Esperti divorano la luna

Gli esperti divorano la luna.

Esperti divorano la luna

Di Mary Blindflowers©

 

Conoscenza e ingenuità. Gli esperti che divorano la luna.

Il pesce che ha abboccato, credit Mary Blindflowers©

 

La conoscenza fiorisce da un obbligato percorso di ingenuità, fase pre-adamitica del sonno in cui non si vedono le spine nascoste nei fiori, le buche camuffate della terra in cui è possibile cadere, le nuove cariche di pioggia pronte ad esplodere al primo soffio di vento.

L’ingenuità è propria della fanciullezza e dell’insipienza, assimilabili soltanto nell’incanto, nella visione favolistica e favoleggiante del mondo. Questo è quello che si pensa. In realtà le favole sono scritte dagli adulti e sono quanto di più crudele la letteratura umana abbia mai concepito. Sotto l’apparenza innocua, nascondono trappole, simboli, allegorie, significati profondi. Per parlare ad un uomo-bambino, ossia ad un ingenuo, occorre essere esperti del mondo, perché bisogna convincerlo, trascinarlo, senza farsi scoprire, esattamente come nelle favole.

Nessun micro-universo è chiaro e trasparente.

Ogni aspetto del mondo ha le sue pubbliche luci e la sua contemporanea e parallela oscurità. L’ingenuità si spezza a contatto con la realtà, quando l’uomo-bambino cresce, la patina cade, i miti tramontano, gli eroi muoiono e invecchiano perfino, i media mentono, la pubblicità inganna, la fama ha l’accento di una sirena dalla voce scordata e la coda desquamata di bugie.

Ulisse ascolta il canto delle sirene e perde la sua ingenua fede d’eroe, comprende e matura. La maturazione dell’uomo-bambino prevede sofferenza, lo stadio successivo alla presa di coscienza, la fase in cui l’ingenuo comincia ad aprire gli occhi e le orecchie e lo fa con fatica, perché la luce e il rumore del reale danno fastidio alla pupilla e all’organo dell’udito di chi è abituato a sostare nelle certezze friabili del piacere infantile del buio e delle parole silenziose e scontate. La pupilla si restringe di fronte alla potenza della luce, avverte un senso di doloroso fastidio, per poi abituarsi, rendersi conto dell’esistenza di un mondo nuovo, e accettarlo come fatto reale, esistente.

Le certezze costruite nell’oscuro vortice dell’ignoranza allora crollano di fronte al ragionamento razionale, i miti di carta confezionati dalla pubblica opinione e dall’informazione disinformante, si sgretolano di fronte al razionale ragionamento della mente, di fronte ad un’esperienza che smentisce categoricamente le precedenti certezze in cui ci si trovava a vivere e che tutti davano per certe perché a loro volta condizionati da cattive tendenziose notizie aiutate a crescere dal velo dell’ingenuità.

Superata la fase ingenua, ecco il dolore che si esprime anche nel pianto di un bambino quando nasce, grande metafora di transizione-vita, subentra la realtà, o meglio i frammenti che noi pensiamo possano costituire la realtà, come pezzi di un puzzle che il ragionamento individuale riesce a cogliere solo dopo aver pensato.

Se contro questo pensiero fanno velo i miti confezionati dai media, per la costituzione di una ingenuità artificiale, indotta programmaticamente con lo scopo di far retrocedere l’uomo comune alla sua fase infantile se non perinatale, si hanno due strade, fede o scetticismo critico. La fede è un atteggiamento di fiducia incondizionata che scaturisce da un riconoscimento di autorità indiscussa e indiscutibile, secondo l’assioma lo ha detto qualcuno che ha un nome prestigioso – è vero. Che poi non sia vero capita spesso, ma tutti fanno finta che lo sia per il nome che porta chi lo ha detto. La fama diventa sinonimo di prestigio, il nome garanzia di qualità anche se poi su questa qualità e autenticità ci sono dubbi, il nome li seda, ipnotizzandoli. Chi soffoca il dubbio con certezze ipnotiche che spaccia per vere, avvalendosi di un nome prestigioso, non è mai disinteressato, non è mai ingenuo, è uno che la sa lunga e parla a chi ritiene sia invece un idiota uomo della strada con tono da esperto consumato protetto da un nome.

Lo scetticismo critico invece supera l’illusorietà della fama per ragionare sulle prove che la realtà offre, metterle insieme, analizzarle e capire cosa realmente stia succedendo, come realmente funzioni il meccanismo interno di un processo, di un mondo, di una società, di una compravendita, insomma, di tutto.

La parola della fama è spesso oro colato che traumatizza le coscienze, le rende succubi del mito e della pubblicità che ha tutto l’interesse a che la patina dell’ingenuità non venga intaccata, ha tutto l’interesse a farvi credere che il cavallo di legno del bambino sia d’oro e avorio e che provenga dal mondo delle favole in cui grandi uomini esperti lavorano per voi o viceversa vi farà credere che il cavallo d’oro e avorio sia di legno e provenga dall’inferno dove giace chi non ha un nome.

Per questo occorre studiare e capire oltre quello che dice chi ha un’autorità.

Vagliare le fonti, confrontarle, approfondire, capire, pensare in modo autonomo. È l’unico modo per guardare la luce senza credere ai miraggi di favolosi illusori viaggi nel nulla degli esperti col il pedigree che abbaiano feroci e in malafede alla luna cercando di divorarla.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

https://www.youtube.com/watch?v=SEYjAQAapzM

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