Non invocare il nome di Satana invano, è peccato

Non invocare il nome di Satana invano, è peccato

Non invocare il nome di Satana invano, è peccato

Di Lucio Pistis & Sandro Asebès©

Non invocare il nome di Satana invano, è peccato

The Death of the Tree, mixed media on paper by Mary Blindflowers©

Qualche anno fa in una zona di Milano vedemmo una signora di una certa età che rovistava letteralmente negli avanzi buttati da un panettiere, e cercava cercava, analizzando ogni pezzo di pane duro, tastandolo e cercando di capire se potesse essere ancora commestibile. Quando vide che l’avevamo vista si vergognò e ci disse che rovistava negli avanzi nella speranza di trovare qualcosa per le galline.

La signora non aveva galline, come avrebbe potuto allevarle in città? Noi lo sapevamo perché abitava poco distante da dove alloggiavamo.

Un Paese che costringe una persona a rovistare negli avanzi perché non riesce ad arrivare a fine mese, è un Paese morto, fallito. Non era la signora, da vittima, che avrebbe dovuto vergognarsi, ovviamente, ma chi regge uno Stato fallimentare e corrotto.

L’Italia è un Paese in cui i laureati non trovano lavoro se non sono raccomandati da un partito; un Paese in cui il talento individuale conta meno di zero; il luogo felice in cui dei falliti senza arte né parte, occupano posti importanti senza averne le capacità; un paradiso da cui i giovani scappano per non morire di fame; un posto in cui gli allevatori sardi buttano il latte per protestare giustamente contro le lobby degli industriali; un luogo in cui i politici corrotti vengono riciclati in nuovi partiti e presentati come il volto dell’Italia che cresce.

E di cosa si preoccupano stampa, politica e chiesa?

Della povertà di molti italiani?

Della disoccupazione?

Del latte versato che non viene pagato?

Dei politici ladri e corrotti?

Certamente no!

Si preoccupano di una show girl che durante una performance televisiva al deprimente Festival della canzonetta italiana, pronuncia per ben cinque volte il nome di Satana. Terribile in un Paese cattolico.

Uno scandalo intollerabile contro cui entra in campo perfino l’esorcista, Don Aldo Buonaiuto, sacerdote della Comunità Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Benzi, coordinatore del servizio nazionale Antisette: “non si è tenuto conto della fede dei cristiani che seguivano Sanremo mancando così di rispetto alle tante persone che sono realmente oppresse dal maligno”.

Un’Italia schiava di una visione apocalittica e veterotestamentaria, ferma agli spettrali anatemi di Isaia contro l’angelo ribelle:

Il tuo fasto e il suono dei tuoi salteri sono stati fatti scendere nel soggiorno dei morti; sotto di te sta un letto di vermi, e i vermi sono la tua coperta. Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell’aurora? Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le nazioni? Tu dicevi in cuor tuo: “Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell’assemblea, nella parte estrema del settentrione; salirò sulle sommità delle nubi, sarò simile all’Altissimo” Invece ti hanno fatto discendere nel soggiorno dei morti, nelle profondità della fossa!

E la chiesa contrappone da secoli la purezza inattingibile della Santissima Trinità fatta di potestas, sapientia et amor, alle mefitiche giunture delle espressioni sataniche intrise di impotenza, ignoranza e odio; ma in realtà nei secoli di oscurantismo voluti fino al Concilio Vaticano II, laddove pare approcciarsi un nuovo magistero leggermente più antropocentrico, essa ha promosso proprio le tre caratteristiche sataniche, imponendo ai laici la subordinazione, l’incomprensione dottrinale (si pensi alla Messa in latino con i formulari dei riti sacri da imparare mnenomicamente senza alcuna scienza a riguardo) e l’odio e la maldicenza, rimarcati proprio da questo Pontefice con il monito (incoerentissimo dottrinalmente parlando) “Meglio astenersi dalla Santa Messa se si continua ad odiare il prossimo!”

Signori, in un Paese in cui le vecchiette rovistano nella mondezza, un rappresentante di una chiesa di corrotti e corruttori, dediti spesso e volentieri alla pedofilia, si preoccupa che per ben cinque volte in pubblico, sia stato pronunciato il nome di Satana. Un’offesa per tutti i cristiani.

Sembra una barzelletta scritta nel Medioevo o ai tempi dell’Inquisizione. Non si capisce peraltro da che parte soffi il vento in questa chiesa oramai acefala, dove un esorcista si preoccupa della sensibilità dei laici che sentono nominare Belzebù e non di chi muore di fame, mentre il Pontefice tuona proprio oggi: “La fame non abbia né presente né futuro!”, monito che suona oltremodo stonato, se si pensa che nulla ha fatto questo Papa per stanare dalle casse dello IOR gli azionisti della più grande fabbrica mondiale di contraccettivi, che, dottrinalmente, a mente di quanto si legge scritturalmente a proposito dell’ira divina contro Onan (qui semen fundebat in terram ne liberi nascerentur) non possono che essere considerati parto delle tentazioni di Satana!

Ma che Paese è mai l’Italia dove ci si preoccupa molto della forma e pochissimo della sostanza?

Che importa ad un giovane che non riesce a trovare lavoro delle cinque facete chiamate a Satana?

Perché occupare le pagine dei giornali con simili corbellerie, quando ci sono problemi urgenti e gravi da risolvere nel mondo alla rovescia dove viene premiato il mediocre e il baciapile?

La realtà è che Satana nominato a Sanremo gioca il ruolo dell’ennesima arma di distrazione di massa. Fate in modo che il popolo pensi alle sciocchezze, così in buona sostanza, non potrà pensare. Chi pensa è sempre pericoloso. Non invocare il nome di Satana invano, è peccato, lo dice la Chiesa, lo dice lo Stato.

Amen.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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