conclusione insomma è abbastanza semplice: le cose iniziate per pura passione a volte appagano, ma è indispensabile che la voce “soddisfazione” contribuisca sempre a chiudere un virtuale bilancio in concreto equilibrio.
NOTA (1)
2009:
Bologna, Soprintendenza Archivistica dell’Emilia Romagna; Borgotaro (PR), Museo delle Mura; Bertinoro (FC) Palazzo Comunale; Formello (RM), Centro per l’incisione e la grafica d’arte
2010:
Suzzara (MN), Galleria 2 E; Chaumont (Francia), Chapelle des Jésuites; Grizzana Morandi (BO), Fienili del Campiaro; San Giovanni in Persiceto (BO), Sala Consigliare della Partecipanza; Bologna, Museo della Sanità; Chamalieres (Francia) 8 Mondiale de l’estampe.
2011:
Pianoro (BO), Museo di Arti e Mestieri; Pianoro (BO), La Loggia della Fornace; Reggio Emilia, Complesso del Mauriziano; Bagnacavallo (RA), Museo delle Cappuccine.
2012:
Università di Bologna, Museo delle Cere Anatomiche “Luigi Cattaneo”; Vignola (MO), Rocca di Vignola, Sala dei Contrari;
2013:
Firenze, Galleria il Bisonte; San Pietro in Casale (BO), Museo di Casa Frabboni; Bologna, Museo della Sanità; Crespellano (BO), Palazzo Garagnani; Busseto (PR), Biblioteca della Fondazione CARIPARMA;
2014:
Carbonara PO (MN), Villa Bisighini; Parma, Museo Glauco Lombardi, Soncino (CR), Museo della Stampa; Chamalieres (Francia) Triennale dell’incisione; Zola Predosa (BO), Museo di Ca’ la Ghironda;
2015:
Parma, Biblioteca Palatina e Museo Bodoniano; Medicina (BO), Pinacoteca Aldo Borgonzoni e Museo Civico; Bologna, Complesso monumentale della Basilica di San Luca; Pianoro (BO), Museo di Arti e Mestieri.
2016:
Bologna, Museo civico del Risorgimento; Parma, Aula Magna del Liceo Artistico Toschi; Bazzano (BO), Rocca dei Bentivoglio;
2017:
Rossena (RE), Castello Matildico di Rossena; Pianoro (BO), Museo di Arti e Mestieri; Bologna, Palazzo D’Accursio: Sala d’Ercole e Sala degli Anziani.
2018:
Zola Predosa (BO), Museo di Ca’ la Ghironda; Grizzana Morandi (BO), Fienili del Campiaro; Piacenza, Biblioteca Passerini-Landi, Salone monumentale;
2019:
Zola Predosa (BO), Museo di Ca’ la Ghironda; Bologna, Biblioteca di San Giorgio in Poggiale; San Marino di Bentivoglio (BO), Museo della Civiltà Contadina; Faenza (RA), Pinacoteca Comunale.
.
https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/