Sullo stralunamento degli occhi

Sullo stralunamento degli occhi

Sullo stralunamento degli occhi

Di Mary Blindflowers©

Sullo stralunamento degli occhi

Intorno allo stralunamento degli occhi, credit Mary Blindflowers©

 

Rovistando tra gli scaffali delle librerie dell’usato capita di trovare spesso e volentieri dei libri davvero interessanti e curiosi, introvabili e su argomenti a cui magari non si pensa mai perché tanta saggistica odierna è la replica di una replica consolidata e di sicuro successo, per cui orde di saggisti si affannano spesso a scrivere libri sullo stesso argomento “alla moda” per assecondare un certo tipo di mercato del libro usa e getta.

Siccome non sono un tipo che segue le mode, preferisco indirizzarmi altrove.

Sicuramente poco noto se non del tutto sconosciuto ai più è un libretto del medico modenese Enrico Stuffler (1863-1923), pubblicato in Modena coi tipi della Società Tipografica, Antica Tipografia Soliani, e datato 1896.

Il titolo ha attratto la mia attenzione: “Intorno allo stralunamento degli occhi”. Diversamente da quanto si potrebbe pensare a prima vista, non si tratta di un libro di medicina o di pura fisiologia.

Copertina morbida originale conservata bene, con alcuni fogli interni ancora da tagliare, segno che non è stato letto ed è un peccato perché, sebbene sia un libro che si legge in poco tempo, non è scevro da contenuti interessanti che sintetizzano il ruolo dell’espressione sullo stralunamento oculare tra filologia, letteratura, arti visive, ricordi letterari e variazioni medico-fisiologiche con appunti sulla mimica, senza pretese di esaustività o pompose cerimonie introduttive. L’autore stesso con autoironia precisa infatti:

“Le cose di questo breve lavoro, messe insieme per distrarre una sera pochi amici, curiosi dell’argomento originale” sono “scritte così come la penna getta, per fuggir ozio e non per cercar gloria”.

Stuffler inizia così un gustoso trattato per spiegare ai lettori cosa intende per stralunamento d’occhi:

“il volgere frequente dei bulbi oculari, da destra a sinistra, da l’alto in basso fra le palpebre il più possibilmente aperte”.

E aggiunge un’ipotesi filologica sull’origine dell’espressione, citando il Caix e il suo Saggio sulla storia della lingua e dei dialetti d’Italia, “al capitolo riguardante la formazione delle parole da lucere (lucère, hallucinare, luscinus e lusciosus) che mediante il prefisso trans farebbe derivare stralunare, trabalugginare…” per poi arrivare invece alla giusta conclusione che stralunare, come dice la parola stessa, non deriva da lucere ma piuttosto da luna:

“Non sarà difficile persuadersi come lo stralunamento stesso si debba piuttosto a luna che a lucere; e non perché il satellite della luna risplenda in cielo nelle notti serene, ma perché il fatto del succedersi delle sue fasi, dal novilunio al plenilunio per un lungo volgere d’anni, si è ritenuto dai dotti, dai filosofi e dai poeti che, oltre ai tanti altri suoi poteri, avesse anche quello, forse il più a lungo, il più universalmente creduto di regolare il corso di affezioni mentali periodiche. E lunatico fu detto colui il quale furore laborat, non illo quidem perpetuo, sed intervallis quibusdam recurente: a luna quia melancholia qua laborat accrescit et decrescit pro ratione lunae (Paul. Dig.)”.

In poche parole, a parte la filologia di stralunamento, resta il fatto che secondo la superstizione (verso cui Stuffler si rivela piuttosto critico), sia la luna a regolare le passioni e i morbi umani, quindi la malinconia di cui si soffre aumenta o diminuisce a seconda delle fasi lunari.

Le credenze sul potere selenico hanno influenzato non solo trattati di fisiologia e medicina, ma anche molti classici italiani della letteratura e dell’arte.

Interessante il capitolo che Stuffler dedica ai ricordi letterari in cui cita Dante, Omero, Poliziano, Monti, Pindemonte, Berni, Chiabrera, Redi, Manzoni, Prati, tutti autori che nei loro versi e nelle loro opere, hanno citato lo stralunamento d’occhi legato direttamente ai sentimenti, alle passioni o alle affezioni del corpo.

Nel capitolo invece sulle variazioni scientifiche del termine, oltre a Darwin, Lombroso, Charcot, Prevost, cita ampiamente Mantegazza della Fisionomia e mimica che ha descritto il fenomeno di cui si parla in modo preciso.

Le citazioni servono all’autore per dimostrare come sia nelle belle lettere che nelle scienze, in seguito a studi più profondi e a osservazioni meno superficiali, gli stralunamenti oculari hanno subito una “lunga serie di trasformazioni di concetto”.

Poi passa ad analizzare l’arte.

Anche lo scalpello, ma più specialmente il pennello ci ha lasciati documenti splendidi di travolgimenti dei bulbi oculari, basti pensare a tutte le pentite ispirate, le Maddalene, gli addolorati, i santi, le deposizioni di Cristo dalla croce, alle miniature dei libri antichi di preghiere, le fototipie dei libri di Darwin o di Lombroso, i disegni di Ettore ed Edoardo Ximenes per illustrare Fisionomia e mimica del Mantegazza, le figure di certi trattati di anatomia o di tanti dipinti che riproducono le passioni dei santi, i mascheroni del Peruzzi, La strage degli innocenti del Dossi dove le figure di assalitori ed assaliti hanno occhi agitati e stravolti, come i bulbi oculari degli indemoniati in vari dipinti di Raffaello, di Rubens e tanti altri artisti.

Il tema dello stralunamento degli occhi prima ancora di essere oggetto di indagine scientifica, era argomento artistico e letterario perché si sa l’arte e la letteratura anticipano sempre la scienza, per una sorta di misteriosa alchimia, di potere sovrannaturale intuitivo.

Un saggio, quello di Stuffler che, sebbene breve e di facile e scorrevole lettura, offre spunti di riflessione su un tema perlopiù ignorato.

Leggetelo, sempre che riusciate a trovarlo. E se comunque non riuscirete a reperirlo, sappiate che, mentre si segue l’autore del momento, pubblicizzato a gran voce, esistono tanti libri interessanti di cui nessuno parla mai, libri dimenticati, sepolti da abbondanti e ingiusti strati di polvere d’oblio e che poi riemergono dall’oscurità affinché qualcuno li legga e possa scoprire che esiste altro oltre alla pubblicità e al marketing.

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-punti-fermi/

https://www.youtube.com/watch?v=5-MT5zeY6CU

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