L’essenziale invisibile agli occhi

L'essenziale invisibile agli occhi

L’essenziale invisibile agli occhi

Di Mary Blindflowers©

 

L'essenziale è invisibile agli occhi?

Pegaso, Oil on canvas, by Mary Blindflowers©

 

Antoine de Saint-Exupéry, diceva: “l’essenziale è invisibile agli occhi”.

La visibilità dell’essenziale è concetto contraddittorio che coinvolge in modo molto differente le categorie del povero e del ricco. L’essenziale, laddove per essenzialità in questo caso si intende piuttosto prosaicamente materia base per sopravvivere, ha una sua maturazione psico-dinamica e un suo movimento lesivo o terapeutico soltanto nel povero. Il povero vede l’essenziale continuamente, soprattutto perché spesso non ce l’ha. È proprio l’assenza, l’invisibilità, a provocare spesso e volentieri la visibilità. Un paradosso? No, perché quando l’essenziale non c’è, comunque lo si vede con l’immaginazione e il desiderio di averlo, quando c’è lo si vede rassicurandosi e cercando di non sprecarlo.

Il concetto di essenzialità materiale non è mai banale o scontato e non viene mai trascurato da un povero, perché è simbolo che trascorre dalla presenza fisica reale a quella mitico-simbolica, in un vai e vieni nutrito di speranza e patemi, ma sempre legato all’idea fondante di una base essenziale nutrita di fantasia e materia contemporaneamente, nella commistione tra fisico e metafisico.

Il ricco, al contrario, dà l’essenziale per scontato, quindi non lo vede anche se c’è. Un famoso petroliere americano, Jean Paul Getty, diceva di non sapere quanti soldi avesse perché chi riesce a contare i propri soldi non è ricco. L’essenziale ovviamente esiste, immerso nel sovrappiù e nell’ancora di più non affatto necessario, tracimando nel lusso e nel futile inutile, ma diventa, così gonfiato ed esuberato, nonostante la sua reale e incontrovertibile presenza, automaticamente invisibile. Ecco come il principio base dell’invisibilità non è legato alla materialità reale, ma all’immaginario, all’atteggiamento mentale. Per questo la visibilità dell’essenziale non dipende dalla sua presenza ma spesso dalla sua assenza.

La ricerca fenomenologica dell’essenziale si distanzia di parecchie lunghezze dalla sua portata metafisica. La consapevolezza dell’essenziale si articola dunque nello spartiacque tra la sua natura reale e la sua irrinunciabile surrealtà. Limitare l’essenziale al solo aspetto materiale significa avere una sua versione ridotta e riduttiva, che limita il pianeta uomo a delle operazioni elementari da macaco.

Si può stabilire un parallelo tra essenzialità materiale e essenzialità divina?

Per quanto possa sembrare blasfemo, il principio che regola l’essenzialità è nei due casi, identico ma segue direzioni opposte. L’essenzialità materiale nutre un immaginario onirico che desidera l’oltre, il sovrappiù. Una volta ottenuto il sovrappiù non si pensa più alla base essenziale da cui si è partiti che c’è ma diventa invisibile. L’essenzialità divina invece fa il percorso contrario, parte da una base inesistente immaginaria e invisibile per arrivare ad esiti materiali ben visibili, chiese, apparati burocratici, denaro. Si parte dall’essenzialità spirituale, dio, per arrivare alla materia; mentre nel caso dell’essenzialità materiale si parte dalla materia, dai soldi base, per arrivare allo spirito, all’immaginario, al sogno.

L’essenzialità religiosa non riesce a staccarsi dalla materia, anzi la materia è la sua naturale e inevitabile conclusione. In questo senso possiamo dire che la religione è ancora più materiale del denaro, perché trova in esso il suo fine ultimo, il mezzo attraverso cui raggiungere un potere che non ha nulla a che fare con lo spirito, base di partenza depauperata e depauperante. E non esiste religione rivelata che non abbia intrapreso questo percorso, spirito-materia. Si parte dallo spirito, l’essenziale spirituale, per ottenere denaro e potere, l’oltre materiale. E non è un caso che la maggior parte delle chiese organizzate si rivolga ai poveri e ai derelitti per fare proseliti. Il povero, essendo povero, è debole, ha ancora intatta la capacità di sognare l’oltre, un mondo migliore, mentre il ricco sta già nell’oltre, vive già nel suo mondo migliore, e non ha bisogno di sognarlo perché lo impugna e lo dirige. Così il povero dona l’anima alle religioni, il ricco, al limite un poco di denaro, per farsi pubblicità o ottenere favori materiali che lo faranno diventare ancora più ricco.

E qui interviene il concetto di essenziale materiale. È sul bisogno spesso materiale che fanno presa le religioni, premendo sull’immaginario fantastico dei soggetti coinvolti ed avvolti nelle sue spire. Chi non ha l’essenziale materiale, sogna, attiva automaticamente nella mente il desiderio di avere l’essenziale e pure altro, perciò si rifugia, si accosta alla chiesa, sognando e servendo dio nella speranza di migliorare il suo status sociale, secondo la dinamica del percorso di cui dicevamo prima, dallo spirito alla materia, in una pseudo-terapia di gruppo che illude, consola e rafforza il potere delle gerarchie ecclesiastiche, creando nuove ricchezze che ciarlano sulla fenomenologia dell’essenziale come base per convincere, laboratorio onirico con le finestre affacciate sulla materia con cui costruire il proprio potere reale, con i vari ornamenti ed abbellimenti di pietà, carità, fede, infinita bontà di cui si ciarla in continuazione.

Um grande bluff nella commistione di metafisica onirico-posticcia e materia reale, un’illusione basata sul principio base dell’invisibilità dell’essenziale, principio vero ma distorto e ricontorto nell’etica al rovescio delle religioni burocratizzate.

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

https://www.youtube.com/watch?v=Ht75jIIcsZI

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