Maiuscoletto, saggistica e indiscutibilità

Maiuscoletto, saggistica e indiscutibilità

Maiuscoletto, saggistica e indiscutibilità

Mary Blindflowers©

Maiuscoletto, saggistica e indiscutibilità

L’unico vero filosofo, credit Mary Blindflowers©

 

Sull’indiscutibilità e il rapporto tra vero e falso, la filosofia ha ampiamente discusso.
Esempi di tali discussioni sono rintracciabili un po’ ovunque, nel finzionalismo, in Cartesio, negli eliminativisti, in Pirandello e in tutta la letteratura degna di essere chiamata tale.
Eppure, nonostante sia stata raggiunta una certa consapevolezza che, nell’arte specialmente, la linea tra realtà e finzione, sia piuttosto aleatoria, sottile e spesso generatrice di dubbi, ancora oggi molti intellettuali si ritengono indiscutibili e dichiarano di non avere alcun dubbio su ciò che dicono e su ciò che scrivono. E non si tratta di idioti, ma di gente che dirige riviste, scrive sui giornali, dà alle stampe libri e dice continuamente di fare cultura, ma di fatto si costruisce attorno una campana di vetro per sentirsi indiscutibile e darsi un alone di autorevolezza.
Quindi personaggi sacri sentenziano e scrivono sentenziando e i loro scritti, ovviamente sacri a loro volta, risentono di questo loro atteggiamento mentale rigido e poco dialettico.
In questo modo accade che il refuso, non sia mai, è voluto, lo hanno fatto apposta, per rivoluzionare il loro stile (e non stiamo parlando di poesia sperimentale ma di prosa).
Accade che se all’improvviso allo scrittore viene in mente di usare in un saggio, i caratteri tutti in maiuscoletto (non si capisce bene a quale scopo), diventa una scelta stilistica che non si deve e non si può contestare in alcun modo.
Eppure il maiuscoletto indica che si sta gridando in faccia al lettore, che lo si aggredisce. L’autore non si prende la briga di fare una prefazione per spiegare quali sono i punti salienti del libro, ma li sottolinea con un irritantissimo maiuscoletto. E il lettore si sente aggredito, perché non si tratta di un’opera letteraria in cui un personaggio grida, ma di saggistica di tipo filosofico in cui il benedetto maiuscoletto proprio non si capisce che ci stia a fare.

A che serve? Istintivamente io me lo sono chiesta.

Stop! Fermi tutti! La domanda non è lecita!
Il testo è stato concepito così. Questa la risposta, come una pietra miliare, come la parola di un profeta.

L’attuale completa incapacità attuale di difendere le proprie opinioni dai dubbi che esse fanno sorgere negli altri, è un grave deficit per uno scrittore, che, trincerandosi dietro quella famosa indiscutibilità di cui dicevamo, rifiuta qualsiasi spiegazione.
Alcuni ripetono a pappagallo il famoso refrain: l’arte non si spiega, il che è discutibile, perché tutto, fino ad un certo punto, può essere spiegato, poi tanto il mistero rimane anche dopo la spiegazione. Però qui non stiamo parlando di arte, ma di saggistica nata per comunicare e informare e creare curiosità in un lettore medio-alto. Qui parliamo di un saggista arroccato in posizioni su cui non vuole discutere. Questo arroccamento denuncia che la finzione diventa verità incontrovertibile, il dubbio è abolito, le domande non consentite. Soltanto il plauso è concesso.

Ma un libro che non ti fa venire perlomeno uno straccio di dubbio, che non ti fa affiorare alle labbra uno scampolo di domanda, che non ti fa dire ma… però… che razza di libro è? A che serve averlo scritto? Ad alimentare il fuoco della propria vanità?
Qual è lo scopo della scrittura se non quello di creare perplessità, dubbi, reazioni di qualsiasi tipo nel lettore, sia in positivo che in negativo?

Allora in sintesi, a che serve il maiuscoletto in un libro di saggistica?

Lasciamo questa domanda in sospeso. Per me non serve a nulla se non ad infastidire chi legge, ma può anche darsi che mi sbagli.
Non lo sapremo mai, l’autore che mi ha mandato il libro, pensa che sia una domanda offensiva a cui sarebbe impossibile rispondere senza litigare.

 

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

https://www.youtube.com/watch?v=IijhKwisNQU

 

 

 

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