Che cos’è la Teosofia?

Che cos'è la Teosofia? 1902, rare

Che cos’è la Teosofia?

Che cos'è la Teosofia? 1902, rare

Che cos’è la Teosofia? 1902, rare, credit Antiche Curiosità©

 

 

Mary Blindflowers©

Che cos’è la teosofia?

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Il termine teosofia deriva dal greco θεός, ‘dio’, e σοφία, ‘sapienza’. I nuovi teosofi si prefiggevano fin dal 17 novembre del 1875, epoca in cui venne costituita la Società Teosofica, il proposito di “difendere gli interessi essenziali dell’anima umana contro gli assalti che provenivano da ogni parte”. Così scrive Th. Pascal nel raro testo: “Che cos’è la teosofia? La teosofia in relazione colla scienza, colla morale e coi problemi dell’anima”, pubblicato a Roma, per L’Edizione della Rivista Teosofia, nel 1902.

Si tratta di un libro che cerca di spiegare, come precisa il titolo stesso, scopi ed essenza della teosofia.

Il termine teosofia in realtà venne usato prima dai neoplatonisti per indicare l’ascesi mistica che poteva condurre alla sapienza divina, aveva un orientamento religioso, in particolare cristiano. Si pensi alle dottrine di Jacob Böhme, Johann Georg Gichtel, William Law, Jane Lead, Swedenborg, Louis Claude de Saint-Martin, Eckartshausen. Fu la Blavatsky che riformulò il termine di teosofia nell’Ottocento e il testo di Th. Pascal si riferiva proprio a questa nuova teosofia che Guénon, per distinguerla da quella neoplatonica, chiamava “teosofismo”.

Quali sono dunque i punti chiave del teosofismo?

L’autore precisa che non si tratta di una confessione:

“Il 17 novembre del 1875, a New York, alcune persone, devote all’ideale ma indipendenti da ogni spirito settario, si unirono… Così ebbe origine la Società Teosofica, la quale, come si vede, non era intesa a costituire un’associazione cristiana o anticristiana, buddista o antibuddista, né a farsi campione di una qualsiasi confessione”.

I punti principali che sanno di ecclettico accozzagliamento di credenze preesistenti, si basano sull’idea di fratellanza universale, sull’esistenza del doppio eterico, sulla credenza nella reincarnazione che si cerca malamente di conciliare con la scienza. Permane la consapevolezza che niente di quanto affermato da questi nuovi teosofi, possa essere realmente provato, infatti si pongono al pari di una religione:

“La Teosofia è solo la religione universale; essa è il cuore, l’essenza, la vita, lo spirito ascoso in ogni teologia sotto la “lettera che uccide”, quello che le dà vita ed ogni potere per aiutare l’umanità nella faticosa ascensione verso il Divino Ideale”.

Si tratta in pratica di una religione-puzzle che nasce mettendo insieme idee tratte da varie filosofie con forti incursioni nell’occultismo.

A fine lettura, ci si chiede, ma ne avevamo davvero bisogno?

Avevamo bisogno di una società di teosofi che ci dicesse di credere nella reincarnazione e nella Sapienza Divina?

Niente di nuovo dunque. L’antico mondo religioso orientale è pieno di testi che parlano della metensomatosi o metempsicosi di cui si occuparono anche Pitagora, Olimpiodoro, Plotino e tanti altri.

Idem per quanto riguarda il doppio eterico, assai noto alle antiche filosofie orientali e il famoso Karma chiamato “Legge di causalità”:

“La legge di causalità, il Karma degli indù. È difficile tradurre questa parola sanscrita: significa azione. Ora l’azione contiene la sua reazione, la causa contiene il suo effetto. Il karma è molto più che la legge di causalità, è anche la legge che permette la manifestazione della libertà umana senza che l’equilibrio dell’universo ne sia turbato”.

L’ineguaglianza che esiste nel mondo deriva secondo la teosofia “dagli stadi di sviluppo, dell’ineguaglianza degli uomini” e dai “meriti e demeriti accumulati nella serie delle vite terrestri”, così chi si trova in uno stadio sublime rispetto a chi si trova in uno stadio bambino, non può essere preso come esempio di ineguaglianza, perché un giorno con la forza della reincarnazione, anche chi oggi si trova in uno stadio infimo d’esistenza, potrà essere sublime. Della serie, non affliggetevi, prima o poi tocca a tutti vedere il cielo, è soltanto questione di tempo e di pazienza.

Un eclettismo semplicistico che parte dalla stessa base indimostrabile delle religioni, ossia la tanto decantata esistenza di Dio, un fatto privo nella realtà, di qualunque importanza.

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