Decamerone: giornata terza, castità

Decamerone: giornata terza, castità

Decamerone: giornata terza, castità

Di Mary Blindflowers©

Decamerone: giornata terza, castità

Il Decamerone: Neisile, giornata III, Formiggini, Roma, 1923, credit Antiche Curiosità©

 

Decamerone giornata terza: cenni

 

Nella giornata terza si ragiona “sotto il reggimento di Neifile, di chi, alcuna cosa molto da lui disiderata con industria acquistasse, o la perduta ricoverasse”.
Il tono spiccatamente femminista e l’anticlericalismo di Boccaccio si accentuano sempre più. Fin dall’inizio della novella prima, l’autore inizia a discorrere delle monache, sostenendo che la maggior parte della gente pensa che basti mettere un abito talare per far sì che tutti i naturali appetiti ne siano attutiti, sottovalutando ipocritamente le esigenze della carne:

Bellissime donne, assai sono di quegli uomini e di quelle femmine che sì sono stolti, che credono troppo bene che, come ad una giovane è sopra il capo posta la benda bianca et in dosso mèssale la nera cocolla, che ella più non sia femina, né più senta de’ femminili appetiti, se non come se di pietra l’avesse fatta divenire il farla monaca: e, se forse alcuna cosa contra questa lor credenza odono, così si turbano, come se contra natura un grandissimo e scelerato male fosse stato commesso, – non pensando né volendo aver rispetto a sé medesimi, li quali la piena licenzia di poter fare quel che vogliono non può saziare, né ancora alle gran forze dell’odio e della sollecitudine.

Boccaccio scalza uno dei fondamenti della religione cattolica, la castità. Sostiene infatti che l’istinto sessuale è insopprimibile perché la forza istintiva della natura è superiore alla ragione umana. I risultati della castità forzata sfociano infatti sempre nella trasgressione delle regole che monaci e preti infrangono costantemente per far di nascosto ciò che l’abito non consentirebbe. La castità così diventa un valore solo apparente, artificialmente indotto e che rivela l’ipocrisia della religione. Nella novella quarta si descrive il bigotto, Puccio di Rainieri, tutto dedito allo spirito, come uno sciocco che un prete, Don Felice, per godere dei favori sessuali della moglie, non esita a drogare e ingannare. I religiosi sono disposti a qualunque sotterfugio pur di godere in segreto del piacere sessuale. Anzi l’abito talare sembra eccitarne vieppiù i sensi. Nella novella settima il protagonista, Tedaldo, che viene rifiutato dalla sua giovane amante a causa dei consigli di un frate, sotto le spoglie di un pellegrino, fa un discorso anticlericale molto acceso:

Or voi dovete sapere che io son frate, e perciò li loro costumi io conosco tutti… et egli mi piace di parlarne, acciò che per innanzi meglio li conosciate, che per addietro non pare che abbiate fatto. Furono già i frati santissimi e valenti uomini, ma quegli che oggi frati si chiamano e così vogliono essere tenuti, niuna altra cosa hanno di frate se non la cappa, né quella altresì è di frate, per ciò che dove dagl’ inventori de’ frati furono ordinate strette e misere e di grossi panni e dimostratici dello animo il quale le temporali cose disprezzate avea quando il corpo in così vile abito avviluppavano, essi oggi le fanno larghe e doppie e lucide e di finissimi panni, e quelle in forma hanno recate leggiadra e pontificale, in tanto che paoneggiar con esse nelle chiese e nelle piazze, come con le loro robe i secolari fanno, non si vergognano… molte pinzochere, molte vedove, molte altre sciocche femine ed uomini d’avvilupparvi sotto s’ingegnano… desiderano le femine e le ricchezze; e tutto il lor disidero hanno posto e pongono in ispaventare con romori e con dipinture le menti degli sciocchi… Essi sgridano contro gli uomini la lussuria, acciò che, rimuovendosene gli sgridati, agli sgridatori rimangano le femine: essi dannan l’usure e i malvagi guadagni, acciò che fatti restitutori di quegli, si possano fare le cappe più larghe, procacciare i vescovadi e l’altre prelature maggiori… E quando di queste cose, e di molte altre che sconce fanno, ripresi sono, l’avere risposto: Fate quello che noi diciamo e non quello che noi facciamo, estimano che sia degno scaricamento d’ogni grave peso… Vogliono gli odierni frati, che voi facciate quello che dicono, cioè che empiate loro le borse di denari, fidiate loro i vostri segreti, serviate castità, siate pazienti, perdonare le n’giurie, guardiatevi del mal dire: cose tutte buone, tutte oneste, tutte sante; ma questo perché? Perché essi possono fare quello che, se i secolari fanno, essi fare non potranno…

 

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=Vo6lHmpAwuM

 

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