Viaggiare con l’esperanto

Viaggiare con l'esperanto

Viaggiare con l’esperanto

Di Anna Maria Dall’Olio©

 

Viaggiare con l'esperanto

Lanzarote, credit Mary Blindflowers©

 

Viaggiare con l’esperanto significa scoprire il gusto romantico dell’andare per il mondo, del wandern vissuto per secoli come fonte di conoscenza e di maturità. Significa allontanarsi decisamente dall’odioso turismo di consumo, perennemente a caccia di immagini e oggetti stereotipi; significa riscoprire contatti umani che ti fanno sentire uomo tra uomini, e non straniero tra stranieri, e ti arricchiscono di sentimenti che nessuno ti potrà sottrarre.

Se si effettuasse un sondaggio, gli esperantisti risulterebbero tra i più giramondo in assoluto, sia perché si sentono dovunque a casa propria, non costretti a balbettare lingue di cui non saranno mai padroni ma schiavi, sia perché stimolati dai numerosi punti di appoggio offerti dal Pasporta Servo (in italiano Servizio Passaporto), servizio diffuso soprattutto in Europa ma anche in Brasile, Stati Uniti, Giappone e altri Paesi extraeuropei.

Per viaggiare all’estero il Pasporta Servo è un’iniziativa assolutamente unica nel suo genere: è una rete d’ospitalità che non solo consente un notevole risparmio, ma permette di contattare direttamente la cultura locale, vivendola presso una famiglia selezionata anziché osservandola da una struttura alberghiera, del tutto anonima per quanto prestigiosa.

Ogni anno, infatti, sono decine di migliaia gli esperantofoni che partecipano ai numerosi convegni internazionali organizzati ovunque: la tradizione dei Congressi Universali risale al lontano 1905; prima di allora non esisteva neppure il concetto di turismo congressuale. Tuttavia, un numero maggiore e crescente di esperantisti viaggia per motivi personali, magari in visita di amici conosciuti per corrispondenza o in internet.

L’edizione 2019 del “Pasporta Servo”, opuscolo aggiornato ogni anno dalla TEJO (Tutmonda Esperanta Junulara Organizo, in italiano Organizzazione Mondiale Giovanile Esperantista), contiene gli indirizzi di 974 esperantofoni residenti in 81 Paesi, disposti ad offrire a casa propria il pernottamento gratuito a persone di ogni età. Per aderire come ospite, basta acquistare l’indirizzario: la quota copre i soli costi d’amministrazione. A quel punto, si può usufruire del servizio. Nell’indirizzario ogni ospitante specifica qualche condizione, come il numero massimo di ospiti, la durata, il preavviso desiderato. Chi ospita di solito non chiede rimborsi, anzi molti offrono anche la colazione o la cena, ma se ad arrivare sono in quattro intenzionati a restare per una settimana, qualcuno potrà chieder loro un minimo contributo.

L’unica vera condizione è conoscere l’esperanto. Il modulo di adesione è in esperanto, l’indirizzario è in esperanto, tutti gli ospitanti parlano esperanto. Per fortuna, la lingua in questione è veramente facile: si può impararla in 6 mesi. A uno studente di lingue in gamba può bastare un mese per una conversazione a livello elementare.

Al Pasporta Servo si affiancano svariate strutture, non gratuite, disponibili a ospitare esperantisti. Le più vicine all’Italia sono in Svizzera e in Francia. Nel cantone Neuchâtel della regione del Giura si trova la Kultura Centro Esperantista di La Chaux-de-Fonds, in cui si può alloggiare per una modica spesa e partecipare a convegni culturali. Ancor più famosa è la Kulturdomo de Esperanto di Grésillon, un magnifico castello con parco presso Angers; interessante il complesso di Kvinpetalo, che nella deliziosa campagna di Bouresse, presso Poitiers, offre una biblioteca molto fornita e corsi per preparare esami d’esperanto.

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

http://www.tejo.org/ps

http://www.kvinpetalo.org

http://www.gresillon.org

Post a comment