Centro-sinistra, centro-destra, centro, centrino, centretto

Centro-sinistra, centro-destra, centro, centrino, centretto

Centro-sinistra, centro-destra, centro, centrino, centretto

Di Mary Blindflowers©

 

Centro-sinistra, centro-destra, centro, centrino, centretto

Centrini, credit Mary Blindflowers©

 

Centro-sinistra, centro-destra, centro, centrino, centretto, centro tavola tonda che diventa quadrata, personalità recuperata, rieccolo, propone e si ri-propone, e il nano e il discoteca e lo stellato in doppio brodo, il prode al plurale che risuscita, il crocifisso perché si sa gli italiani votano dio, è una vita che votano dio più buono del formaggino mio fatto con gli scarti del formaggio che formaggio poi non è, chi c’è c’è chi non c’è non c’è. Magia! Ma eccoli, i partiti… X si allea, possibile dialogo, Y vira per prendere, forse, più voti, chissà, ci vuole la percentuale, si va al voto, non ci si va, si dialoga con gli elettori su twitter, si fa un poco di gossip e di pubblicità nei siti, si salta, si balla, si alza il sipario e la crisi, come si fa e i voti più lisi promettono paradisi e campi elisi di fiori, simboli e onori. La politica degli emboli traslata nelle certezze reali è un gioco di teatranti i cui protagonisti pur di raggiungere il dritto e il rovescio del potere, si mettono di sghimbescio, di lato, di centro, e su e giù e a destra e a sinistra, si contorcono, si torcono, si spalmano, si stendono, caricano, attendono.

Alla fine di tutto questo bel carillon l’unico che non capisce mai nulla è l’elettore a cui viene sempre detto in tutte le salse che prodigiosi eroi sono morti per dargli generosamente la possibilità di votare nelle italiche sponde; gli vien ripetuto a martello che fior di combattenti sono schiattati perché il voto è un diritto inalienabile della democrazia più democratica e che non si può fare alcun discorso democratico se non si va democraticamente alle funerarie urne che ci seppelliranno tutti. 

Votate dunque per far valere i vostri diritti! Votate per vivere e morire!

Peccato che il diritto del cittadino comune venga sempre disilluso da una legge elettorale italiota che permette le alleanze extra-elettorali che consentono di mettere il ciccioso deretano sopra una comodissima poltrona di maggioranza, così l’elettore si trova ad aver votato personaggi che non ha mai votato, solo per aver votato un partito che poi si è alleato con un altro, magari proprio quell’altro partito che lo stesso elettore aborre e non avrebbe mai votato in vita sua nemmeno sotto tortura.

Insomma, la faccenda si ingarbuglia, i politici tra una cena e l’altra, un summit, un biscottino con i diavoletti, un the, un caffè piuttosto macchiato, una torta da spartire anche con l’estero, una riunione in Parlamento e un brindisi a tarallucci e vino d’annata, banchettano e si stringono la mano dopo essersi presi per i capelli, che tanto, comunque vada, a loro va sempre alla grande. Molti italiani, anche laureati, quelli che non hanno avuto la fortuna di nascere ricchi e pasciuti e nutriti a latte di gallina nei nidi dell’alta borghesia, lisciata a caviale e champagne; quelli che non conoscono il politico amico di papà che li sistema da qualche parte, sono costretti ad andarsene dalla propria patria, (vocabolo senza quasi più senso, depauperato depauperante e sinteticamente snervante), per cercare lavoro altrove.

Centro-sinistra, centro-destra, centro, centrino, centretto, centro tavola tonda che diventa quadrata, multiforme, scalibrata, mutata, illimitata e elasticizzata, l’Italia continua così in un apparente movimento che è stasi da secoli, con le stesse facce riciclate dal deposito mondezza e riproposte come cosa nuova; signori in cravatta che chiacchierano con aria più o meno punta e compunta, e perlopiù a vuoto, su rinnovamento, risollevamento e sollevamento pesi dell’economia, nazionale, migranti sì, migranti no, porti aperti, porti chiusi, l’Italia agli italiani, no, prima la solidarietà se no si è nazisti, intolleranti e cattivi, gli italiani accolgono, la solidarietà e il buon nome dell’Italia prima di tutto e la Merkel di qua e Putin di là, etc, etc. Quindi, dulcis in fundo, ecco i cavalieri senza macchia e senza paura, gli attori americani con ville ultramiliardarie che trasudano soldi da tutti i pori e che, essendo ormai incanutiti e diventati improbabili nel ruolo fittizio di sex-simbol, perché la vecchiaia non risparmia nemmeno i divi, qualcosa devono pur fare per passare il tempo.

Che fanno di bello?

Vengono in Italia, ovvio e non solo a mangiarsi gli spaghetti alla carbonara o alle vongole, la pizza e il risotto in ristoranti esclusivi, ma a dare lezione agli italiani su come si fa buona pubblicità con intelligenza e si diventa sempre più simpatici per manifesta ed ostentata bontà d’animo. Peace and love sotto le telecamere. Si fanno portavoce dei diritti umani, e via lo scatto con il migrante che fa sempre effetto. Sorriso, please. Anche al Paese di questi divi i diritti umani vengono calpestati, solo che al loro Paese non si può fare quello che si può fare in Italia dove tutto è concesso a tutti tranne che agli italiani così esterofili, così bravi a fare gossip nei social dal salottino di casa e così passivi nel subire le prepotenze del potere da credere che il loro voto conti ancora qualcosa e che votare sia un sacrosanto diritto per cui sono perite tante vite eroiche.

Poi ci sono gli scrittori di partito sempre in tv per volontà divina e belato della nazione, gli unti del Signore, gli intellettuali rampanti che ci dicono chi dobbiamo votare, come dobbiamo parlare, come dobbiamo soffiarci il naso e pulirci il culo, quale è il giusto e quale lo sbagliato; sentenziano, sanno tutto, predicano, indottrinano, dibattono a tu per tu coi politici, li offendono, si offendono reciprocamente, e il botta e risposta e la supposta e la pillola che cura tutti e i sali per far rinvenire la povera italietta, etc. etc. Così ci si rende di giorno in giorno più popolari, facendo di tutto di più, tranne ovviamente che scrivere, l’unica faccenda di cui questi illustrissimi e popolarissimi affaccendati scrittori di partito dovrebbero occuparsi ma di cui si preoccupano poco perché la politica è più interessante, procura maggiore popolarità, più soldini, più credibilità.

Insomma non manca niente nel Paese dei balocchi né gli sciocchi, né gli stocchi, né tantomeno gli occhi per piangere.

Comunque vada siamo rovinati.

Ite, missa est.

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

https://www.youtube.com/watch?v=XHq1Vz-a8Ng

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Centro, sinistra, destra, tre quarti dentro!
    L’importante che a magnà a torta io c’entro!

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