Gallina vecchia, brodo social

Gallina vecchia, brodo social

Gallina vecchia, brodo social

Di Mary Blindflowers©

Antique Engraving Print, The Sabot Shop, 1881

Antique Engraving Print, The Sabot Shop, 1881, credit Antiche Curiosità©

 

I like su fb, effimeri, polimorfi, perlopiù inutili e fatui, ma soprattutto senza un reale riscontro di gradimento effettivo. Il like su fb è uno strumento di controllo di massa che si esplica a due livelli sottili: il controllo sui contenuti graditi ad un pubblico mediamente emotivo e poco reattivo alla profondità, in genere bandita o ignorata; il controllo sul postante che, in virtù del famigerato like, tenderà a postare contenuti frivoli, facilmente comprensibili, attiranti le simpatie di masse di fruitori emotivamente instabili quanto mentalmente poco ricettivi e annoiati.

Se vogliamo ragionare in termini emozionali i like di fb assicurano un circolo di simpatie, sempre le stesse, che metteranno il gradimento più o meno ad ogni contenuto del postante X, se questo farà il simpatico e non posterà cose troppo impegnative da capire. I like piovono spesse volte senza nemmeno leggere, sulla fiducia. Si attiva una sorta di imprinting da affinità virtuale, per cui molti mettono il gradimento sull’onda emotiva di un ragionamento elementare, a volte perfino di riconoscenza: mi è simpatico, gli sono simpatica, mi mette il like, gli metto il like. Ha messo il like alla mia pagina, metto il like alla sua. Furio, il famoso personaggio di Verdone, direbbe, lo vedi che la cosa è reciproca?

Se però vogliamo ragionare in termini di vendite e di successo, i like, a conti fatti, offrono proprio una ben magra consolazione, acquisire followers non significa affatto avere reale successo.

Tutti i grandi brand e tante piccole aziende si sono fiondate alla ricerca di like, convinte che tanti più like collezioni la pagina di un’azienda, tanto più il fatturato possa vertiginosamente incrementarsi.

Ma è davvero così?

Secondo un’analisi condotta su Starbucks, chi interagisce con i social media spende mediamente l’8% in più di un cliente che non lo fa. Ma questi dati possono anche essere interpretati al rovescio: forse i clienti più attivi tendono a seguire semplicemente sui social i prodotti a cui sono interessati. Infatti uno studio dell’Harvard Business School ha condotto 23 esperimenti in quattro anni.

Risultato?

È stata smontata ogni relazione tra i like e una modifica dei comportamenti di acquisto.

Nessuno dispone di prove di una reale ed effettiva relazione tra like ed acquisti e questo vale per tutti i Paesi del mondo.

Quindi tranquillizzatevi. Avere 100 like sotto una vostra poesia non solo non fa di voi un poeta degno di questo nome, ma non fa di voi nemmeno un bravo business man e venditore di libri o di immagine, perché su 100 persone che vi hanno messo i like, tra l’altro, come si è detto, sempre le stesse, forse una o due acquisteranno realmente il prodotto, chiamiamolo così, che state pubblicizzando, le altre non compreranno nulla, quindi di fatto il like è fasullo, serve solo a rimpinzare di aria il vostro ego e si rivela un fallimento.

Se avete 100 like sotto l’immagine del vostro ristorante ma non entrano effettivamente nella realtà 100 persone a mangiare, i like ve li potete fare fritti e all’insalata, perché di fatto non saranno serviti a nulla.

Inoltre con l’algoritmo di facebook solo una piccola fetta dei vostri potenziali “fans” leggeranno i contenuti della vostra pagina.

Se volete vendere un qualsiasi prodotto, in poche parole, dovete pagare, sponsorizzare, altrimenti il numero di persone che vedranno il vostro link, sarà per ovvi motivi, limitato. I soldi si fanno coi soldi e con la pubblicità, ovviamente a pagamento.

L’aspetto peggiore dell’effetto like è la generazione di postanti fasulli come la pirite il cui motto è faccio tutto per attirarmi simpatie.

Molti si illudono che tenendo un atteggiamento di costante quanto falsa riverenza verso tutto e tutti, arrivando a mettere like a un contenuto e anche al suo esatto contrario, chiedendo amicizie a manca e a destra, cercando di comunicare forzatamente con persone che non frequenterebbero mai nella loro vita reale, possano ottenere un numero incredibile di like, e di conseguenza vendere il loro prodotto.

Questo atteggiamento è molto diffuso tra sedicenti poeti e scrittori che si imbavagliano, evitando di dissentire o esprimere un’opinione, veleggiano sull’ambiguo, evitano il più possibile discussioni, perché la loro simpatia e i loro like potrebbero risentirne. Rimangono poi assai delusi quando si accorgono che a 100 like non corrispondono affatto altrettante vendite dei loro capolavori di scrittura, ma questo è un particolare che non metteranno in piazza, anzi sfodereranno sorrisi e declameranno a voce alta le loro poesie, nel tentativo disperato e disperante di far credere al mondo di essere delle star che fanno il doppio brodo.

Peccato che il brodo sia acqua e la gallina vecchia troppo dura per essere digerita dalle persone intelligenti.

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

https://www.youtube.com/watch?v=jx8GhXm-HcA

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