I libri si vendono col passaparola?

I libri si vendono col passaparola?

I libri si vendono col passaparola?

Di Mary Blindflowers©

Le bout d'essai du petite oiseau, tecnica mista su tela, by Mary Blindflowers©

Le bout d’essai du petit oiseau, mixed media on canvas, by Mary Blindflowers©

 

Sedicenti esperti di marketing e strategie commerciali che si autopubblicano libri su come avere successo senza se e senza ma, eccoli pronti a giurare, scimmiottando le frasi di economisti più o meno celebri, che un prodotto editoriale è quanto di più insicuro esista al mondo relativamente alle vendite. Un libro può più o meno avere successo e nessuno saprebbe perché. Che grande mistero misteriosissimo.
Niente di più falso.
I misteri editoriali sono strategie ben concertate.
Le grandi case editrici vendono esattamente quello che hanno programmato di vendere e nulla più. Il passaparola è una bella favola inventata dagli economisti e dagli editori per far credere che la vendita di un libro sia un fenomeno casuale quanto misterioso. Non c’è nessun arcano da scoprire, invece. De Il nome della rosa, sono state stampate in prima edizione 80.000 copie o giù di lì. Come fai a non vendere un libro che praticamente si trova in ogni angolo? La politica aveva già deciso che quel libro doveva essere venduto. Altro che passaparola. I soldi si fanno coi soldi, se ti stampano vendi, perché è un dato di fatto incontrovertibile che la gente si compra quello che vede e che il potere della pubblicità e della visibilità superano di gran lunga il potere della qualità letteraria di un libro, tant’è che numerosi casi letterari, alla fine, se si legge con attenzione, non sono affatto casi letterari, ma volgari operazioni commerciali.
La favola del passaparola è a sua volta una strategia di marketing che nulla ha a che vedere con la realtà. Un libro vende se viene stampato in innumerevoli copie oppure se qualcuno dopo la sua pubblicazione, ci fa un bel film sopra, dopo di che il libro inizia a vendere. Ma quale regista farebbe mai un film sul libro di un autore sconosciuto e senza appoggi che pubblica con una piccola casa editrice? Nessuno.
Molti su fb credono alla favola che un editore importante possa pubblicarti se hai un blog di successo oppure se riesci ad avere sui social un notevole riscontro in termini di like e gradimento. Queste sono solo stupidaggini che i fatti categoricamente smentiscono, tant’è che scrittori con blog fallimentari pubblicano coi grossi editori e la foto più likata di instagram è quella di un uovo di gallina su sfondo bianco che ha preso 40 milioni di like, un conteggio in costante aggiornamento, a dimostrazione che il gradimento sui social conta meno di zero e si incensa costantemente il nulla.
Il sistema capitalistico dice che i soldi si fanno coi soldi, se un editore fa un grosso investimento su di te e ti pubblicizza ovunque, non puoi non vendere, è matematica la forza trascinante della propaganda, e tutto questo ha un nome, si chiama politica, qualcosa che non ha nulla a che fare né con l’arte, né con la letteratura, né con il talento.
La politica garantisce successo e visibilità, indipendentemente dalla qualità del prodotto. Questo è un fatto, tutto il resto è chiacchiericcio di contorno, favole create da un sistema che ha tutto l’interesse a farci credere che il successo sia casuale, imprevedibile e imprevisto. È tutto già deciso invece, e non soltanto perché la massa è debole e spesse volte pure ignorante, ma perché viene messa in condizione di non avere scelta, pensando pure di scegliere. La scelta si orienta tra le opzioni che vede e ciò che vede è frutto di una operazione politica e commerciale ben precisa, non esente da questioni di casta. Il lettore vede in libreria esattamente ciò che l’editoria vuole che veda e nient’altro. Forse se c’è un calo dei lettori è perché alcuni si sono stancati di vedere ciò che il sistema vuole che si veda; forse esistono lettori stufi di questa situazione, gente che ha chiuso il portafoglio, ma si tratta di persone che non hanno voce, che non hanno mezzi e possibilità di essere ascoltati, sono i signori nessuno.
Così l’editoria di casta cammina e si lamenta che nessuno legga più o quasi, ma continua a stampare sempre di più, una marea di libri, un oceano di libri. Una parte dei testi stampati fungerà da tappezzeria, per ornare il catalogo, per dire ecco siamo editori potenti con tanti titoli, vedete come siamo bravi? Quello che non dicono questi bravi editori è che solo alcuni dei loro titoli saranno pubblicizzati a dovere, disseminati dappertutto come un’ossessione, un incubo da cui sarà difficile risvegliarsi. Gli autori prescelti, baciati dalla dea politica, quelli destinati al grande pubblico, alla fama, al successo, con libri spesso mediocri che non valgono nemmeno la carta su cui sono stati stampati, saranno gli dei della loro epoca, dei che possono durare una stagione, oppure anni.
Sul libro ecco il film, lo abbiamo già detto, poi la riduzione teatrale e nei casi più commerciali, la maglietta, la bandierina, le caramelle, i gadgets, i giocattoli, le tazzine, le figurine, le bombe a mano, i tric e trac, etc. etc.
Tutto questo viene chiamato ostinatamente cultura e ancora c’è gente che pensa di vendere i propri libri con post simpatici sciorinati nei social, dove la sorella della zia e il parente del nonno e il cugino della fidanzata e il fratello del parente acquisito, comprano. E gli scrittori si mettono il bavaglio sulla bocca per paura di urtare quelli che chiamano fans, nella speranza di vendere qualche copia in primis alla mamma, poi alla zia, quindi all’amico dell’amico, che passerà la travolgente notizia della loro pubblicazione all’altro amico e così via, in un turbinio di successo favolistico… Il famoso passaparola… E li vedi, disperati, a postare continuamente le foto dei loro libri, un giorno sì e uno no, taggando tutti gli amici, spaccando le scatole al pianeta, nella speranza che uno si compri il loro capolavoro. Tutto perché qualche dotto esperto di marketing e comunicazione, ha affermato che si vende un libro con il passaparola, è scienza questa, non fantascemenza.
A volte basta crederci, alla befana, salvo capire dopo, guardandola bene in faccia, che è piuttosto bruttina e anche un poco bugiarda.

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

https://www.youtube.com/watch?v=eA-kgNNBy4k

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