Le chiacchiera di Narciso perde ai punti

Le chiacchiera di Narciso perde ai punti

Le chiacchiera di Narciso perde ai punti

Di Mary Blindflowers©

 

Le chiacchiera di Narciso perde ai punti

Donna interiore, mixed media on paper by Mary Blindflowers©

 

Segno indefettibile di riconoscimento italico dal nord al centro al sud, è lo stravizio tra il misogino e il retrivo, di appuntare la critica sul guscio esterno, quell’involucro parziale, trasformabile, invecchiabile, a “norma”, fuori “norma” comune, inquadrato e inquadrabile in nozioni di stampo puramente superficiale e ludico-pietoso.

Il corpo fisico coi suoi addobbi, lisciato, vezzeggiato, plastificato e ornato, oggetto di venerata attenzione in una società sempre meno profonda, diventa il fulcro del contendere, il nodo di un discorso da scolaretti in cui emerge il più sciocco offensivo disquisitore domenicale. Se questo corpo poi attiene all’universo femminile perché nella cultura italiana media la donna è specificatamente identificabile con l’involucro esterno, suo elemento principe nelle menti limitate e limitanti, esplode il caso e i media ballano.

Così l’incattivito mondo social in un paese di sfruttati e sfruttatori dove ciascuno deve combattere con la sua storia personale, i suoi drammi, le sue ricchezze e povertà non solo interiori, esplode la rabbia sociale commisurata al nulla, attraverso un meccanismo di crudele quanto controproducente sadismo contro tutto ciò che in una donna si ritiene inadeguato: l’abito sarà così troppo blu, le forme troppo grosse, l’eleganza mancherà del tutto, insomma tutte questioni di irrilevante importanza, specie se non si parla di soubrettine che fanno del corpo uno spettacolo e un lavoro, ma di donne impegnate in ruoli istituzionali per le quali si può provare simpatia oppure no, politicamente parlando; tuttavia il fatto che l’argomento principe diventi l’abito e la forma, disegna lo specchio di un Paese mentalmente e socialmente poco evoluto, tendente al degrado completo, un mondo che inchioda sempre e costantemente il ruolo femminile all’idea primitiva e infantile di bellezza data da tv, giornali, pubblicità varie e soprattutto dalla chiesa stessa, che propina l’assoluto ideale di donna servente e sottomessa, dal fondamentale se non unico ruolo riproduttivo-estetico. Due ovaie che camminano in poche parole. Se oltre la alla carne ci sia o meno preparazione, esperienza e cervello, pochi ne parlano, perché vince il gossip, il notizione, la moda, il senso di antiestetico squilibrio squilibrante che vibra come valore assoluto, come se la bellezza non fosse un valore opinabile e transeunte ma un ideale defecato da donne di plastica che non andrebbero nemmeno al bagno, nidificate come sono nella perfezione fotoshoppata che tutte noi comuni mortali dovremmo raggiungere.

E la notizia stile Paese de Balocchi sul vestito troppo così e troppo cosà, rimbalza di bocca in bocca tra battute salaci, frizzi e motti che con la politica, gli schieramenti ideologici e i programmi hanno davvero ben poco a che fare.

Ma questa è storia di sempre, autoreplicantesi all’infinito. Un popolo non cambia in un giorno. Forse ci vogliono secoli, se non addirittura millenni per modificare certe mentalità letteralmente plasmate dall’immagine dell’ideale bambolesco irraggiungibile, senza rughe, senza difetti, senza sangue, senza nemmeno vita né ovviamente, un filo di grasso, ci mancherebbe…

Così accade che la forma distrae dalla sostanza, spesso facendo il gioco stesso del criticato che ostenta poi superiorità e si fa gran pubblicità. Un gioco di rimandi che rimanda a sua volta l’immaginetta sconsacrata di un’italietta becera.

Lo spreco energetico per definire la forma evidente, i discorsi sconclusionati per descriverla, criticarla, sbeffeggiarla, distraggono la massa massificata dal contenuto che viene sospeso in secondo piano, come faccenduola di scarsa importanza per tutti, questo perché l’analisi del contenuto richiede uno sforzo sinaptico in più rispetto all’immediatamente percepibile, uno sforzo che in pochi sono disposti a fare.

Ma di fronte ai loop inconcludenti sulla forma, processi mentali dello zero più zero uguale zero che moltiplicato per zero ottiene sempre e solo zero, come si ci può aspettare un miglioramento delle condizioni sociali?

Se la politica è lo specchio di un Paese in cui occorre sempre essere giovani, belli e preferibilmente un po’ sciocchi per avere successo, direi che Narciso ha perso ai punti, è agonizzante e a forza di specchiarsi ha smarrito la strada. Invaghito com’è di se stesso, non riesce ad andare oltre la condivisione di un chiacchiericcio che gli faccia pensare di essere un vero protagonista, un attore importante di un film di quarta categoria già finito prima di cominciare.

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

https://www.youtube.com/watch?v=Htfw_Y2Rm3s

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