I Gelsi Neri, estratto

I Gelsi Neri, estratto

I Gelsi Neri, estratto

 

 

I Gelsi Neri, estratto

Antique Handmade Oriental Tea Wooden Box, 1800, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

 

Smail: Faremo un the senza the. Ah, i gelsi, sono rari sa, hanno un sapore, una consistenza, una fragranza, un’essenza… E soprattutto non fanno venire la flatulenza, è importante questo, specie se si è ad una conferenza…

Prof. Ragguazzo: Ma che dice! non è possibile farsi un the senza the…

Smail: Tutto è possibile alle radici del sogno che si scontra con l’assenza di bisogno e con la flatulenza dell’escrescenza surreale della mia pazienza ultra-mega-galattica in pendenza…

Prof. Ragguazzo: Non riesco mica ad afferrare il senso dei suoi vaneggiamenti, sa? Non è che lei si droga, per caso?

Smail: Sì, sono drogato di me, del sogno e della fantasia, dell’arte e della poesia.
E non so mai niente… Nessuno sa niente! Credo che sia per questo che molti si drogano, per capire se oltre a queste quattro carabattole di immagini sparse per il mondo, ci sia qualcosa di più fondo, di meno imperfetto, circolare e tondo… Poi si ritrovano con l’occhio a palla e lo scheletro dei loro piedi nelle mani, senza riuscire neppure a vedere il domani. Tutto passa, o forse non passa, tutto accade o forse non accade, tutto è incerto o forse non è…

I gelsi neri è la commedia dello scontro tra Smail e il Professor Ragguazzo. Il primo, “nessuno con la minuscola”, ha l’irriverente follia da maschera di burattini, controcorrente, controdogmatico e anti-sistema. Il secondo “Signor Qualcuno con la maiuscola”, è il profeta di ogni certezza accademica, del so tutto io, perfettamente inquadrato nel suo ruolo sociale e umano. E lo scontro si sostanzia con la metafora degli aristocratici gelsi neri e delle more plebee, in una dinamica oppositiva che porterà Ragguazzo a estrinsecare la sua natura servile che teme la libertà: “non si può pensare di essere liberi senza farsi male! É assolutamente utopistico e solipsistico e terribile, sì terribile perché senza dei, dittatori, cerchi, circoli e cerchietti, senza punto, due punti e punto e virgola, si è soli! Soli! Abbandonati all’essere nessuno, lasciati all’anonimato. Voglio esser dentro per poter fare centro, io sono Qualcuno con la Q maiuscola, non posso rinunciare. Che mai ci faccio della tua libertà? Senza fili dove vuoi che vada? Potrei essere sbattuto qua e là da ogni vento avverso, io non sono diverso, sono etichettato, omologato, schierato, politicizzato, addestrato…”. Eppure Smail lo condurrà in un viaggio in cui il bianco sarà nero e tutto sembrerà mutato… Il dubbio si impadronirà delle coscienze e niente potrà essere più come prima…

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I gelsi neri

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Destrutturalismo

 

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