Carabellese, ontologismo, filosofia, dio

Carabellese, ontologismo, filosofia, dio

Carabellese, ontologismo, filosofia, dio

 

Carabellese, Il problema dell’esistenza di Dio

Mary Blindflowers©

Carabellese, ontologismo, filosofia, dio

Cimmino, Carabellese, Studium 1983, credit Antiche Curiosità©

 

Pantaleo Carabellese nasce a Molfetta, Bari il 6 luglio 1877 da Salvatore e Isabella De Vincenzo. Laureatosi in materie letterarie a Napoli nel 1901, inizia molto presto a studiare Kant che influenzerà il suo pensiero filosofico successivo. Nel 1906 si laurea in filosofia con una tesi su Rosmini.
È un filosofo poco conosciuto.
Luigi Cimmino, nel 1983 gli dedica un libro: Carabellese, Il problema dell’esistenza di Dio, Edizioni Studium Roma.
Si tratta di un saggio articolato in più parti: premessa, introduzione, frammenti del testo carabellesiano, linee di ricerca e nota bio-bibliografica. Il libro commenta e sintetizza in termini di scorrevolezza piuttosto ben costruita, dato l’argomento, momenti fondamentali della filosofia di Carabellese, filosofo da tanti giudicato di difficile interpretazione. L’interesse fondamentale è dato dall’eterno problema di tutte le filosofie, quello dell’esistenza di dio, tema che nessuno è riuscito a svolgere in modo convincente e nemmeno, ovviamente, Carabellese.
Nonostante alla fine tutte le discettazioni sull’esistenza di Dio conducano ad un vicolo cieco, è innegabile che seguire le tortuose vie del ragionamento carabellesiano, non è operazione inutile perché mette comunque in moto domande e relative non risposte, il che, insomma, di questi tempi, non è poco. Nonostante la mia allergia per l’ontologia e per la sola idea di punto originario in tutte le sue forme, l’asistematicità filosofica del testo di Carabellese, il suo non-approdo a soluzioni che possano essere definite efficaci ma piuttosto naufraganti in questioni del tutto aperte, non si può negare che il libro di Cimmino, sia costruito bene e affronti le questioni fondamentali con un certo necessario accademico e sostanziale distacco, in modo che il lettore possa capire i punti importanti senza che l’autore si perda in elucubranti spunti soggettivi. Che poi questi punti importanti possano essere non condivisi da chi legge, a tratti addirittura sembrare assurdi oltre che contraddittori, è questione di scarsa importanza perché attiene al parere soggettivo di chi fruisce. Che la filosofia carabellesiana parta da un discorso ontologico molto discutibile, discorso che, a suo giudizio, precede ogni determinazione e valutazione del sapere, mentre per chi legge l’ontologia può aver stressato anche le gambe dei tavolini, è valutazione non sostanziale a queste note che cercano di mantenere l’imparzialità del giudizio, per quanto questo sia possibile. Se non si condivide l’afflato parmenideo del discorso carabellesiano, non importa, perché il fine qui non è la critica al bluff ontologico, ma al testo che parla di Carabellese.
Cimmino avverte che Carabellese non è un filosofo di immediata comprensione per via dei “salti argomentativi difficili da raccogliere e da collegare”, quindi l’esplicitazione del suo pensiero si aggira su sentieri adatti comunque a un lettore scafato, uno che i libri non li divora per moda ma li medita, un lettore che a fine libro non passa ad altra lettura senza prima aver riflettuto ed essersi posto più di una domanda.
La sintetizzazione del discorso carabellesiano è svolta in modo piuttosto ordinato, preciso e comprensibile.
Cimmino ha l’accortezza di sintetizzare le varie tesi del pensiero di Carabellese in materia di gnoseologia, ontologia, estetica, dando la preminenza al concetto di identità, alla pensabilità dell’identità sul piano ontologico, alla teoria del concreto, al rapporto tra religione e superstizione e al compito della filosofia in relazione alla dimostrazione dell’esistenza di Dio, per poi precisare la posizione di critica del filosofo rispetto all’idealismo.
Carabellese, in opposizione all’idealismo crociano e gentiliano, da cui è stato oscurato, critica l’impostazione tradizionale ontologica del problema di Dio, per un’ontologia che si illude di superare l’ontologia stessa, affermando che Dio è innegabile e in questa sua innegabilità consisterebbe la vera essenza dell’argomento ontologico. In parole semplici negando Dio lo si afferma. Questa in sintesi la conclusione di un ragionamento che non prova né dimostra nulla dato che Dio non è rappresentabile per ammissione dello stesso Carabellese riecheggiante tesi kantiane e anselmiane.
Lo studioso apre prospettive di ricerca in opposizione all’attualismo che non è considerato nemmeno una filosofia, ma una sorta di “realismo dogmatico”.
Cimmino ha percorso alcune tappe del ragionamento carabellesiano con uno stile comprensibile, gradualmente esplicativo della posizione e anche dell’evoluzione del filosofo pugliese.
Lo scopo del libro, come dichiarato esplicitamente in quarta di copertina,  è quello di “avvicinare il lettore all’ontologismo” tanto caro a Gioberti, o meglio a quello che è da sempre il suo sempiterno tema privilegiato “l’unum argumentum”.
Lo scopo nel mio caso non è stato raggiunto, non credo nella teoria della priorità della conoscenza di Dio e non mi sono convertita all’ontologismo del principio originario, scarto di tutte le filosofie e argomento che ha stancato pure le madonne nelle nicchie. Questo non mi ha impedito di leggere il libro con interesse perché un buon lettore ha un punto di vista che perde di vista anche il suo punto di vista, se occorre.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=xwtdhWltSIg

 

 

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