Caro amico, controluna, fortuna

Il caro amico sbrentichiappa

Caro amico, controluna, fortuna

 

Caro amico sbrentichiappa

Spettacoli di folli per folli, charcoal on paper, by Mary Blindflowers©

 

Di Mary Blindflowers©

Gli scarafaggi non camminano mai controluna 

.

 

Lo spettacolo di folli si è aperto. Da un cappello a cilindro di forma circolare, ruotante sul vuoto, è nata una creatura editoriale senza sale e dalle fattezze mostruose e deformi dietro una maschera di gesso. Giullari, streghe, saltimbanchi, bachi morti, orti secchi, limature di vecchio, muschi ammuffiti, lezioni di tromboni incartapecoriti e scie chimiche di leccastrade dove la luna non cade, si sono tutti dati appuntamento in un dato giorno e in una data ora, assai pubblicizzata preventivamente, per assistere all’evento degli eventi. Il primo vagito della nuova meravigliosa creatura delle creature non potrà essere ignorato. Leccastrade, scie chimiche, incartapecoriti tromboni,  ammuffiti muschi, vecchie limature in orti secchi, bachi morti, insetti stecchi, fattucchiere, caffettiere e acquasantiere, tutti radunati ai piedi di una montagna calcarea, aspettano che la stessa partorisca. Dalle viscere della terra un boato spaventoso, feroce, uno strepito di cembali, di tamburi che creano suspence. La montagna si apre in due, fa un rumore terribile, partorisce uno scarafaggio. L’insettino muove le zampette agitandole al primo vento. Eccolo. La creatura, ammantata di vesti vaporose e tinte di lettere che gorgheggiano tra la presunzione dell’infinito e l’orinale, ha un padredirettore affiancato da una vice-direttrice tata sua musa ispiratrice e pescatrice di idee altrui. Ora si presume presume, due volte che una non basta, che il direttore e la vice controllino, ad uno ad uno, gli elaborati copioni di tutti i partecipanti al grande gioco del non-sense che finge di aver senso compiuto. Inforcati gli occhiali, direttore e vice, si mettono al lavoro, si grattano la testa, fingono di capire qualcosa, assumono una posa social da grandi intellettuali, fanno un sorriso di plastica all’acetilmetilene, gorgheggiano cantilene e dormono. Durante il sonno fingono di selezionare l’elaborato più idoneo alla rappresentazione di uno spettacolo più o meno pietoso che non verrà stampato che su fogli di scarsa qualità con copertine piuttosto atone, tutte uguali, trionfo dello standardizzato, tutta perlopiù cartafuffatruffa che forse non è nemmeno carta, ma vanitosa infestazione di finta editoria con rilasci incontrollati singhiozzi d’egodistonia vanesia reagente al richiamo dell’ho pubblicato un libro di poesie in una collana che ha un nome copiato da una raccolta di uno dei partecipanti alla selezione non selezionante. Il capocomico che funge da direttore e la vice che funge da vice e asseconda il suo burattinaio, per risparmiare denaro, tempo, fatica, elegie, nostalgie, hanno deciso di tagliare tutte le spese, comprese quelle dell’assunzione di un creativo, figura a loro dire ormai del tutto obsoleta e fatiscente nella civiltà delle macchine, quindi il direttore stesso si è dilettato a trovare un nome alla nuova collana di poesia della nuova casa editrice. Presto fatto, perché lambiccarsi e intorcinarsi quando è tutto sotto mano? Prendere il nome del titolo di una raccolta di un partecipante alla selezione non selezionante, ritagliarlo con aria trionfante di chi la sa lunga, dalla stessa raccolta, applicare il detto nome controluna con la colla sulla collana di poesie perle della nuova editoria rampante. Nessuno ha preso a sberle il direttore perché i capocomici fanno perlopiù ciò che vogliono e pensano sempre di essere molto furbi mentre accarezzano i loro scarafaggi editoriali. Tuttavia gli scarafaggi cominciano dalle unghie, piano piano, per poi divorare il resto, capelli, carni già morte. Si riproducono ad una velocità incredibile, come i libri di certi capocomici, ma quando il cibo scarseggia, si mangiano tra di loro e soprattutto non camminano mai controluna, concetto troppo distante dalla carta copiativa degli insetti.

.

Caro amico sbrentichiappa

scappapappa con lo scarto copianome controluna

rubato a ciò che diedi al mondo, ma brutta spuma

non ti asblappi negli slappi della lingua infervorata?

Non si sclappi la pelata?

Che fortuna inusitata stare in piedi,

c’è chi ti ama, chi ti ascolta, flatoscondo,

e siedicedi in sedi luride ai confini vermescenti,

ci sono favole giacenti per gli ingenui,

e lune storte nel grifigno tuo spappasorriso

che sembra intriso dentro un ano,

mi raccomando, ora, clappasclappa,

scodinzola, ubbidisci, slappa e vacci piano.

.

 

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Il Destrutturalismo

Video – The Black Star of Mu

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Plagiar pallido e accorto quando d’originalità sei a corto sperando che la cacca all’amo venga tosta al tuo richiamo… Se copi pure controluna tu un se’ capace manco di por fil in cruna!

Post a comment