Come nascono storie, l’urto

Come nascono storie, l'urto

Come nascono storie, l’urto

 

Come nascono storie, l'urto

Acefalo, pastel on paper by Mary Blindflowers©

 

Di Mary Blindflowers©

Come nascono le storie?

Ci sono diversi modi di rispondere a questa domanda, ma credo non esista una sola esaustiva risposta bensì più risposte a seconda dei punti di vista o svista, i casi son tanti…
Per alcuni basta mettere su un CD che riproduce i rumori dell’universo; per altri occorre osservare le geometrie celesti oppure le semplici congiunture occasionali terrestri. Per taluni la creatività è una piccola scintilla che genera pian piano un fuocherello, poi un fuoco più grandicello. C’è chi dice che creare sia un viaggio, un’esplorazione straordinaria dentro di sé o dentro gli altri.

In ogni caso, qualunque sia la risposta non può e non deve avere pretese di universalità.

Per me le storie nascono “dall’urto”.

Non lo dico tanto per dire ma perché è così, io scrivo storie dopo che mi sento “urtata”.
Stamattina per esempio, nevicava. In linea di massima odio il freddo, il gelo poi mi impigrisce. Non avevo alcuna intenzione di scrivere una favola che ha per protagonisti degli animali antropomorfizzati, né altro. Però è accaduto che una signorina Pinka Palla della famiglia dei Pallini Pinka, specialità voglio esserci per sempre a tutti i costi, catalogazione di serie, servilismo spiccio, numero classe zero, in riferimento ad un mio post di qualche giorno fa che deve averle rovinato la delicata digestione, decide di esternare questo suo disgusto sui social, linkando una sentenza che mi vede colpevole di aver diffamato un certo professore tal dei tali, serie potenza ennesima e intoccabile, succedanea di nostro Signore Gesù Cristo in terra. Il link che conoscono pure i sampietrini e i vermicelli che eventualmente possono starci sotto, è storia vecchia e risaputa. Sono anni che sto in causa per una tesi di laurea. La signorina Pinka arriva fiera fiera in gabbia, a dirmi in parole semplici, che il potere non si tocca, insegnamento che le hanno inculcato fin dalla culla e che insegnano a tutti noi fin da quando emettiamo il primo fondamentale vagito nel mondo. Forse da quella culla io son caduta oppure non sono mai stata una brava allieva, chi lo sa. Fatto sta che avendo subito un’azione che ho ritenuto ingiusta da un professore, ho reagito in un Paese dove il povero non deve reagire ma stare zitto e sottomettersi alla prepotenza del più forte.
Anche la signorina Pinka ha reagito, per difendere un editore che le sta particolarmente a cuore, dall’accusa a suo dire infamante, di essere un Eap.
Ora cosa c’entri la storia del mio travagliato litigio con un professore universitario con cui ho in ballo una causa per plagio letterario, con un editore che viene stigmatizzato come Eap, non si sa, è un collegamento che la buona Pinka si è riservata di farsi da sola nel suo cervellino stile biglia in una stanza vuota.
Il collegamento è che quando si discute con qualsiasi persona detenga una posizione di potere, vieni lapidato sul piano personale. L’attacco alla persona è infatti il mezzo più sicuro per distogliere l’attenzione dal punto centrale della discussione, un vecchio trucco adottato da chi non ha argomenti per controbattere, come se per dire che un editore chiede soldi per pubblicare bisogna essere dei santi a 360 gradi. Ma i santi e le sante stanno in Paradiso non sulla terra, sulla terra siamo tutti peccatori, me compresa. Del resto Gesù Cristo stesso non diceva, chi è senza peccato scagli la prima pietra?

Voi mi direte, ma cosa c’entrano le storie con tutto questo ciarlare?

Eh c’entrano, perché la reazione della Pinka unita al link del mio grande peccato consistente nell’aver diffamato un esimio cattedratico, ha generato una storia.
Non ci si sveglia la mattina con il proposito di scrivere una maledettissima storia, specie se nevica e la neve non vi piace, è la scrittura che ci insegue, ci strazia e ci costringe ad essere fissata sulla carta. Non è una colpa, io ne farei volentieri a meno, a dirla tutta, lo dico anche a tutti quei bei borghesi ricchi e impomatati che hanno fatto della scrittura un club esclusivo per soli ricchi, ma le storie insistono nella loro assurda pretesa di essere scritte da me che ricca non sono. Insistono e io cedo alle loro insistenze.
Devo alla signorina Pinka la nascita di una favola, questo è un fatto.
Per questo motivo io non so se ringraziarla o no, perché di certo non le sto simpatica, anzi credo che se mi trovasse agonizzante in un deserto di sabbia, non mi darebbe nemmeno un goccio d’acqua per riprendermi, ma senza il suo prezioso intervento d’urto, avrei seguito pedissequamente il programmino giornaliero che mi ero prefissata di seguire e avrei fatto le cose che avevo in mente di fare. Invece che ho fatto? Ho scritto tutta la trama, dall’inizio alla fine di una favola ispiratami da lei.
È stato un bene o un male?
E chi lo sa? Io non lo so.
Non è questo il punto importante, perché della scrittura si può parlare bene, male, benissimo, malissimo. Il punto è che si tratta di una scrittura che nasce dall’antinomia, non dall’armonia. Non ho bisogno di guardare il cielo, le congiunzioni astrali o ascoltare il moto dei pianeti in un cd, per scrivere, ho bisogno di tante signorine Pinka che mi sveglino la mattina coi loro cinguettii del disturbo, dell’urto e del disgusto, che destino in me reazioni con lo scintillio dei loro occhietti pieni di rabbia e con l’abilità digitante delle loro zampette da uccellini piccati sulla tastiera del pc.
Lode lode lode a tutte le Pinka Palla della famiglia dei Pallini Pinka, specialità voglio esserci per sempre a tutti i costi, numero di serie, servilismo spiccio classe zero. Lodi sperticate a voi perché vostro sarà il regno dei cieli ovattati e degli angeli dai fini crini. A me basta il mio, di regno, nel quale voi lascerete in qualche modo, un segno, che vi piaccia o no.

.

 

https://www.youtube.com/watch?v=4PA6nTWcTMQ

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

 

Post a comment