Fante senza Baricco, please

Fante senza Baricco, please

Fante senza Baricco, please

Di Mary Blindflowers©

Fante senza Baricco, please

Fb, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

 

Chiunque abbia studiato Aristotele sa bene che il filosofo greco sosteneva l’esistenza di un rapporto privilegiato tra dialettica e polemica.

Il termine polemica sui social tuttavia è sempre vissuto negativamente, come attività di disturbo della pubblica quiete, di quelle certezze immaginifiche ed immaginarie che tediano da decenni e anche più la coscienza collettiva dei benpensanti, in astrazioni da Bignami, certezze litiche intoccabili e sicurezze fittizie da manuale elementare del savoir vivre dans la communauté. Si commenta così soltanto quello che piace, per dire instancabilmente e senza verve che piace, in un loop da scarto collettivo di tutto ciò che invece non garba, su cui si sorvola opportunamente, per non offendere ed essere offesi, per non creare attriti che potrebbero compromettere la sinfonia dell’essere simpatici a tutti, anche a quelli che non ci piacciono. Si finge dunque, ma la finzione copre la ricerca, la dinamica tutta della creativa curiosità e si finisce con il diventare candele spente per fini puramente utilitaristici.

Una dimostrazione intelligente infatti, utilizza spesso e volentieri argomentazioni razionali basate sulla confutazione delle tesi altrui, instaurando una utile e non futile polemica. E questo non lo dico io, che conto quanto un torsolo di mela, ma lo sosteneva Aristotele.

Ora accade che X posti un periodo che attribuisce a John Fante:

“Quelli che vale la pena di amare veramente sono quelli che ti rendono estraneo a te stesso. Quelli che riescono a estirparti dal tuo habitat e dal tuo viaggio, e ti trapiantano in un altro ecosistema, riuscendo a tenerti in vita in quella giungla che non conosci e dove certamente moriresti se non fosse che loro sono lì e ti insegnano i passi i gesti e le parole: e tu, contro ogni previsione, sei in grado di ripeterli”.

Y e Z intervengono commentando questi due periodi discutibili più o meno negativamente e positivamente. A Y viene in mente di chiedere a X da quale libro ha estrapolato la citazione. X non lo sa. Non conosce la sua fonte. Ha semplicemente copincollato la frase da vari siti che la riportano e prega i suoi interlocutori di non fare polemiche sul suo profilo. Di fatto tramite la polemica però sorge un dubbio. La frase è veramente di John Fante? Così Y va a controllare e trova la stessa frase non virgolettata in una prefazione di Baricco a John Fante, per l’esattezza al libro Chiedi alla polvere, edito da Einaudi, super E T, e introdotto non si sa bene a quale titolo da Alessandro Baricco. Tutto fa pensare che sia Baricco ad aver scritto il periodo in oggetto e non Fante. Scrive infatti Baricco:

“Quanto alla storia d’amore, be’, lì c’è poco da dire. Gli era venuta veramente bene, tutta sghemba senza eroi… Che poi la ama da pazzi ma proprio non ci riesce a restare lì. «Mi parve di essere diventato di legno, senza più sentimenti, se non il panico o la sensazione che lei fosse troppo bella per me, anzi più bella e salda di me, mi rese estraneo a me stesso». Forse le cose stanno esattamente così: Quelli che vale la pena di amare veramente sono quelli che ti rendono estraneo a te stesso. Quelli che riescono a estirparti dal tuo habitat e dal tuo viaggio, e ti trapiantano in un altro ecosistema, riuscendo a tenerti in vita in quella giungla che non conosci e dove certamente moriresti se non fosse che loro sono lì e ti insegnano i passi i gesti e le parole: e tu, contro ogni previsione, sei in grado di ripeterli”.

Potete trovarlo anche su google books cliccando sull’immagine sottostante:

Fante senza Baricco, please

X risponde che vari siti riportano la citazione come appartenente a Fante e quindi gli sembra strano che non sia di Fante. Non cede nemmeno quando gli postano la stessa frase non riportata come citazione, nella prefazione di Baricco.

A questo punto non resta che leggersi Chiedi alla polvere, per tagliare la testa al toro. Le ipotesi infatti sono due, o quella frase è di Baricco che commenta Fante, oppure Baricco si è dimenticato di mettere le virgolette per indicare che è una citazione, il che sembra improbabile.

La polemica ha alimentato il dubbio e quindi l’esigenza di appurare la verità. Copincollare frasi prese da vari siti che non indicano la fonte, è un’operazione di rischioso dilettantismo. Occorre sempre leggere direttamente la fonte originaria perché c’è la pessima abitudine di non approfondire nulla, di non avere mai dubbi, soprattutto se la lettura costa tempo e fatica. Perché leggere se abbiamo chi riporta nella rete le frasi di questo e di quello che possiamo semplicemente e con scioltezza decontestualizzare senza nemmeno capire da quale libro provengano e chi veramente le abbia scritte? E cos’è questa polemica di voler puntualizzare che forse la cattiva informazione nasce proprio dalla superficialità del copia e incolla, che spaccia fischi per fiaschi e fiaschi per frasche e frasche per tasche che fa rima con fiasche? E chi è mai questo Aristotele che diceva che un certo tipo di polemica è utile?

Non facciamo polemiche dunque, viviamo tranquilli come mummie nei sarcofagi, mettiamo i like a tutti i nostri amici senza ragionare, senza pretendere chiarezza, solo perché sono amici e ci sono simpatici, aboliamo ogni spirito critico, ogni verve e desiderio di conoscenza, appiattiamo il mondo in citazioni continue che dovrebbero insegnarci a continuare a essere morti.

Non trovate tutto questo deprimente? Non trovate questo tipo di atteggiamento rilassato riduttivo e pure un poco noioso?

Comunque credo che prima o poi leggerò il libro di Fante, per capire meglio, ma prenderò un’edizione senza la prefazione di quel tipo che si chiama Baricco.

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

 

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