Dionigi Diderot, Il nipote di Rameau©
Mary Blindflowers©
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Dionigi Diderot, Il nipote di Rameau (1761-77), pubblicato postumo. Un divertente e scorrevole dialogo satirico che l’autore immagina di intrattenere con il nipote dell’allora noto compositore Jean-Philippe Rameau. Si tratta di un’opera fresca e sagace. Con il pretesto di presentare un personaggio bizzarro che ha il coraggio di dire il vero senza pudori, di mettere alla berlina parassiti e adulatori dell’alta società, essendo egli stesso, un genio fallito e un parassita per mestiere, critica aspramente la condotta di molti personaggi del suo tempo, ridicolizzandoli. Ecco cosa dice del teologo Bergier, avverso all’Enciclopedia, dottore alla Sorbona e incaricato della censura teatrale:
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Intendiamoci, bisogna distinguere il baciare il culo in senso proprio e baciare il culo in senso figurato. Domandatelo al grosso Bergier che bacia il culo a Madame de la Marck in entrambi i sensi; in verità e il proprio e il figurato, in questo caso, mi spiacerebbero del pari…
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Anche i poeti accompagnati da uno stuolo di adulatori, non sono esenti da critiche. L’amico Robbé era Pierre-Honoré Robbé de Beauveset. Scrisse un poema sulla sifilide. La declamazione dei suoi mediocri versi veniva sempre accolta con entusiasmo da schiere di adulatori:
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Viene qualche volta l’amico Robbé e ci regala racconti equivoci, miracoli di convulsionari dei quali è stato testimonio oculare, e qualche canto del suo poema sopra un argomento che conosce a fondo. Detesto i suoi versi, ma mi piace sentirlo recitare. Ha l’aria di un energumeno. Tutti esclamano intorno a lui: “Ecco, questo si chiama un poeta!” Tra noi, quella poesia non è che un guazzabuglio d’ogni sorta di rumori confusi, il canto Barbaro degli abitanti della Torre di Babele…
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Non avviene la stessa cosa anche oggi? I poeti non si applaudono tra loro se facenti parte della stessa consorteria, dello stesso gruppetto? Poco importa se il contenuto è scarso, l’adulazione prevale su tutto, anche sulla libertà d’intelletto.
In realtà il nipote di Rameau adula ed è un fannullone per mestiere, per mangiare, laddove quelli che mette alla berlina adulano per inclinazione e per fare carriera, ma Diderot va oltre nella sua filosofia della vita. Egli afferma che la struttura stessa del mondo si basa su una serie di dipendenti e servili adulazioni che chiama “posizioni” e da cui nemmeno il sovrano è esente, per il fatto stesso di stare al mondo. Il re adula Dio e la sua amante mentre il ministro fa l’accattone col re, la folla degli adulatori e dei cortigiani servi si avvilisce e striscia davanti al ministro. “La pantomima degli accattoni è il gran ballo di tutta la terra”.
C’è come un velo amaro nella spassosa conversazione di Diderot, la consapevolezza di rappresentare il mondo nella sua lucida evidenza, attraverso un personaggio che non ha pudore di mostrarsi per ciò che è, un fallito che si mette al servizio di famiglie ricche, divertendole, per campare senza far nulla. Diderot lo disprezza ma nello stesso tempo è affascinato dalla sua capacità di svelare il mondo così com’è, rimanendo di base abietto ma sincero, un’esplosiva commistione di verità e finzione. Il nipote di Rameau è un adulatore ma dice di esserlo, mentre intellettuali, scrittori, poeti, critici e filosofi che adulano costantemente e in modo smaccato, non ammetterebbero mai la loro abiezione. Il personaggio di Diderot quasi va orgoglioso del suo stato di parassita, mentre parassiti e adulatori che si fingono intellettuali, negano l’evidenza: “La gente inghiotte a grandi sorsi la menzogna che lusinga, e beve a goccia a goccia una verità amara”.
Emerge lo spaccato di una società ipocrita in cui non conta la sostanza ma l’apparenza:
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Quando leggo l’Avaro, mi dico: Sii avaro, se vuoi, ma guardati dal parlare come l’avaro. Quando leggo il Tartufo mi dico: Sii ipocrita, se vuoi, ma non parlare come l’ipocrita. Conserva i vizi che ti sono utili, ma non averne il tono o le apparenze che ti renderebbero ridicolo… Il vizio non offende gli uomini che ad intervalli. i caratteri visibili del vizio li offendono dalla mattina alla sera. Forse varrebbe meglio essere un insolente che averne l’aspetto; l’insolente per carattere non insulta che di tanto in tanto; l’insolente d’aspetto insulta sempre…
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Queste sono frasi che potrebbero essere state scritte oggi. L’intero libro è di un’attualità sorprendente, ha uno stile scorrevole e si legge molto facilmente. Una satira senza tempo.
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https://www.youtube.com/watch?v=1jww4M1uoeM
https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/