Perché un antiromanzo surrealista?

La Stella Nera di Mu

Perché un antiromanzo surrealista?

Di Antonio Francesco Perozzi©

 

Su La Stella Nera di Mu

La Stella Nera di Mu by Mary Blindflowers©

Per quanto riguarda “La Stella Nera di Mu” (2017, Black Wolf Edition), è bene partire dalla definizione dell’opera che la stessa autrice, Mary Blindflowers, pone in copertina: “antiromanzo anarco-surrealista”, etichetta che evoca un ampio spettro di immaginari già prima della lettura.

In che senso “antiromanzo”?

In che senso “anarco” e in che senso “surrealista”?

La risposta è, più che nel materiale tematico del racconto, nella concezione stessa della scrittura che appartiene all’autrice. “La Stella Nera di Mu”, infatti, è un romanzo che collassa volutamente su se stesso, dove il gusto per l’esoterico (numeri mai lasciati al caso, riti oscuri, animali immaginari) e il primitivismo delle figure si sposano con una forte impronta metanarrativa. Ci arriviamo per gradi.
Innanzitutto, Mu non esiste. Mu, possiamo dire, esiste solo in un livello dimensionale che è estraneo alle nostre coscienze e al nostro modo di intendere la società. Ecco allora giustificata una dicotomia dello spazio cara a molte distopie (genere a cui questo “antiromanzo” in qualche modo appartiene): il Mondo di Sopra – quello della coscienza, quello nostro – e il Mondo di Sotto – quello di Mu, cioè il mondo di tutto ciò che noi, secondo l’autrice, abbiamo dimenticato o mai conosciuto; ciò che, ovvero, rende una società perfetta. Nella bolla utopica del Mondo di Sotto, Mu si configura come il paradiso (un paradiso laico e trasgressivo rispetto alla morale dominante), che secondo l’autrice equivale a un mondo pre-sociale fondato su un’anarchia feconda e sulla repulsione verso le forme ipocrite del potere statale del Mondo di Sopra.
La verve politica è certamente una delle energie fondanti dell’opera. Al di là di digressioni frequenti che valgono come invettive contro singoli aspetti del ripudiato mondo sociale (corruzione, raccomandazione e altri demoni), giudicato bugiardo alla base, lo stesso plot (o anti-plot, a questo punto), si fonda sull’ascesa politica di un famigerato Scuro, che, con l’aiuto di un esercito di morti redivivi, riesce a rompere la felicità anarchica di Mu e a imporre uno Stato del tutto uguale a quello del Mondo di Sopra. Fatto lo Stato, Mu ne eredita i vizi, in primis il denaro, che è alla base di tutti gli altri:

«I morti, armi in pugno, invadono la città e scavano, devastano, cercano. L’oro viene trasformato in lingotti e ammucchiato in una stanza segreta del castello. Ce n’è tanto. La stanza è piena. Allora i lingotti vengono ammucchiati sotto il divano, sotto i letti, dappertutto. Si respira l’odore dell’oro. Gli occhi sono ipnotizzati dal suo splendore. Eppure è duro, freddo, inanimato, pesante. Scuro vuole in parte trasformarlo in moneta. A Mu il denaro non esiste. È ora di cambiare. Il baratto è roba da trogloditi. Un popolo che si rispetti deve conoscere monete tintinnanti e banconote fruscianti» (p. 143).

Una distopia al contrario, dunque, se molte delle distopie si fondano proprio sul passaggio dall’ordine al caos (o a un ordine forzato che non è altro che il nascondimento dittatoriale di un’armonia sociale perduta), in cui Luce, la protagonista (chiaro è l’impianto dicotomico anche nei nomi), deve cercare di opporsi alla degenerazione politica e morale in cui è caduta Mu. Con lei una serie di altri personaggi tratteggiati con contorni sfumati, ma precisi nella loro funzione simbolica: Nudo, ad esempio, la cui saggezza sta nell’esporre Luce non alla verità, ma al dubbio, o Chemako (“colui che non ricorda”) che vive nel paradosso di essere morto e affamato allo stesso tempo.
Ma nel cuore della resistenza interviene l’antiromanzo: con una ciclicità che rimanda alle filosofie orientali o all’eterno ritorno nietzschiano, tutta la vicenda di Mu è inserita nell’iter creativo che l’autore deve seguire per scrivere il romanzo stesso. Il capitolo iniziale (L’uomo cammina) descrive l’atto incipitario dell’autore, che genera il personaggio-Luce chiamandola per nome («Luce si volta, perché il nome ha potere, è una chiave, una parola magica che apre mondi arcani», p. 10), e dà inizio alla storia: «Lo spettacolo inizia. Il tempo che un corpo impiega a cadere dall’alto. Tanto dura questa storia» (p. 12). Coerentemente, il finale che viene a costruirsi per ipotesi con un intervento diretto dell’autore-burattinaio rivela il nocciolo della concezione metanarrativa che è alla base del testo: se il romanzo è esatto nel suo sviluppo narrativo, l’antiromanzo si costruisce per tentativi, fino a incenerirsi di fronte alla domanda definitiva: cos’è che esiste?
Ecco allora, anche, l’anarco-surrealismo dell’opera, che non si mostra solo per via tematica (vanno citati i molti interessanti disegni che troviamo tra le pagine, che fanno da didascalie non-figurative e contribuiscono a dare forma primitivistica e surrealistica agli ambienti e ai personaggi della storia), ma anche per via epistemologica: la storia di un mondo autre e utopico nella sua (apparente) regressione al pre-sociale, non può che esistere come intuizione senza tempo che un autore compie nel mezzo di sue banali attività quotidiane, come quello del fare colazione e del camminare, che ritroviamo a inizio e fine opera. «Mu non può mutare perché è verità.» si legge a p. 241. «Essa nel momento in cui muta non è più.» Nel suo farsi, il romanzo (quindi Mu) si disfa, se il farsi è la temporalità del racconto e se Mu vale come condizione utopica immutabile.
L’oggetto-libro “La Stella Nera di Mu”, allora, si identifica con la stessa storia che racconta, cadendo in un cortocircuito che prevede, da un lato, lo svilupparsi di una storia nella temporalità fisica delle pagine che scorrono e, dall’altro, l’impossibilità di raccontare il non-temporale cui Mu corrisponde. In questo sottile gioco di scambio tra testo e meta-testo, “La Stella Nera di Mu” mostra il proprio anarco-surrealismo nel proporsi come dimensione oltre il considerato “reale” (surreale, perciò) e in maniera oppositiva al considerato “normale” (l’anarchia). Come pratica, infine, di deflagrazione della narrazione stessa.

 

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

https://antichecuriosita.co.uk/product/la-stella-nera-di-mu-antiromanzo-anarco-surrealista/

https://www.ebay.co.uk/itm/La-Stella-Nera-di-Mu-by-Mary-Blindflowers-Black-Wolf-Edition-2018/163906506748

 

Comment (1)

  1. Claudio

    Questo è un romanzo con una trama originalissima e contenuti profondi e interessanti. Avrebbe meritato una pubblicazione importante, ma da chi? Ormai la grande editoria sta distruggendo giorno per giorno la sua credibilità pubblicando le schifezze dei soliti raccomandati, che “vendono” perché hanno i loro canali, ma perdendo però i veri lettori. E dopo toccano il fondo della loro ridicolaggine dando la colpa ai social. Come se vent’anni fa avessero dato la colpa della perdita dei lettori alle discoteche e ai bar. Ridicoli. La gente sta smettendo di leggere perché vengono pubblicati tanti di quei libri insulsi che il più delle volte, quando compra un libro e lo legge, si rende conto di aver buttato i suoi soldi e il suo tempo.

Post a comment