Ascolto, mondi possibili, cornici

Ascolto, mondi possibili, cornici

Ascolto, mondi possibili, cornici

Ascolto, mondi possibili, cornici

M. Sclavi, Arte di ascoltare…, credit Mary Blindflowers©

 

Ascolto, mondi possibili, cornici

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Mary Blindflowers©

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Marianella Sclavi nel 2003 dà alle stampe per Bruno Mondadori Editore, nella collana Sintesi, L’arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte.
La prefazione è un poco prolissa e a tratti perfino autoreferenziale:

Andremo decisamente controcorrente, preparatevi… il cammino nel quale ci apprestiamo ad avventurarci non è una collezione di curiosità, al contrario: è un corso molto strutturato… spero che ve ne accorgerete e che vi convinca… Quando ho iniziato… ero considerata abbastanza unanimemente una buona osservatrice ma non ero assolutamente d’accordo che questa mia abilità dipendesse da un talento innato.

Alcune notazioni personali sono di scarso interesse per il lettore. In riferimento a Gregory Bateson dice:

… decisi di partire da Roma e andare in California a trovarlo. Così, senza neppure un appuntamento. Volevo intrufolarmi nelle sue lezioni per vedere che rapporti instaurava con gli studenti… ma sono arrivata tardi. Era morto da alcuni mesi…

In riferimento al suo metodo di lavoro sente l’esigenza di informarci su quante ore sta al pc:

ho scritto questo libro in un mese di agosto, senza troppe difficoltà, anzi con grande allegria e amorevolezza. Ne esco sfinita, ma questo è un altro paio di maniche, banalmente dovuto alla media di dodici ore al giorno al computer.

Dopo essersi definita “controcorrente”, termine un po’ ridicolo per un accademico, dice però che non intende rinunciare o mettere in discussione in alcun modo l’abitudine di pensiero dominante per i ragionamenti semplici, ma acquisire un altro punto di vista:

 

La questione dunque non è di buttare via l’abitudine di pensiero dominante, la quale è perfettamente adeguata ai contenuti semplici, dove si danno per scontate le stesse premesse implicite, si tratta accanto a questa di acquisirne anche un’altra. Però se si parte dall’abitudine di pensiero più complessa, quella più semplice non appare affatto incompatibile, è solo una riduzione di cornici…

 

Il libro, come precisa l’autrice stessa, è diviso in due parti: Autoconsapevolezza emozionale, la gestione creativa dei conflitti.

Si tratta in buona sostanza, di una serie di test, giochi ed esercizi proposti agli studenti per saggiare la loro capacità di pensare creativamente in modo non stereotipato e convenzionale, nella dinamica dell’arte di ascoltare-osservare l’oggetto da molteplici punti di vista, cercando di uscire fuori dalle cornici del pensate abitudinario.
I giochi sono interessanti soprattutto nella parte in cui si invitano gli studenti ad accettare i paradossi del pensiero e a svincolarsi dalle stereotipie-cornici: quello che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista.
L’ascoltatore diventa così da ricettore passivo di un messaggio, un vero e proprio esploratore di mondi possibili che riesce a scoprire la futilità insita in certi meccanismi automatici di pensiero.
Definire questi test psicologici “controcorrente” forse è esagerato, perché poi le conclusioni a cui la Sclavi perviene e che non è necessario essere accademici per capire in tutta la loro evidenza, appaiono abbastanza scontate e ovvie anche senza fare alcun test o giochetto psicologico.
Per esempio, dopo aver mostrato agli studenti una poesia senza senso e aver visto gli interlocutori cercare di dare un senso logico a ciò che la prof, investita d’autorità, proponeva, dice una cosa che sappiamo tutti in teoria ma che nella pratica molti dimenticano:

desidero che siate consapevoli che in generale maggiore è l’autorità e il prestigio di una persona, più ci rendiamo automaticamente disponibili a darci da fare per rendere sensato quello che dice o fa. Quando asserisce cose banali, le facciamo diventare importanti, quando cose prive di senso comune, glielo attribuiamo. Ne avete appena visto una prova… Quando chi parla e fa è una persona emarginata dalla società o comunque in posizione marginale, altrettanto automaticamente tendiamo a risparmiarci, a posizionarci sull’ascolto passivo… Sapendolo, possiamo anche decidere, se vogliamo di andare controcorrente.

Il guaio è che la Sclavi definisce l’ascolto attivo dei contenuti, indipendentemente dal principio di autorità, non come normalità ma come atteggiamento controcorrente. Questo perché viviamo in una società di sordi e ciechi che esalta il nome e non la sostanza; questo perché anche chi si vanta di fare cultura ama più le premesse implicite piuttosto che un testo per ciò che è realmente; ama più il principio di autorità ispirato dal soggetto che parla o fa, piuttosto che ciò che dice o fa veramente.
Ecco perché quando si recensisce un autore si deve solo leggere con attenzione il testo, per evitare l’ascolto passivo coi paraocchi dell’ideologia o della predisposizione servile all’autorità costituita del nome arrivato. Questa, ripeto, dovrebbe essere la normalità, ma non lo è affatto, purtroppo.

Il testo della Sclavi non dice nulla di nuovo, nulla che non sia stato già detto, che non sia riscontrabile da un esame del reale in semplici ordinarie conversazioni, tuttavia rimane un esercizio mentale interessante anche di scorrevole lettura.
Ne consiglio l’immediata visione a quel signore che mi ha scritto che un certo poeta deve piacermi per forza, dato che è partigiano e antifascista, e quindi le sue poesie non possono non piacere, per partito preso. Peccato che io non abbia mai giudicato un testo sulla base del partito, né preso né lasciato ma sulla base del contenuto puro e semplice. Questo non è essere controcorrente, è semplicemente non avere un bel paio di fette di  prosciutto sugli occhi.

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=hTWKbfoikeg

 

 

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