Gli uomini senza qualità

Gli uomini senza qualità

Gli uomini senza qualità

Di Mary Blindflowers©

 

Gli uomini senza qualità

Sardegna, credit Mary Blindflowers©

 

Scrive la Treccani:

“Sardegnòlo (meno com. sardagnòlo e sardignòlo) agg. – Della Sardegna; sinonimo di sardo se riferito ad animali (cavalli, somarelli s.), è sentito come spregiativo o offensivo se riferito a persona”.

Se chi usa con molta facilità il suindicato termine riferendosi ai sardi, leggesse il vocabolario, scoprirebbe che è riferito agli asini. La facilità con cui la gente apre bocca per darle fiato è direttamente proporzionale a un livello culturale nazionale piuttosto basso e a un’ignoranza invadente e cafona. Stereotipi razzisti, luoghi di comune quanto mitica fascinazione della Sardegna, vista solamente come paesaggio da vacanza estiva e niente più, completano il quadro del suo isolamento rispetto al resto d’Italia che pure ha ampiamente e storicamente sfruttato l’Isola.
L’insularità ha alimentato il mito romantico, ma non sempre corrispondente alla realtà, di una terra arcaica e selvaggiamente primitiva calata in una fantastica astoricità il cui fascino ha partorito antiche leggende come quella ricordata dal filosofo greco Aristotele secondo il quale nove eroi sardi riposavano nel sonno eterno della morte senza che i loro corpi subissero le ingiurie del tempo e della naturale decomposizione e tutti coloro che dormivano al loro fianco si svegliavano fuori del tempo e della storia immersi in un eterno presente.
“Frammento di un vecchio esteso continente alla deriva (la Tirrenide), isola nell’isola, … antica zolla che i Greci assomigliarono ad un piede umano …, ventosa terra arcaica posta fra mare e cielo” l’isola, specchio di un mondo “ancestrale e fossile”, sembra essere stata condannata ad un’ammaliante e un poco illusoria fissità.
Svenduta agli americani, martirizzata in passato da micenei, balari, corsi, punici, romani, vandali, visigoti, bizantini, pisani, genovesi, piemontesi, saraceni e spagnoli, la Sardegna è sempre stata una terra sfruttata e da sfruttare.
Il fatto che i sardi chiamino tutti quelli non sardi “continentali”, sottolinea la distanza di un popolo che non si sente nemmeno italiano, chiamato ancora oggi nel 2019 “sardignolo”, cioè “asino”, da gente ignorantissima e bestiale che non sa parlare correttamente nemmeno la sua lingua, figuriamoci se può mai essere in grado di capire una cultura diversa e infinitamente più antica quale quella sarda che in epoca pre-fenicia, pre-greca e pre-romana utilizzava già un alfabeto; una civiltà antichissima che ha un dialetto che è una lingua complessa con plurime varianti da zona a zona e i resti unici al mondo di una grandiosa civiltà nuragica.
Eppure ancora in giro c’è più di un ebete che chiama i sardi “sardignoli”.

Quando le parole scorrono dalla chiostra dei denti, pronunciate con leggerezza, occorre dare loro un valore direttamente proporzionale alla qualità della persona che le pronuncia. E di uomini e donne senza alcuna qualità è davvero pieno il mondo perché la mamma dei cretini, siccome è cretina anch’essa, cosa può fare, se non figliare inconsapevolmente altri cretini par suo?

 

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=UP590GHjAUE

 

Post a comment