Il variegato mondo esperantista

Il variegato mondo esperantista

Il variegato mondo esperantista

Una città diversa dalle altre

Anna Maria Dall’Olio©

 

Il variegato mondo esperantista

Il volo del cigno, credit Mary Blindflowers©

 

Chi non conosce il variegato mondo esperantista può essere indotto a credere che l’esperanto appartenga a una realtà ideale, difficile da realizzare nella pratica del mondo contemporaneo. Ebbene, non è così. Anzitutto, non trascorre giorno che non si realizzi qualcosa in questa lingua artificiale (ed è tanto se si pensa che i parlanti accertati sono 2 milioni). In secondo luogo, oltre ai numerosi festival e congressi (spesso di cadenza annuale) esistono luoghi fisici, che possono essere identificati col termine Esperantujo, ossia il luogo dell’Esperanto.

Il primo esempio che viene in mente al riguardo è Herzberg am Harz, cittadina tedesca della Bassa Sassonia di circa 15.000 abitanti. Per decisione unanime dei 4 partiti che componevano il Consiglio comunale, guidato dal sindaco Gerhard Walter, il 12 luglio 2006 assunse la denominazione di “Città dell’Esperanto” (La Esperanto-urbo). Col tempo la notizia, diffusa dal sito locale dalla stampa tedesca,e dal bollettino del Congresso universale di Firenze, ha attratto cultori della lingua provenienti da più di 80 Paesi.
In realtà, la tradizione esperantista di questa località risale alla metà degli anni Sessanta, quando in città iniziò a insegnare Joachim Gießner, presidente dell’Associazione Esperantista dei Ferrovieri tedeschi (1956-2002) e della Federazione esperantista internazionale dei Ferrovieri (1968-1990).
Gießner si rese conto che l’esperanto, come qualsiasi altra lingua, aveva un grande valenza culturale. Organizzando congressi tedeschi e internazionali, mise in pratica la comprensione tra i popoli e capì che in questa direzione andavano le sue traduzioni in esperanto di testi di materia ferroviaria. A tal fine, elaborò un metodo speciale per tradurre in esperanto da qualsiasi lingua, utilizzando i suoi numerosi contatti.

A partire dalla storica decisione in tutte le scuole di Herzberg (elementari, medie, ginnasio) si insegnò la lingua internazionale e si organizzarono corsi e servizi per accogliere esperantisti stranieri, a partire dalla formazione del personale dell’ufficio per il turismo. Si diffusero segnaletica e insegne bilingui. Nei caffè, nelle birrerie e nei ristoranti i menù vennero redatti anche in esperanto. Attualmente la famiglia Lorencic, proprietaria del ristorante sulla piazza principale della città, accetta clienti esperantisti e li accoglie nella lingua internazionale. Presso l’ingresso il locale presenta la stella verde con l’informazione: “Servizio esperantista. Benvenuti!”.

Dopo 14 anni a Herzberg l’attività esperantista è ancora fiorente: oltre a iniziative di istruzione e formazione organizzate sia localmente che in collaborazione con le città gemellate (in particolare, la polacca Góra), la città è sede della Sezione istruzione e cultura dell’Associazione Esperantista Tedesca e del Centro per la Formazione degli Insegnanti, e soprattutto del Centro Interculturale Herzberg (Interkultura Centro Herzberg).

Il Centro organizza tutto l’anno corsi, seminari e conferenze. Comprende il punto di accoglienza per esperantisti stranieri, l’Esperanto-Biblioteko (circa 7.000 libri in esperanto o sull’esperanto: letteratura originale e tradotta, opere linguistiche, materiale per l’apprendimento dell’esperanto, vocabolari e manuali didattici in più di 100 lingue), un museo, un archivio di documenti cartacei ed elettronici e altro ancora. Anche il giardino della struttura non è fine a se stesso, ma è deputato ad accogliere serate interculturali anche per non esperantisti per promuovere l’interesse per le lingue e le culture.
Si tratta, quindi, di un complesso che occupa più persone a tempo pieno, tra cui un impiegato comunale, insegnanti e volontari di ogni età.

.

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=zVnGXQSHCiM

 

Post a comment